Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

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giovedì 1 febbraio 2018

La neve in Cappadocia (bozzetti dalla Turchia)

Dell'alba del 31 gennaio vediamo quanto sia vicina alla notte insonne per viaggiare alla nostra tappa successiva: Kirsheir. Da parecchie ore l'altipiano ci offre un paesaggio innevato, a volte di impatto con rocce ed alberi, altre in meno irascibili terreni fatti di prati e di case. Comunque la temperatura si è abbassata per noi e anche se assonnati realizziamo in tutto il nostro corpo intirizzito che siamo entrati in un nuovo tassello di cui è composta la Turchia.

Accolti da un gruppo di suore siamo loro ospiti per due giorni, e ospiti delle 170 famiglie di iracheni profughi di guerra. Li hanno concentrati qua, pur sapendo che non avrebbero trovato sostegno al loro essere cristiani perché qui non c è chiesa. Cosi la presenza delle suore è arrivata due anni fa (ma loro sono qui da tre anni) per sostenerli tanto nella fede quanto nell'aiuto quotidiano attraverso la Caritas, specie con una scuola per bambini.
Ma scegliamo oggi per andare a visitare le antiche chiese di Goreme in Cappadocia e domani stare con i profughi caldei.
La.neve in Cappadocia è caduta, le strade sono pero pulite per accogliere turisti che ormai intimoriti da terrorismo e guerre sono assenti da un pezzo. Lo si capisce dagli oggetti souvenirs lasciati all'aperto e ricoperti di neve, i quad tutti fermi, i cavalli e i cammelli che attendono visitatori in cerca di un illusorio meno ingenuo percorso in questo luoghi antichi.
Vengono chiamati MUSEI A CIELO APERTO, ma sono stati luoghi dove per secoli la chiesa orientale trovo una forma. Luoghi ereditati dalla natura per le forme coniche vulcaniche e da precedenti popoli scomparsi per le grotte. Poi inizia la presenza di eremiti cristiani che si intensifica nei secoli fino ad occupare buona parte della valle. Con le sue chiese affrescate in molti casi ancora in modo da lasciar immaginare quale fosse lo sguardo orante di chi vi posava gli occhi sopra durante le liturgie, secoli e secoli fa.
E ormai lo chiamano un museo.
Al nostro rientro nel tardo pomeriggio avremo poco tempo di riposare il corpo, tutto il tempo per entrare in contatto con queste famiglie e riempire il cuore. Emozionato e partecipe come capita quando celebri una messa in casa con chi non può trovarsi in più di 5 a pregare senza doverlo segnalare alla polizia. Tutti piccoli fermini come se la vita con questi profughi fosse un po un gioco a briscola e i carichi fossero tutti da una parte. Ma non lamentiamoci: qui una famiglia immigrata può affittare almeno una casa! Da noi...
La neve in Cappadocia copre tutto ma non allo stesso modo. Questa chiesa di persone costrette a fuggire non è un museo ed è possibile ancora che si salvi, magari dicendo messa dentro una casa, usando quattro lingue per capirci gli uni gli altri, magari favorendo una loro presenza in italia ed in Europa, con tutta la loro esperienza di vita accanto ad un mondo islamico che temiamo senza conoscere e con cui fatichiamo in Europa a relazionarci.
La neve può continuare a cadere, ma non cade e resta dovunque allo stesso modo.
Don Francesco Ondedei

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