A ME PERCHE’? monologo per un cireneo (Sulla via della croce)
(Palme 2025)
PERCHE’ PROPRIO A ME?
Monologo per un cireneo
I
Mi sono alzato, ancora buio.
Ho pensato all'Unico, qualche istante, poi sono uscito.
I miei figli dormono, non li abbraccio per non svegliarli.
Mi piace guardarli mentre riposano in pace, mi ricordano mia moglie.
Il giorno del parto è passato da diversi anni, da tempo ho smesso di piangere!
Ho preso la strada che conduce fuori Gerusalemme: i soldati di guardia stanno seduti nel dormiveglia, non hanno voglia di controllarmi, ritengono sufficiente aprire gli occhi e osservare me e gli altri che oltrepassiamo la soglia della città e ci dirigiamo in campagna.
Gli altri che come me vanno, portano attrezzi per la terra, io neanche quelli: il padrone del campo mi dirà cosa fare e fornirà il necessario che dovrò restituire quando un'ora dopo la sesta rientrerò a casa.
Lavoro solo mezza giornata, abbastanza per sopravvivere.
Vorrei portare via i miei figli ma dove trovare una città con occasioni migliori che a Gerusalemme. A Cirene no di sicuro! Là per noi ci sono solo tombe!
Vero però! Io non ho avuto fortuna qui, ma è colpa mia! Io sono un uomo triste, e gli uomini tristi non hanno fortuna nel tribunale della vita!
Ma i miei figli ne avranno: basta incrociare la buona sorte sulla propria strada! E loro hanno tutto il futuro davanti!
II
Con questi pensieri conforto il mio cammino ed il mio lavoro.
Quando si dovrebbe pranzare, a me viene detto di tornare a casa.
Appoggio gli attrezzi, come tutti gli altri giorni.
Mi avvio solitario verso la città, col sole ancora alto prendo un sorso d'acqua dalla mia borraccia. La riallaccio alla cinta e continuo in fretta per andare a casa.
C'è movimento alle mura! I soldati agitati, una folla dietro! Forse qualche sventurato caduto nella loro ragnatela, forse qualche rivoluzionario che frequenta troppo le chiacchere ed il vino!
Devo correre a casa, i miei figli sono soli, saranno già in piedi, speriamo non si siano allontanati. La vicina è gentile, dà loro quello che lascio per il pranzo. Giocano con gli altri ragazzini ma alcuni dei loro amici non mi piacciono. Spero siano fermi e al sicuro!
III
Ecco sto passando, striscio tra la folla, non guardo neanche.
“Tu, fermo!”. Cosa vogliono? Sta ridendo il soldato!
“Dove vai di fretta? Hai una donna da abbracciare?” Non rispondo.
C'è un uomo a terra, sanguinante. Non voglio ridurmi così!
“Vieni qua che ti faccio io abbracciare una bella donna!”.
Mi indica il patibolo di una croce.
Non discuto, non voglio problemi.
Se andiamo dove sono soliti uccidere, non è lontano il cranio delle crocifissioni.
Sono stanco ma fino là dovrei riuscire a farcela.
Abbracciare una donna? Cosa capisce? Cosa sa? A me basterebbe sapere che i miei figli oggi sono al sicuro! E invece mi tocca abbracciare questo palo. Che schifo! Ha tutto il sangue incrostato di altri. Ho solo questo vestito per il lavoro. Cosa dirà domani il mio padrone? “Che è quel sangue? Hai rissato con qualcuno ieri sera? Sei andato a bere? Bravo padre che sei! Lasciare i tuoi figli di notte da soli a casa!”.
Mi sto arrabbiando: non mi va di essere qui e se non fosse per i soldati adesso sarei già a casa dai miei figli.
IV
Sono in tre i condannati ma uno sembra messo peggio: lo hanno pestato parecchio, ha il naso rotto: l'ho visto quando mi ha guardato prendere su il suo legno. Si capiva che mi ringraziava. E ti credo: la fatica adesso la faccio io, che non ho fatto niente, mica come lui!
Però è terribile! Guarda come è conciato: non sembra neppure un uomo!
Cosa ho fatto di male per meritarmi questo? Non dovrei essere qui!
Quello ogni tanto cade e ritarda la meta.
Beh, se fossi in lui anche io farei di tutto per rimandare quella morte. I crocifissi! Che tortura disumana hanno inventato gli esseri umani! Il Signore dovrebbe guardare come i lupi sono migliori dell'uomo verso i propri simili.
Sono sicuro che non manca molto alla fine di tutto e il Dio dei cieli ci manderà un fuoco che brucerà la terra. Gli uomini sono violenti, dicono di amare e invece mentono e tradiscono, chiamano legge le condanne e giustizia la spada! La paura è l’unica cosa che ci permette di evitare i prepotenti!
Cosa può avere fatto quest'uomo per essere ridotto così?
Ci sono i romani: voleva uccidere l'imperatore? Cosa può fare un solo uomo di fronte al potere di Roma?
O saranno stati i nostri giudici del tempio? Magari quest’uomo ha rubato qualche soldo dalle offerte! Che avidità a volte: chiamano tutto offerta e se ne impadroniscono quelli del tempio!
Stringo più forte il legno, mi sto arrabbiando perchè ripenso a quelli che avevo chiamati per il funerale: Era mia moglie! Il mio amore! Ma senza i soldi per compiere bene tutto il rito, mi hanno trattato malissimo! Me l'hanno sepolta con preghiere distratte e brevi.
Io, che non me ne sarei mai andato da lì quel giorno! I miei figli con una donna che li allattava! Come Mosé! No: lui ha ingannato la figlia del faraone e si è fatto allattare dalla madre vera. Per i miei figli la morte della madre non è un inganno! E guardavo quella terra che seppelliva un corpo, come si guardano le onde mangiare la sabbia della riva!
Signore, dov'eri tu quel giorno?
V
Sento rigarmi le guance dalle mie lacrime, con la lingua riesco a sentirne il gusto salino.
Guardo a terra.
Quasi per distrarmi fisso di nuovo lo sguardo su quello dei tre a cui tenevo il patibolo.
Forse non siamo così diversi! Forse le sue ferite sono visibili ma sento il mio petto trafitto mille volte ogni giorno, come ferite che non si rimarginano.
Le mie ferite non si vedono, ma io e te siamo simili.
Poveretto! Mi fai pena! Chissà se qui c'è qualche tuo parente che ti segue? Non mi sembra. Aspetta! quelle donne che camminano di là di fianco. Se non ci fossero i soldati, gli starebbero addosso. Piangono e gridano: come se ce ne fosse bisogno per aprire gli occhi su questo spettacolo!
Ma si! Poveraccio! In fondo sto un po’ meglio io e tu non ce l'avresti fatta a portare questo peso fino a qua. Ma adesso lo mollo anche io! Basta, siamo arrivati.
Ecco prendo fiato, mi siedo, qualche minuto. Giusto il tempo per non arrivare dopo il tramonto. Appena un altro sorso d'acqua.
Quello là: se potesse bere!
VI
Senti come gridano mentre gli piantano i chiodi. Non voglio vedere!
Il mio deve essere completamente impazzito, senti: cosa sta dicendo? Chiede a suo padre di perdonarli? E che, suo padre è così potente? Perchè allora lo lascia qui in croce? Se non fosse tutto così tremendo mi verrebbe da ridere.
Li stanno per alzare: questo è il momento peggiore. E’ quando si accorgono che tutti i loro muscoli e tutte le loro ossa sono appesi a tre pezzi di ferro e una barretta di legno sotto i piedi se sono fortunati. Durano giorni così! Mi hanno raccontato di uno che è sopravvissuto per una settimana! Poveretto!
Ecco! Ora il lamento è più lento e meno forte. Speriamo arrivi presto la morte per loro.
Mi volto dopo essermi alzato. Guardo finalmente i tre. Ah ecco l'accusa! Gliel'hanno appesa sopra la testa. “Gesù…di Nazareth…Re dei giudei!”
Mi sembrava che non potesse essere altro che così!
Un nuovo esaltato politico fallito! Ne abbiamo fin troppi nel nostro popolo, tutti in nome di Dio poi!
Ma guardalo, ha ancora voglia di parlare: con quella brutta compagnia appesa come lui: che avranno da dirsi?
Ma ché! Si fa nuvolo adesso? Sta a vedere che piove! O forse anche il Cielo non ne può più di questa violenza e non vuole vedere?
Mi sono girato a guardare quel Gesù, ha tirato un grido, ho pensato che stesse per morire.
“Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito!”
Ha detto così? Chiedo ad un vicino! Si, Anche lui ha capito così!
“Guardate, guardate!” fa un altro vicino a noi.
“E’ morto!”
“Come?”
“E’ già morto?”.
Davvero: era morto!
Basta sono stanco, ho già perso troppo tempo. Torno a casa dai miei figli. Prendo un passo veloce.
VII
Mentre vado penso: come mi sentirei se uno dei miei figli mi dicesse come ha detto lui? “Padre consegno nelle tue mani la mia vita!”
Ma dovrei essere lì, per poterlo fare, per poterlo sentire, per piangere. Per essere con lui.
Ma di costui dov'era il padre adesso?
Non mi sembrava fossero presenti uomini più anziani, a lui familiari.
Quella là sotto poteva essere sua madre, ma di padri neanche l’ombra.
Eppure era convinto di quello che diceva. Anzi mi sembrava quasi consolato, per niente arrabbiato.
Ma dov’è questo padre qui intorno? Non capisco. Lui però sembrava vederlo proprio accanto a sé mentre parlava!
Se io fossi vicino a mio figlio mentre muore, sarei nella morte anche io!
Mi sono accorto di non essere più arrabbiato, provo solo una grande compassione e una grande misericordia per quel Gesù.
Solitamente chi finisce male, maledice le sue origini ed i suoi genitori. Lui si è buttato nelle braccia di suo padre!
Non capisco! Un padre vicino, che si sente, è presente, ma che non si vede! Mi vengono in mente le lezioni di Torah e dei profeti, che parlano dell'Unico di cui non pronunciamo mai il nome. E mi viene in mente il salmo che imparai da piccolo: Se oggi udite la sua voce non indurite il vostro cuore come a Meriba e come a Massa, con la ribellione e con la tentazione.
Questa voce che ho sentito…e se fosse voce di Dio?
VIII
Sono quasi arrivato!
Ormai cala il sole, le nubi sono andate: non pioverà stanotte!
Cosa ho sentito da quell'uomo?
Voce di uno che stava finendo…no! Era cosciente di quello che gli succedeva. Non era un caso per lui essere lì, questo mi sembra evidente!
Lui stava portando a compimento qualcosa, come me che non riesco a dormire finché non dormono già i miei due bambini. E li guardo così a lungo, che il loro sonno diventa il mio!
E poi ora pensandoci, non so se quel salmo parli solo della voce di Dio o anche della voce dei profeti.
E forse parlava a questo padre pensando al Signore come supplica prima di morire?
Non lo so, ma so come sto io adesso.
Quella voce che ho udito se era la preghiera a un padre, se questo padre a cui si riferiva era il dio del nostro padre Abramo, allora davvero quel Gesù gli parlava come un figlio parla al padre. Questo è sicuro!
IX
Sono arrivato, e vedo che i miei figli sono stupiti perché sto ridendo e piangendo insieme.
“Non è niente figli miei, no davvero, sto bene. E’ successo qualcosa che mi ha fatto cambiare idea su…”
Mi sono fermato. Sono ancora piccoli per sentire parlare di persone crocifisse!
Ecco cosa farò!
Domani è festa, ma il giorno dopo voglio andare a fare domande su quell'uomo. Voglio sapere qualcosa di più.
Vorrei capire se sono io che mi immagino tutto oppure quel Gesù parlava davvero come uno che aveva un legame speciale con il dio dei nostri padri.
Perché alla fine mi è sembrato rivolgersi a Lui come se qualcuno lo stesse abbracciando.
E tu sai o mio Signore quante volte al giorno chiedo il tuo sostegno.
Se hai abbracciato lui, non potresti abbracciare anche me?
Era un condannato ma quando ho lasciato la collina dei crocifissi, ora mi rendo conto che qualcosa si era aperto.
Ecco se dovessi descrivere ora, ai miei figli perchè mi sento così gli potrei dire che: “Vostro padre ha visto un fatto che ha cambiato tutto, perchè sembrava che stessero chiudendo una porta, ed invece quella porta sembra si stia aprendo!”.
Ma non gli dirò che sto parlando della morte! Per me era una porta ben chiusa da tempo. Che devo dire? Forse oggi il mio cuore e la mia mente si stanno aprendo alla speranza di Dio, che è anche per i poveri!
“Guardate, figli miei, stanno accendendo i lumi nella case!”
X
Vedo che intanto le prime luci del sabato si accendono nelle case per iniziare a celebrare la festa del riposo di Dio.
Forse anche Lui adesso piange. Ma poi smetterà di farlo.
Prima o poi si smette di piangere e si lotta per continuare a vivere. Soprattutto se hai due figli da crescere.
Ma cosa sto pensando? Che il Signore onnipotente si metta a piangere? Mi sa che mi sto lasciando coinvolgere troppo da questo Gesù.
Ecco, anche la vicina ha acceso il suo lume.
“Ragazzi aiutatemi ad accendere il lume e metterlo sul muretto!”
Usciamo lo appoggiamo proprio sopra ai loro letti dove nella parete una
fessura lascia entrare l'aria e forma un piccolo appoggio.
Il vento muove la fiamma, la minaccia, ma non riesce a spegnerla.
Domani celebreremo la festa, ma tra due giorni voglio andare ad informarmi su questo Gesù!
Sono qui a giocare un poco ancora coi miei figli, ora li metto a dormire.
Si sono coricati, e sento il loro respiro: ora posso riposarmi anche io.
Spengo il lumino e chiudo gli occhi.
E tra due giorni vedremo.
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