Papa Francesco
"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco
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mercoledì 28 febbraio 2018
Corridoi umanitari: "contro lo sciacallaggio politico, prima vengono le persone"
Dopo le prime 30 persone, giunte a fine
gennaio scorso , sono atterrati questa notte nell’aeroporto di
Roma-Fiumicino, con un volo di linea da Addis Abeba, 114 profughi (47
dei quali bambini) originari di diversi Paesi del Corno d’Africa,
nell’ambito del protocollo di intesa con lo Stato italiano siglato
dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Cei, in collaborazione con
Caritas Italiana e Fondazione Migrantes.
In mano i profughi avevano palloncini
colorati e bandierine tricolori che sventolavano scandendo: «Viva
l’Italia!». La più piccola ha appena 6 mesi ed è originaria
della Regione del Gambella, dell’Etiopia occidentale. Finora
risiedevano principalmente nei campi profughi della capitale etiope e
in alcuni quartieri degradati della città.
Dopo un volo di 8 ore da Addis Abeba,
atterrato alle 4:55, e dopo altre ore di attesa per le procedure di
identificazione, sono arrivati in Italia dove saranno ospitati da
famiglie italiane e otterranno il diritto d’asilo. Ad
accompagnarli, l’attivista Alganesh Fessaha, italo eritrea, della
Ong “Gandhi”; ad accoglierli invece il presidente della Comunità
di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, e il viceministro degli Esteri
Mario Giro.
Presente a Fiumicino anche il
segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, che,
durante la conferenza stampa, ha affermato che: «I corridoi
umanitari sono una possibilità ed un’indicazione che si possono
affrontare questi problemi nel pieno rispetto della legalità e sono
un’alternativa allo sciacallaggio economico e politico. Istituti
governativi, realtà umanitarie e realtà di Chiesa possono fare
miracoli quando si mettono insieme».
«La sicurezza in Italia non è messa
in crisi da 4 o 10 immigrati», ha aggiunto il vescovo. «La
sicurezza in Italia purtroppo è messa in difficoltà dalla malavita.
È chiaro che se un immigrato delinque va perseguito, come per un
italiano. Attenti - ha poi ammonito il segretario generale della Cei
- a non avere questo sguardo strabico poco intelligente. La malavita
non ha colore della pelle».
Una parola Galantino l’ha indirizzata
anche «a chi fa sciacallaggio politico o pseudo-politico a queste
situazioni e storie»: «Dopo che avrete raccattato quei quattro voti
in più, andate nei 18 centri di accoglienza Caritas e Sant’Egidio
in Italia e guardate questi bambini nei loro occhi; ditemi poi se
potete continuare a dire ancora banalità ed a speculare su questi
drammi. Prima vengono le persone, prima vengono i poveri», ha detto.
Da parte sua il viceministro Giro ha
lanciato un appello per porre fine agli «allarmismi che hanno
generato odio». «L’Italia non ha un problema d’immigrazione ma
di integrazione»; pertanto «nel rispetto delle regole» occorre
mantenere «una strada per chi cerca una vita migliore».
Rivolgendosi ai profughi Giro ha concluso: «In voi vediamo dei
fratelli, siamo sicuri che qui potrete costruire il vostro futuro».
Parole riprese dal presidente di
Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, che ha detto ai nuovi arrivati:
«Siamo qui per creare l’Italia di domani e voi ci state aiutando a
rendere l’Italia un Paese migliore». «Oggi siete accolti ma già
integrati, nel senso che vi consideriamo già nostri fratelli, nostre
sorelle e nostri figli», ha aggiunto, «grazie per ricordarci che il
mondo è fatto anche di sofferenza, a cui però si può dare una
risposta. Non bisogna chiudere gli occhi di fronte alle sofferenze ma
rispondere con umanità». Impagliazzo ha precisato anche che «non
siamo qui per fare polemiche politiche. Le polemiche finiranno e
l’integrazione sarà il nostro futuro».
Per informazioni: www.santegidio.org
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