«esiste un sano nazionalismo che è il
senso patriottico e che noi incoraggiamo. Ma sia con il nazionalismo
che con il populismo c’è un compromesso con la verità: con il
populismo i politici dicono quello che pensano che il popolo vorrebbe
sentire, con il nazionalismo vengono esaltati i pregiudizi nei
confronti degli altri. Al contrario lo spirito cattolico è
universalista. Per questo, peraltro, la Chiesa ha sempre avuto grande
simpatia per il progetto europeo, che attraversa le frontiere. Che
tra i singoli cattolici, fedeli o sacerdoti, ci siano differenti
sensibilità politiche, che alcuni abbiano idee più socialiste e
altri idee più conservatrici, è assolutamente normale, e per questo
la Santa Sede vuole rimanere fuori dalla politica partitica. La
politica non è come la fede o la morale, dove la Chiesa esige o
propone delle verità. Ma le idee del nazionalismo non sono da
seguire e il populismo come strategia politica è da evitare»
(Gallagher, segretario per i Rapporti
con gli Stati)
Di fronte alle grandi sfide dei
cambiamenti climatici, dei problemi sul lavoro e dei flussi migratori
la prospettiva della Chiesa non sono «le correnti populiste e
rivolte all’indietro»: lo ha detto il cardinale Reinhard Marx,
presentando insieme al monsignore «ministro degli Esteri» vaticano
Paul Richard Gallagher il programma di «(Re)Thinking Europe», una
due-giorni in Vaticano di incontri tra politici e vescovi di tutta
l’Ue per ripensare l’Europa in un momento di crisi, tra ondate
xenofobe, spinte indipendentiste ed elaborazione della Brexit, alla
quale interverrà domani papa Francesco con il suo quinto discorso,
dall’inizio del pontificato, sul futuro dell’Unione europea.
«Quando pensi che la tua nazione sia
migliore delle altre, questo non è cristiano, mentre amare il tuo
prossimo come te stesso, questo è cristiano», ha detto il cardinale
Marx sulla mancanza di unanimità in materia di immigrazione tra gli
stessi vescovi europei, come emerso di recente con una iniziativa di
preghiera del rosario in Polonia. «Noi non siamo ingenui, Gesù non
era ingenuo, ma siamo tutti fratelli e sorelle, credenti e non
credenti, cattolici e non cattolici, siamo tutti esseri umani. Cresce
un modo di pensare in bianco e nero in alcuni movimenti, ma le
conferenze episcopali non lo stanno seguendo, non seguono le idee
populiste e nazionaliste. Se così fosse, li criticherei. Certo non
posso seguire tutte le omelie di tutti i vescovi europei… ma sulla
questione migratoria abbiamo discussioni tra vescovi dei 28 paesi
membri dell’Ue (in seno alla Comece, ndr), non abbiamo sempre le
stesse idee, la questione è difficile, ma a grandi linee posso dire
che seguiamo tutti il Papa: siamo tutti cattolici!».
Quanto al sentimento ostile all’islam
che si respira in varie parti d’Europa, Gallagher ha premesso che
«non dovremmo essere preoccupati dai numeri», perché «la presenza
dei musulmani in Europa non è così grande come i politici populisti
vorrebbero farci credere», ma «dobbiamo tenere fermo il principio
della libertà religiosa». Peraltro, ha aggiunto, «anche il
pensiero liberal e laico non è in gran forma» e, da questo punto di
vista, bisogna «combattere la political correctness che vorrebbe
ricacciare la fede nella sfera privata».
La questione della diversità religiosa
in Europa, in generale, è un «una questione aperta», ha proseguito
Gallagher, rilevando «un cambiamento di mentalità e di
consapevolezza», che ricade, in particolare, sui leader religiosi,
che devono tutti essere «chiari nello sforzo di evitare ogni
conflitto tra religioni», che devono essere «parte della soluzione
e non del problema».
Marx, da parte sua, ha sottolineato di
non essere «preoccupato dalla religione ma dalla sua
strumentalizzazione da parte dei politici» ed ha poi precisato che
«non è vero che l’islam è una novità in Europa, basti pensare
alla storia della Spagna o dell’Albania», e che, in passato, ci
sono stati tra cristianità e mondo islamico «incontri, scontri,
relazioni, non sempre facili», che devono indurre anche oggi la
Chiesa a cercare il dialogo.
Quanto alla questione della «identità»
europea, l’Arcivescovo di Monaco ha detto che si tratta di una
«parola difficile» che «esito a utilizzare» perché, come
dimostra anche il termine tedesco Heimat (patria), al centro di mille
dibattiti in Germania dopo la seconda guerra mondiale e l’era
nazista, «non è un concetto statico, ma vivo, aperto, che evolve»,
pur a partire da una «cultura» comune europea che, comunque, è
«multiculturale» se guarda alle diversità geografiche,
linguistiche, sociali che attraversano il «vecchio continente».
Non saranno estranee alla discussione
due questioni di grande attualità come la Brexit e l’indipendentismo
catalano. Quanto all’uscita del Regno Unito dall’Ue, «per me
all’inizio è stato uno choc, ma adesso dobbiamo pensare al futuro,
a quale rapporto di amicizia e di partnership ci sarà in futuro con
la Gran Bretagna», ha detto Marx. Quanto al britannico Gallagher,
che in passato aveva dichiarato apertamente la propria contrarietà
alla Brexit, ora è il momento di capire «come affrontare la
questione», consapevoli che «ci sono diversi modi di uscire, non
per forza abbandonando tutti gli elementi dell’Europa». In merito
alla Catalogna e, più in generale, alle spinte separatiste in
Europa, Marx, che ha richiamato l’esperienza tedesca dei Land,
regioni-Stato con forte autonomia, ha inquadrato la questione sullo
sfondo di due problemi: il «futuro degli Stati Nazione» nati in un
altro secolo e «il sentimento dei cittadini che non si sentono
coinvolti nel processo democratico».
«In questo momento critico per
l’Unione europea», ha detto Gallagher, «riteniamo che sia
necessario dialogare. Il dialogo è qualcosa che manca. Sappiamo che
ci sono molte parole e molti incontri, ma non sempre questo comporta
un dialogo autentico. Invece un dialogo affettivo ed effettivo è
necessario per rianimare le istituzioni europee, per ringiovanire il
continente e per riscoprire l’ispirazione dei padri fondatori».
Per la cerimonia di chiusura, il Papa riceverà i partecipanti e
pronuncerà un discorso. Si tratta, ha sottolineato con soddisfazione
Marx, del suo quinto discorso sull’Europa e l’Unione Europea dopo
i due discorsi a Strasburgo, al Parlamento europeo e al Consiglio
d’Europa, il discorso in occasione del conferimento a Francesco del
premio Carlo Magno e il discorso in occasione delle celebrazioni dei
sessant’anni dell’Unione europea a Roma.
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