Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

Translate

sabato 20 maggio 2017

Un saluto per Antonio Papisca

Lo abbiamo incontrato un paio di mesi fa a Padova, visitando la mostra NOME IN CODICE: CESAR, che era ospitata nel Centro di Ateneo per i Diritti Umani da lui fondato. Io potevo presentarmi come suo uditore durante gli interventi nella aule universitarie quando veniva chiamato da Don Tullio Contiero. Attraverso di lui, accanto a tante altri volti di persone impegnate sul versante della pace tra i popoli, arrivammo a conoscere presto i movimenti che in Italia sono attivi su queste tematiche. Salutandolo, quel giorno, abbiamo ricordato don Tullio ed ora prego e posso pensare che si siano ritrovati insieme in quella casa del Padre che comunemente hanno promosso con tutta la loro voce ed impegno durante la loro vita. Una casa fatta di umanità, e di umanità integrale! Ci siamo detti “buona strada!” per salutarci in quell'occasione e sono convinto che il suo cammino anche in mezzo a noi, la sua testimonianza, ci sospingeranno, senza fermarci.


d.Francesco Ondedei


L'annuncio

E’ morto improvvisamente ieri mattina Antonio Papisca, docente emerito di Relazioni internazionali all'Università di Padova, noto come uno dei principali difensori dei diritti umani dei nostri giorni. Aveva 80 anni. Venerdì 19 maggio alle 10.30 il funerale nel Duomo di Padova. "Con lui, il popolo della pace perde una delle sue guide più significative, uno dei suoi animatori più instancabili - scrive Flavio Lotti, Coordinatore della Tavola della pace, commentando la sua scomparsa - i suoi insegnamenti e le sue lezioni sono stati il punto di riferimento del pacifismo politico cresciuto in Italia a partire dagli anni ’80". “Antonio, dal carattere schivo, era un uomo straordinario, animato da una grande fede in Dio e nella persona umana", prosegue Lotti.



Come giudica l'espressione, ormai comune, "guerra umanitaria"?

Una mistificazione. La guerra non può mai essere umanitaria. È vietata dalla Carta delle Nazioni Unite e dalle convenzioni internazionali sui diritti umani. Il diritto internazionale dei diritti umani fa a pugni con quello umanitario. Dire "guerra umanitaria" o "guerra per i diritti umani" significa violentare la logica, l'etica, il diritto.

Non solo le persone comuni ma anche alcuni ambienti politici e istituzionali non conoscono esattamente la differenza tra diritti umani e diritto umanitario; diventa quindi facile per chi è in malafede imbrogliare la gente, e camuffare come umanitario quello che in realtà è tutt'altro. In molti casi la nuova ragion d'umanitario si sta sostituendo all'antica ragione di stato, per coprire interessi che nulla hanno a che vedere con i diritti umani.

Nel mondo, e in particolare nel Sud, assistiamo a decine di conflitti. Eppure le guerre fra stati, i conflitti dichiarati, stanno scomparendo. Si tratta sempre di più di scontri tra diverse fazioni all'interno di un paese. Come si possono definire questi conflitti locali?

Da un punto di vista giuridico sono guerre civili e quindi non rilevanti per il diritto internazionale. Ma ormai da anni, considerando l'interdipendenza globale e la compenetrazione fra interno e internazionale, questa divisione formale si sgretola sempre più. Subentra invece l'istituto dell'ingerenza umanitaria, che non dovrebbe mai essere un intervento di guerra, bensì di polizia internazionale. Questo diritto-dovere prevede l'istituzione di un'autorità superiore affinché stati e popoli non ricorrano alle armi e alla violenza per risolvere i conflitti.

Note di vita


Antonio Papisca, Maestro di scienza e di vita, ha dedicato la sua vita all’educazione dei giovani, alla formazione degli insegnanti e alla ricerca scientifica. Uomo delle istituzioni democratiche di grande valore umano e intellettuale. Sapeva unire il rigore scientifico con l’impegno per la costruzione di una società più giusta, equa, solidale e democratica. Come ogni grande Maestro attorno alle sue idee ha costruito una scuola frequentata da studenti, insegnanti, amministratori locali, volontari. Un uomo di fede che ha lottato con la forza dell’amore e della nonviolenza per la pace e i diritti umani sia attraverso l’insegnamento e la ricerca sia attraverso l’impegno civile. Non si risparmiava, andava a parlare nelle scuole, nelle università, nelle parrocchie, nelle associazioni di volontariato, nei consigli comunali … Ci ha insegnato che i valori non sono un optional, che l’educazione è lo strumento primario per promuovere il rispetto dei diritti umani e la cittadinanza attiva, che il multilateralismo e la democrazia internazionale sono l’unica via per fermare le guerre, che il diritto deve prevalere sulla forza, che la pace è possibile. L’eredità che ci lascia è enorme, la responsabilità altrettanto grande.

Studioso, ricercatore, impegnato sul fronte della pace

Insigne studioso nel campo della protezione internazionale dei diritti umani e della democrazia, intellettuale impegnato in tutti quei movimenti della società che generano cambiamento, partecipazione, impegno trasformatore, il prof. Papisca credeva fortemente nelle istituzioni e nella via istituzionale alla pace. Nel 1982 aveva fondato il Centro di studi e di formazione sui diritti della persona e dei popoli. 'Dal quartiere all’Onu' amava dire, descrivendo efficacemente il campo d’azione dei costruttori di pace: dal piccolo al grande, dal locale al globale. "Per questo sin dagli anni ’80, scrive ancora Lotti, ha promosso l’impegno degli Enti Locali e delle Regioni per la pace e i diritti umani con una miriade di idee, campagne, documenti, proposte di legge, ordini del giorno, studi, rapporti, appelli, libri e articoli. Grazie a lui la nostra idea di pace è diventata 'positiva', i diritti umani sono diventati la bussola del nostro impegno culturale e politico, il nostro ripudio della guerra è diventato più consapevole e radicale”.

Nessun commento:

Posta un commento