Papa Francesco
"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco
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venerdì 12 maggio 2017
LIBERE: 82 studentesse da Boko Haram! Una buona notizia!
È probabilmente la migliore notizia
dell’anno per la presidenza di Mohammadu Buhari. Secondo le
autorità nigeriane, più di 80 studentesse delle scuole superiori
provenienti da Chibok sono state rilasciate sabato 6 maggio, dalle
mani del gruppo terroristico Boko Haram, dopo più di tre anni di
prigionia. «Oggi, 82 ragazze chibok sono state rilasciate in cambio
di alcuni membri di Boko Haram indagati e detenuti dalle autorità»,
ha detto la presidenza nigeriana su Twitter, confermando una prima
informazione data dal ministro della Difesa, da fonti della sicurezza
e dal padre di due ragazze.
Una fonte militare aveva
precedentemente detto che «almeno 80 ragazze chibok sono stati
portate a Banki, al confine con il Camerun, nel nord-est della
Nigeria». I veicoli hanno attraversato la foresta senza scorta
militare, e hanno portato le ragazze a Banki alle 17:30, ora locale.
«Sono alloggiate in una caserma militare e lasceranno per via aerea
da Maiduguri (capitale dello Stato di Borno) il Camerun, ha aggiunto
la fonte. A metà aprile, la Nigeria aveva celebrato con tristezza il
terzo anniversario del sequestro di più di 200 ragazze da parte del
gruppo jihadista, avvenuto nel 2014. Nel mese di ottobre 2016, 21
ragazze erano state liberate con i bambini nati in cattività, a
seguito di negoziati tra Boko Haram e il governo, con l’aiuto del
Comitato della Croce rossa internazionale e della Svizzera.
Nel mese di aprile 2014, dopo il
rapimento di massa di 276 adolescenti, 71 erano riuscite a fuggire
subito dopo il rapimento, che aveva provocato un’ondata di
indignazione in tutto il mondo. Le studentesse chibok sono diventati
così il simbolo di decine di migliaia di persone ancora detenute da
Boko Haram, che utilizza il rapimento di massa come strumento di
reclutamento. Il mondo intero è stato toccato dalla situazione di
queste giovani ragazze, al punto che molte celebrità hanno
partecipato all’hashtag #bringbackourgirls (riportate le nostre
ragazze). Ma Boko Haram «continua a rapire donne e ragazze, ma anche
ragazzi, per farli soffrire la peggiore delle punizioni: esse vengono
violentate, picchiate e costrette a commettere attacchi suicidi», ha
denunciato Makmid Kamara, rappresentante di Amnesty Internazional in
Nigeria, nel terzo anniversario del loro rapimento. «Purtroppo la
maggior parte dei suoi rapimenti non sono riportati dalla stampa.
Molti genitori, molte famiglie hanno abbandonato ogni speranza di
trovare i loro cari», ha scritto M. Kamara nel mese di aprile.
Boko Haram si è diffusa in Nigeria sin
dal 2009. Ha iniziato la sua missione mortale nel Nord-Est del Paese.
Dal 2014 ha attraversato il confine per attaccare anche i Paesi
vicini. Gli attacchi sono sanguinosi, nonostante le risposte degli
eserciti dei Paesi vicini. L’accesso al Nord-Est del Paese, cioè
al vasto territorio confinante col Ciad, il Camerun e il Niger resta
estremamente difficile. Anche se, certamente, Boko Haram ha ormai il
controllo solo su alcuni territori, anche perché il gruppo si è
recentemente spaccato in due. Il terrorismo e la lotta contro di
esso, va detto, ha fatto finora più di 20 mila morti e 2,6 milioni
di sfollati.
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