Papa Francesco
"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco
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venerdì 5 maggio 2017
Non si abitano luoghi, ma relazioni
Al convegno della chiesa italiana a
Firenze si è detto, a voce alta, che dobbiamo recuperare quella
speranza che, sorretta dalla la fiducia che Dio mostra verso di noi,
ci permette di guardare oltre i nostri limiti e le nostre
contraddizioni, ci fa ritenere possibile un mondo nuovo... da
abitare, e ci spinge a percorrere con coraggio la via
dell'abitare.
Una via, che è stata declinata in questo modo:
"Non si abitano solo luoghi, si
abitano anzitutto relazioni...
Ma in che cosa consistono,
concretamente, queste relazioni buone che ci troviamo ad abitare, e
che dobbiamo rilanciare e praticare nella vita di tutti i giorni?
Esse possono venir sintetizzate da alcuni verbi: ascoltare, lasciare
spazio, accogliere, accompagnare e fare alleanza...
• Ascoltare:
allestendo sempre di più luoghi in cui, in un'epoca di grandi
solitudini, vi sia la possibilità di parlare e di essere
ascoltati.
• Lasciare spazio all'altro: creando e inventando nuovi
rapporti fra le generazioni. Fra giovani e adulti, fra uomini e
donne, fra bambini e anziani.
• Accogliere: assumendo atteggiamenti
di apertura, soprattutto verso le persone più fragili. Vi sono
varie forme di fragilità, oggi, che richiedono un'attiva
attenzione.
• Accompagnare e fare alleanza con le persone che hanno
bisogno di noi: accompagnandole nelle difficoltà, nella malattia,
anche nella morte.
E tutto questo nei luoghi in cui viviamo tutti i
giorni. C’è chi ha proposto, nel concreto, una vera e propria
“pastorale del condominio”.
Dal convegno di Firenze siamo
chiamati a stimolarci verso un impegno diffuso, di un cristianesimo
vissuto a tutti i livelli e testimoniato quotidianamente, nella
trasparenza dei comportamenti. Sogniamo concretamente: una chiesa
beata, sul passo degli ultimi, capace di mettere in cattedra i
poveri, i disabili, gli scartati...una chiesa capace di
disinteressato interesse, che metta a disposizione le proprie
strutture e le proprie risorse per liberare spazi di condivisione e
di incontro in cui sacerdoti, laici, famiglie possano sperimentare la
“mistica del vivere insieme”...una chiesa capace di abitare in
umiltà, in atteggiamento di servizio e collaborazione.
E Siamo
sollecitati a ripensare la politica, e di farlo in una chiave che sia
davvero comunitaria, non delegare e poi disinteressarsi di ciò che
viene deciso in nostro nome.
Bisogna accompagnare i decisori, che
sono i nostri rappresentanti; non bisogna lasciarli soli, ma assumere
l’impegno per una vera cittadinanza attiva. In questo senso le
molte scuole di socio-politica diocesane (Trento, Verona, Trieste,
per citarne alcune) possono dare basi solide. Ma non basta. “Anche
se in internet c’è tutto, stando fermi non si capisce nulla della
vita” ha detto don Patriciello dalla terra dei veleni.
Occorre,
perciò, mettersi in strada, metterci la faccia, insieme con gli
uomini e le donne di buona volontà.
“Diventare un popolo, ci
ricorda papa Francesco, è qualcosa di più, e richiede un costante
processo nel quale ogni nuova generazione si veda coinvolta. È un
lavoro lento e arduo che esige di volersi integrare e di imparare a
farlo fino a sviluppare una cultura dell’incontro in una pluriforme
armonia”. (EG 220).
Per un discepolo e discepola di Gesù non
esistono luoghi che siano troppo distanti, ma soltanto prossimi da
raggiungere. Abitare il mondo è nostro impegno e missione.
Don
Felice Tenero Flora Massari
Pubblicato su NotiCum – Il mensile
della Fondazione CUM - n.5-2017
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