Papa Francesco
"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco
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martedì 30 maggio 2017
«l’obiettivo non è il reddito per tutti ma il lavoro per tutti»: Papa Francesco All'Ilva di Genova
A Genova il papa in visita all'Ilva, ha rivendicato per i suoi figli lavoro
e dignità con parole mai così esplicite e circostanziate, ha
spiegato che avrebbe tracciato il «profilo dell’imprenditore» per
tirare una linea rossa e dividere per sempre la buona economia e la
speculazione che uccide, ha condannato i ricatti e lo sfruttamento
dei giovani con la durezza del padre che vede la propria progenie
spegnersi e ha fatto anche un po’ di catechesi, spiegando il legame
tra lavoro e Creazione, tra lavoro ed Eucaristia, tra lavoro e
preghiera.
Solo nel quadro di questa pedagogia
economica, si capisce che le parole politicamente più impegnative
del Papa sul reddito di cittadinanza non vanno lette con le
lenti della politica politicante ma con quelle della Storia e della
Dottrina Sociale della Chiesa. L’appello di Genova - «l’obiettivo
non è il reddito per tutti ma il lavoro per tutti, perché solo così
ci sarà dignità per tutti» e, nota bene, »dev’essere lavoro,
non pensione, perché è contrario alla dignità dare un assegno e
dire: arrangiati» - può sembrare in contraddizione con il messaggio
di un Pontefice che ha fatto dell’accoglienza dei poveri una delle
priorità, ma nella pedagogia del prete come nel magistero del Papa
l’obiettivo resta sempre la dignità della persona umana, un valore
che si tutela nell’offrire accoglienza al profugo e lavoro al
giovane. Attraverso le lenti della Storia, che sono quelle del
Cristianesimo, una democrazia che non offra lavoro ai giovani non sta
in piedi e un’economia che si organizzi intorno al principio
competitivo della meritocrazia, ha
spiegato il Papa, mina le proprie basi,
in quanto ogni organizzazione umana si regge sulla fiducia, e produce
una «legittimazione etica della diseguaglianza» che impedisce la
coesione sociale.
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