Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

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mercoledì 17 maggio 2017

La via dignitosa dei corridoi umanitari


Sorrisi al posto dei visi stremati e sconvolti, lacrime di gioia invece che di dolore e di paura, sensazione di sollievo, speranza di poter ricominciare da capo, applausi e abbracci che nessuna polemica potrà mai scalfire. E’ così che l’atterraggio dei profughi siriani all’aeroporto di Fiumicino, arrivati in piena sicurezza e legalità grazie ai corridoi umanitari, si trasforma sempre in una festa, che fa bene a chi è accolto e a chi accoglie. Un’iniziativa di successo, lanciata a febbraio 2016 dalla Comunità di Sant'Egidio, dalla Tavola valdese e dalla Federazione delle comunità evangeliche d'Italia, e che ad oggi ha già portato in Italia sane e salve quasi 800 persone. Si tratta perlopiù di famiglie (tantissimi i bambini e i minori), i casi più fragili individuati nei campi profughi libanesi, a cui vengono risparmiati così i viaggi della disperazione lungo la rotta balcanica, o le violenze in Libia, affidati a trafficanti senza scrupoli, e il rischio – purtroppo molto concreto – di finire annegati in fondo al Mediterraneo: è di soli pochi giorni fa, ad esempio, la notizia di due naufragi al largo delle coste libiche in cui si teme un bilancio di 200 morti. L’ultimo episodio di una lunga scia di morte, che vede già oltre mille vittime del mare solo dall’inizio di quest’anno.


La Siria, però, non è l’unico paese contemplato dal progetto: è previsto infatti l’arrivo di profughi dal Marocco, “dove approda gran parte di chi proviene dai Paesi subsahariani interessati da guerre civili e violenza diffusa”, e dall’Etiopia, dove a fine aprile Caritas Italiana e Comunità di Sant’Egidio sono andati in missione operativa congiunta proprio per aprire il primo corridoio umanitario dall’Africa: porterà in Italia – in modo legale, sicuro e dignitoso – 500 profughi eritrei, somali e sud sudanesi. Il protocollo di intesa con lo Stato italiano era stato siglato a Roma il 12 gennaio 2017, promosso dalla Cei, che agisce attraverso Caritas italiana e Fondazione Migrantes, e dalla Comunità di Sant’Egidio, ed è finanziato con fondi Cei 8 per mille. Fondamentale sarà il ruolo dell’ambasciata italiana, così come delle agenzie dell'Onu impegnate nella gestione dei profughi: secondo l’Unhcr, l’Etiopia è infatti oggi il Paese che accoglie il maggior numero di rifugiati in Africa, piú di 670.000 persone, afflusso determinato da una pluralità di motivi tra cui la guerra civile in Sud Sudan scoppiata nel dicembre 2013.

trovate per intero l'articolo su UNIMONDO




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