Papa Francesco
"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco
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venerdì 5 gennaio 2018
Violenza e guerra nel mondo d'oggi - parte 1 di 3 (di d.Francesco Ondedei)
Come
l'uomo si può orientare nella realtà contemporanea.
Violenza
e guerra nel mondo d'oggi
(1)
di don
Francesco Ondedei
C'erano tre uomini su un
aereo, un canfrese un kennesco e un ilblese. Ad un certo punto l'aereo
ha un'avaria ed il pilota si accorge che ci sono solo tre paracadute.
“io devo salvarmi per raccontare come sono andate le cose!” dice
ai tre passeggeri preoccupati. “ma per decidere chi prenderà il
pracadute vi farò delle domande.” Chiama l'ilblese e gli chiede:
“come si chiamano gli abitanti dell'Ecuador?”. “Ecuadoregni!”
risponde. “Bravo! Prendi il paracadute” gli fa. Si fa avanti il
canfrese e gli chiede: “come si chiamano gli abitanti di Mosca?”
e quello risponde: “moscoviti!” “Bravo! Prendi il paracadute”.
Si fa avanti il kennesco scoraggiato e dice “Per me non c'è
speranza!”. Il pilota lo rassicura “aspetta! Ti faccio la domanda
e poi vedremo!”.
Pausa.
“Come si chiamano gli abitanti della
Cina?” il tedesco sorride e risponde velocemente “Cinesi!”. Al
che il pilota con voce quasi rallentata, battendo il dorso di una
mano nel palmo dell'altra, alza il tono della voce e comincia a dire
“I NOMI! I NOMI!”.
Forse vi ha divertito. È una barzelletta. Possiede tante chiavi di lettura.
Per esempio: è
indicativo che esista una identità tra il pilota nella finzione e
chi racconta la barzelletta nella realtà. Sono loro – o dovrei
dire io – che decidono – o meglio decidiamo - chi far morire:
l'ultimo a cui facciamo la domanda!
C'è poi la finzione
delle domande: sembra quasi che la risposta giusta possa salvare la
situazione, mentre non cambia nulla per l'aereo che sta precipitando
e che cadrà in ogni modo. Che i passeggeri rispondano esattamente
alle domande non cambierà la tragica sorte del veicolo che li
trasporta! Tutt'al più potranno cercare una salvezza individuale!
C'è poi il modo in cui i
passeggeri affrontano la realtà: rispondere alla domanda significa
essere capaci portatori di sapienza e questo li dovrebbe salvare. È
l'atteggiamento assai diffuso di mentalizzare i problemi. Siamo per
così dire disposti a credere che se avremo abbastanza sapienza da
poter dare la risposta teorica a ciò che accade nella nostra vita e
nella storia dell'umanità, allora saremo salvi! Trovare una
soluzione teorica dovrebbe portare di conseguenza anche ad una
soluzione reale di quegli stessi problemi e saremo salvi: viene
supposta una relazione di causalità del tutto immaginaria tra le due
cose. (siamo sempre di fronte alla riproposizione in forma diversa
dell'argomento ontologico, rispetto al quale io mi trovo piuttosto
sul versante kantiano)
Infine c'è pure la
questione dei nomi: chi sono gli abitanti di un paese? Un mucchio di
individui che basta radunare sotto un unico denominatore artificiale
o un insieme di persone irriducibili per i quali è necessario
assolutamente descriverli uno per uno. Basta il concetto di essere
umano o debbo tenere conto di tutti e singoli gli esseri umani per
venire a capo di chi o cosa sia l'uomo, l'essere umani? Per dire chi
è una persona siamo costretti a partire dalla sua appartenenza a
qualche gruppo nazionale o altro, oppure dovremmo identificarla
soprattutto per quella unicità che è? Ma praticando questa strada,
avremo tempo di salvare noi stessi prima che l'aereo cada?
Sembro confondere le
acque, vero? Eppure i meccanismi di questa ironia ci permettono di
guardare i riflessi delle contraddizioni della nostra storia
presente: le industrie dei paesi che affermano diritti democratici e
che fanno affari con governi o dittatori di paesi dove neppure i
diritti umani vengono contemplati! Le armi che riforniscono le
miriadi di guerre locali provengono spesso da parti consistenti di
PIL dei paesi più ricchi dove una pace apparente si misura non sul
benessere condiviso ma sull'accesso a dei beni di consumo! La
difficoltà a distinguere i molteplici piani di realtà descritti
attraverso carta stampata, video informazione, flussi di dati sulla
multi-rete internet, che si intrecciano agli interessi economici,
politici, religiosi, di minoranza: cos'è realmente accaduto quando
sentiamo che è accaduto qualcosa su questa terra? La vita allacciata
al cibo e all'acqua sempre più regolata non come appartenenza ai
beni comuni condivisa da tutti, ma come singoli porzioni da
acquistare e consumare, o magari da “mostrare” con un'EXPO!
Anche questi sono tutti
aerei come quello della barzelletta e voi vi trovate stasera insieme
per decidere come parlarne. Sarete uno di quei passeggeri? O il
pilota? Oppure è ammesso essere altro da questo?
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