Papa Francesco
"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco
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domenica 14 gennaio 2018
Accogliere, proteggere, promuovere, integrare: 104esima Giornata mondiale del migrante e del rifugiato
Nel mondo sono circa un miliardo le
persone in movimento, quasi un essere umano su sette; in Italia i
migranti arrivati attraverso la rotta mediterranea nel 2017 sono
stati 119 mila, il 34% in meno rispetto allo scorso anno. Si stima
che i morti o dispersi nella rotta del Mediterraneo centrale dal Nord
Africa verso l'Italia siano stati 3.116. Da inizio anno sono oltre
400 i bambini morti in mare.
Oggi nelle chiese cattoliche si celebra la 104esima giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Nel messaggio che Papa Francesco ha inviato nell'agosto scorso stanno al centro 4 azioni:
Accogliere. Ecco allora i quattro verbi-azione che
il Papa propone: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Per
ognuno di loro il Messaggio offre anche indicazioni pratiche su come
attuare questo invito. L'accogliere diventa "innanzitutto
offrire a migranti e rifugiati ingresso sicuro e legale nei Paesi di
destinazione" in modo che si sfugga al traffico di esseri umani.
Sì, dunque, a visti umanitari, ai ricongiungimenti familiari, alla
creazione di corridoi umanitari, alla formazione del personale di
frontiera perché sappia operare nel rispetto della dignità umana.
Forte chiaro il no a "esplusioni collettivie e arbitrarie".
Proteggere il loro cammino. Anche il proteggere viene declinato dal
Papa con alcune proposte operative concrete. In primo luogo
l'informazione, sia in Patria sia nei luoghi in cui si recheranno,
per evitare "pratiche di reclutamento illegale". Ma anche
con il riconoscimento e la valorizzazione delle "capacità e
delle competenze dei migranti, richiedenti asilo e rifugiati",
che rappresentano "una vera risorsa per le comunità che li
accolgono". Dunque integrazione passando dal mondo del lavoro,
perché in esso vi è anche la dignità dell'uomo. Un pensiero il
Papa lo rivolge anche ai minori, specialmente quelli non
accompagnati, affinché, in assenza di documenti reali, diventino
apolidi. Il Papa chiede che nel rispetto del diritto universale a una
nazionalità «questa va riconosciuta e opportunamente certificata a
tutti i bambini e le bambine al momento della nascita».
Promuovere la dignità della persona. Promuovere è il terzo verbo-azione
indicato dal Messaggio. In questo punto il Papa invita la comunità
che accoglie di "mettere queste persone in condizione di
realizzarsi come persone in tutte le loro dimensioni", compresa
quella religiosa, garantendo "a tutti gli stranieri presenti sul
territorio la libertà di professioni e pratica religiosa". E
ancora una volta l'integrazione lavorativa è una azione da
promuovere con sempre maggior efficacia.
Integrare, cioè incontrarsi. Non meno importante la quarta pista di
lavoro: integrare. Questo non vuole dire affatto assimilare, precisa
papa Francesco nel suo messaggio, ma "aprirsi a una maggior
conoscenza reciproca per accogliere gli aspetti validi" di cui
ogni cultura è portatrice. Ecco allora l'invito ad accellerare
questo processo anche "attraverso l'offerta di cittadinanza
slegata da requisiti economici e linguistici e di percorsi di
regolarizzazione straordinaria per migranti che possano vantare una
lunga permanenza nel Paese".
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