Papa Francesco
"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco
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sabato 20 gennaio 2018
Non c'è gioia cristiana quando si rubano gli elementi della festa della vita (Papa Francesco alla messa per l'integrazione in Cile)
Dall'omelia di Papa
Francesco per la Santa Messa e celebrazione fraterna per
l'integrazione dei popoli, in onore di Nuestra Señora del Carmen,
madre e regina del Cile, tenutasi a Campo Lobito nella città cilena
di Iquique, durante il viaggio apostolico in Cile e Perù (giovedì
18 gennaio 2018):
Questa terra è terra di
sogni, ma facciamo in modo che continui a essere anche terra di
ospitalità. Ospitalità festosa, perché sappiamo bene che non c’è
gioia cristiana quando si chiudono le porte; non c’è gioia
cristiana quando si fa sentire agli altri che sono di troppo o che
tra di noi non c’è posto per loro (cfr Lc 16,31).
Come Maria a Cana,
cerchiamo di imparare ad essere attenti nelle nostre piazze e nei
nostri villaggi e riconoscere coloro che hanno una vita “annacquata”;
che hanno perso – o ne sono stati derubati – le ragioni per
celebrare. E non abbiamo paura di alzare le nostre voci per dire:
«Non hanno vino». Il grido del popolo di Dio, il grido del povero,
che ha forma di preghiera e allarga il cuore e ci insegna ad essere
attenti.
Siamo attenti a tutte le
situazioni di ingiustizia e alle nuove forme di sfruttamento che
espongono tanti fratelli a perdere la gioia della festa. Siamo
attenti di fronte alla precarizzazione del lavoro che distrugge vite
e famiglie. Siamo attenti a quelli che approfittano dell’irregolarità
di molti migranti, perché non conoscono la lingua o non hanno i
documenti in regola. Siamo attenti alla mancanza di casa, terra e
lavoro di tante famiglie. E come Maria diciamo: non hanno vino.
Come i servi della festa,
portiamo quello che abbiamo, per quanto sembri poco. Come loro, non
abbiamo paura a “dare una mano”, e che la nostra solidarietà e
il nostro impegno per la giustizia facciano parte del ballo e del
canto che oggi possiamo intonare a nostro Signore. Approfittiamo
anche per imparare e lasciarci impregnare dai valori, dalla sapienza
e dalla fede che i migranti portano con sé. Senza chiuderci a quelle
“anfore” piene di sapienza e di storia che portano quanti
continuano ad arrivare in queste terre. Non priviamoci di tutto il
bene che hanno da offrire.
E poi, lasciamo che Gesù
possa completare il miracolo, trasformando le nostre comunità e i
nostri cuori in segno vivo della sua presenza, che è gioiosa e
festosa perché abbiamo sperimentato che Dio-è-con-noi, perché
abbiamo imparato a ospitarlo in mezzo a noi, nel nostro cuore. Gioia
e festa contagiosa che ci porta a non escludere nessuno dall’annuncio
di questa Buona Notizia, e a trasmetterla.
Tutto quello che è della
nostra cultura originaria, dobbiamo condividerlo con la nostra
tradizione, con la nostra sapienza ancestrale perché colui che venga
incontri sapienza. Questa è la festa. Questa è acqua trasformata in
vino. Questo è il miracolo che fa Gesù. Maria, coi diversi titoli
con cui è invocata in questa benedetta terra del nord, continui a
sussurrare all’orecchio del suo Figlio Gesù: «Non hanno vino», e
in noi continuino a farsi carne le sue parole: «Qualsiasi cosa vi
dica, fatela».
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