Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

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lunedì 11 maggio 2020

11 maggio 2020 “siate benedetti dal Signore” (commento a Gv 14, 21-26)

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Gli disse Giuda, non l’Iscariòta: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?».
Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».


Leggere al contrario o guardare allo specchio? Ci sono dei termini, anche in italiano, che quando vengono lette al contrario, non cambiano nulla, tanto nella struttura quanto nel significato: otto, afa, ingegni, esose. Si possono leggere da destra a sinistra o da sinistra a destra senza che cambino. C’è una bella differenza con un’immagine allo specchio. Sembra una perfetta riproduzione, ma la realtà viene invertita: ciò che era a destra ora è a sinistra e viceversa. In più nasce la consapevolezza: io sono io ma sono anche quello, io non sono quello, dunque io sono altro. Essere palindromi significa essere simmetrici, invariabili. Essere speculari significa essere asimmetrici, variabili. La simmetria della luce e dei colori di uno specchio è illusoria, come ci insegna Alice, gli specchi sono un altro mondo, un universo parallelo!

La domanda di Giuda (ricordate? Tre persone, tre domande in questo capitolo, cfr i commenti dei giorni precedenti 8 maggio, 9 maggio, 10 maggio) si appella a quello spirito democratico che giustamente abita in noi ma che a volte, quando si afferma in modo ideologico, finisce per dimenticare la storia. La democrazia ha sempre bisogno di avviare processi e non di obbligare risultati, per non essere manipolabile né divenire demagogica. Una democrazia stanca nel cuore delle persone, finisce per desiderare un uomo sbrigativo e forte, con soluzioni rapide e che riescano a tacitare le scontentezze momentanee. Ma rimandare all’infinito non si può. E allora Giuda chiede: come mai Dio si rivela ad alcuni e ad altri no? Che poi tradotto nel nostro corrente pensiero potremmo tradurre oggi così: se Dio esiste, perché non ci credono tutti quanti? Oppure perché si rivela solo a pochi scelti? Ed io che ci credo: sono più intelligente o più stupido?

Posta così la domanda si avvicina maggiormente alla nostra sensibilità, anche se di certo non esaurisce solo in questo il suo valore. Gesù sembra più o meno rispondere con le stesse parole, infatti dopo la domanda, succedono affermazioni simili: prima «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui» (v.21). Dopo «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato» (vv 23-24). A “i miei comandamenti” corrisponde “la mia parola”, segue poi la simile danza di amore tra il Figlio, il Padre e chi accoglie/osserva la Parola. La variante è nel cuore e nello Spirito: le stesse cose ma sotto la luce di colui che è capace di consolare, di prendersi cura, di stare vicino, di farsi prossimo, di non spezzare ciò che è incrinato, di risollevare, di fare memoria nel nostro cuore, di ricordare le stesse cose di prima ma con una consapevolezza completamente diversa.

È quella che potremmo sintetizzare come la gioia di Cleopa e dell’altro: Emmaus è lo specchio, il punto in cui tutti i fatti di prima finiscono per trovare una forma speculare e far acquisire una coscienza nuova, una consapevolezza di quanto è avvenuto che investe la realtà e ne modifica il senso. Quel Gesù che è stato condannato a morte ed ucciso in croce mi ha amato fino a quel punto! Chi è stato tradito, chi è stato consegnato nelle mani dei giudici e dei boia, ha chiuso le sue mani o le ha lasciate aperte? Ecco cosa ci stupisce delle persone: quando dovrebbero lasciarsi andare, perdere ogni speranza, invece scopriamo che qualcuno continua a sperare, a lottare. Quando l’egoismo sembra prevalere intorno, qualcuno non risponde con la chiusura ma lasciando aperte le mani. Qualche giorno fa mi ha telefonato una mamma, commossa mi diceva della situazione economica che come minimo sarà triste per il lavoro suo e del marito durante i prossimi mesi, parlava con speranza dei figli. “Noi faremo il possibile!”. È nata una rete, non si può sortirne da soli. Ci vuole lo Spirito!

La risposta alla domanda di Giuda è questo guardarsi allo specchio, guardare alla propria storia. Non ci sono esclusi da questa capacità di amare, che è stata rivolta a noi, che abbiamo rivolta agli altri. Dove si manifesta Dio e a chi? In una memoria di amore. Se così fossero le nostre eucaristie, che sapore avrebbe quel pane che tanto diciamo mancarci in questi mesi? È solo durante un cammino che la messa avviene: mi specchio all’altare di Cristo e non guardo alla mia vita semplicemente ripetendo parole simmetriche, che stordiscono, che tendono all’oblio piuttosto che al ricordo.

E oggi, anche se il parrucchiere l’estetista la palestra sono ricordi lontani, provate a specchiarvi che magari verranno fuori ricordi migliori!

Donde

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