Alliance Française, Medicins sans frontières, Biblioteca Amilcar Cabral vi invitano
Govedì 12 aprile 2018 ore 17 - Biblioteca Amilcar Cabral - via San Mamolo 24, Bologna
all'INAUGURAZIONE della mostra fotografica
ITINÉRAIRES INTÉRIEURS.
Le abitazioni dei migranti nei campi di Francia e Grecia.
Fotografie e testimonianze di Bruno Fert
e alla presentazione del volume
ATLAS DES MIGRANTS EN EUROPE. Approches critiques des politiques migratoires a cura di Migreurop (Armand Colin, 2017)
Intervengono:
Filippo Furri, Migreurop
Selenia Marabello, Università di Bologna
Davide Papotti, Università di Parma
Fulvio Pezzarossa, Università di Bologna
MSF: sarà presente un desk con materiale informativo a cura dei volontari del Gruppo di Medici Senza Frontiere di Bologna. Con l’ausilio dei visori 3D sarà possibile vivere un viaggio a 360° nella realtà di milioni di persone in fuga da guerre, catastrofi, epidemie.
Si potrà visitare la mostra dal 12 aprile al 3 maggio 2018 negli orari di apertura della Biblioteca
Ingresso libero
Bruno Fert ha scelto di parlare dei migranti che attraversano il Mediterraneo per trovare rifugio in Europa, mostrando le loro abitazioni all’interno dei campi o delle “jungles” in Francia e in Grecia. Questi rifugi, nonostante siano provvisori, riflettono l’individualità di coloro che li abitano. Raccontano la loro vita in un momento difficile e importante del loro percorso.
Questo progetto ha ottenuto il Premio della Fotografia Marc Ladreit de Lacharrière-Académie des beaux-arts.
“Un interno è un luogo della vita, una casa. Un luogo d’intimità. Riflette ciò che ciascuno possiede e quello che è, la sua identità così come le sue aspirazioni.
Quello che mi interessa è il modo in cui questi uomini e queste donne ricreano una casa con alcuni oggetti: oggetti conservati durante tutto il viaggio in ricordo della loro vita passata, oggetti fabbricati o acquistati per migliorare il loro quotidiano, per trasformare il loro rifugio e allontanare la loro sofferenza.
Abitare è ciò che noi tutti abbiamo in comune. Nomadi o sedentari, tutti abitiamo. I rifugi temporanei delle popolazioni migranti riflettono le loro personalità, così come i nostri appartamenti e le nostre case parlano di noi. È a partire da questo punto in comune che voglio portare il pubblico a identificarsi, a mettersi al posto dell’altro osservando il luogo in cui vive.
Alle immagini d’interni vengono ad aggiungersi i ritratti dei loro occupanti. Realizzate su fondo neutro, queste immagini mostrano i volti di questi uomini e di queste donne dissociandoli dal contesto. Non è più l’immagine di un migrante che cammina nel fango tra le tende, ma il viso di un mio simile. Il viso di un uomo o di una donna che mi guarda.” [Bruno Fert]
Il prossimo incontro del Gruppo di lettura sulla letteratura israeliana contemporanea è mercoledì 18 aprile | dalle 17.00 alle 19.00 - presso la Biblioteca Amilcar Cabral - via San Mamolo 24, Bologna
Si parlerà del romanzo Una storia di amore e di tenebra di Amos Oz (Feltrinelli, 2015)
Introduce Anna Grattarola
Amore e tenebra sono due delle forze che agiscono in questo libro, un'autobiografia in forma di romanzo, un'opera letteraria complessa che comprende le origini della famiglia di Oz, la storia della sua infanzia e giovinezza prima a Gerusalemme e poi nel kibbutz di Hulda, l'esistenza tragica dei suoi genitori, e una descrizione epica della Gerusalemme di quegli anni, di Tel Aviv che ne è il contrasto, della vita in kibbutz, negli anni trenta, quaranta e cinquanta.
Amos Oz (Gerusalemme 1939), nato Amos Klausner è uno scrittore e saggista israeliano. Oltre ad essere autore di romanzi e saggi, Oz è giornalista e docente di letteratura alla Università Ben Gurion del Negev, a Be’er Sheva. Sin dal 1967 è un autorevole sostenitore della “soluzione dei due stati” del conflitto arabo-israeliano. Nel 2008 ha ricevuto una laurea honoris causa dall’Università di Anversa. Nel 2007 ha vinto il premio “Premio Príncipe de Asturias de las Letras” e il premio Fondazione Carical Grinzane per la cultura mediterranea. Nel 2008 ha ricevuto il premio Dan David, nello stesso anno ha vinto anche il Premio Internazionale Primo Levi
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