Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

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sabato 28 aprile 2018

Africa : «L’umanità prevalga sugli interessi»

I versi di una poesia di un giovane migrante, morto di fame e di stenti una volta raggiunta la costa italiana, hanno aperto l’intervento di  padre Mussie Zerai alla messa missionaria mensile.  

Il sacerdote eritreo padre Mussie Zerai, attivista per i diritti umani, è stato ospite del Centro missionario diocesano e ha portato al cinema Arena di Nonantola la sua esperienza personale, dall’arrivo in Italia nel 1992 ancora minorenne, all’impegno per aiutare i migranti.

«In Libia ci sono tanti centri di detenzione che sono veri e propri lager, dove le persone sono violate nella dignità e nel corpo. Con questi paesi si continua a fa- re accordi pur di non accogliere migranti e profughi. La morte del ragazzo che ha scritto la poesia è il risultato di questa situazione. Oggi stiamo assistendo ad un altro fenomeno preoccupante: la criminalizzazione della solidarietà, il volto peggiore della società contemporanea. Oggi essere solidali con i migranti è diventato un crimine e questo è un problema. 
Deve prevalere l’umanità: prima salviamo le vite, poi discutiamo di come accogliere. Criminalizzare le Ong che hanno salvato vite nel Mediterraneo è un modo per nascondere le responsabilità dei governi». 

Padre Zerai, che nel 2015 è stato candidato a ricevere il Nobel per la pace, ha anche raccontato la difficile situazione politica che sta attraversando il suo paese, e si è soffermato sulle logiche e gli interessi che stanno dietro alle guerre che hanno come campo di battaglia l’Africa:

«Da una parte ci sono i potenti, che vogliano giocare alla guerra, ma non vogliono farla a casa loro. Dall’altra le persone, che si trovano costrette a scappare dai territori di guerra.    
Gli Stati non possono vendere armi per 110 miliardi di dollari e non aspettarsi che arrivino i profughi.

Ci sono circa trenta conflitti in Africa e tutte hanno dietro un interesse economico o geopolitico. L’Africa è tornata ad essere terreno di scontro delle superpotenze mondiali, e a pagarne le conseguenze sono sempre e solo gli africani».         di Luca Beltrami – Nostro Tempo

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