Papa Francesco
"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco
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lunedì 2 aprile 2018
Fermare le guerre! Papa Francesco il giorno di Pasqua
Fermare «immediatamente» lo
«sterminio in corso in Siria». Lo chiede Papa Francesco nel
messaggio pasquale Urbi et Orbi (alla città di Roma e al mondo). Il
Pontefice, affacciatosi a mezzogiorno alla loggia centrale della
Basilica di San Pietro, ha ricordato l’evento della Pasqua:
«Proprio questo è accaduto: Gesù, il chicco di grano seminato da
Dio nei solchi della terra, è morto ucciso dal peccato del mondo, è
rimasto due giorni nel sepolcro; ma in quella sua morte era contenuta
tutta la potenza dell’amore di Dio, che si è sprigionata e si è
manifestata il terzo giorno, quello che oggi celebriamo».
«Noi cristiani – ha aggiunto -
crediamo e sappiamo che la risurrezione di Cristo è la vera speranza
del mondo, quella che non delude. È la forza del chicco di grano,
quella dell’amore che si abbassa e si dona fino alla fine, e che
davvero rinnova il mondo. Questa forza porta frutto anche oggi nei
solchi della nostra storia, segnata da tante ingiustizie e violenze.
Porta frutti di speranza e di dignità dove ci sono miseria ed
esclusione, dove c’è fame e manca il lavoro, in mezzo ai profughi
e ai rifugiati – tante volte respinti dall’attuale cultura dello
scarto –, alle vittime del narcotraffico, della tratta di persone e
delle schiavitù dei nostri tempi».
Il Papa ha domandato pace per il mondo
intero, a cominciare dalla Siria, «la cui popolazione è stremata da
una guerra che non vede fine. In questa Pasqua, la luce di Cristo
Risorto illumini le coscienze di tutti i responsabili politici e
militari, affinché si ponga termine immediatamente allo sterminio in
corso, si rispetti il diritto umanitario e si provveda ad agevolare
l’accesso agli aiuti», assicurando «condizioni adeguate per il
ritorno» degli sfollati.
Frutti di riconciliazione Francesco ha
chiesto per la Terra Santa, «anche in questi giorni ferita da
conflitti aperti che non risparmiano gli inermi», ha detto
riferendosi ai manifestanti palestinesi uccisi a Gaza, «per lo Yemen
e per tutto il Medio Oriente, affinché il dialogo e il rispetto
reciproco prevalgano sulle divisioni e sulla violenza». Il Papa ha
auspicato che i cristiani, i quali «non di rado subiscono soprusi e
persecuzioni», essere testimoni della «vittoria del bene sul male».
Bergoglio ha quindi supplicato «frutti
di speranza» per le regioni africane «travagliate dalla fame, da
conflitti endemici e dal terrorismo. La pace del Risorto risani le
ferite nel Sud Sudan: apra i cuori al dialogo e alla comprensione
reciproca. Non dimentichiamo le vittime di quel conflitto,
soprattutto i bambini! Non manchi la solidarietà per le molte
persone costrette ad abbandonare le proprie terre e private del
minimo necessario per vivere».
Francesco ha implorato «frutti di
dialogo» per la penisola coreana, auspicando che i colloqui in corso
«promuovano l’armonia e la pacificazione della regione», e
chiedendo ai responsabili di agire «con saggezza e discernimento per
promuovere il bene del popolo coreano e costruire rapporti di fiducia
in seno alla comunità internazionale».
Frutti di pace il Papa ha chiesto per
l’Ucraina, perché vi siano «passi in favore della concordia e
siano facilitate le iniziative umanitarie di cui la popolazione
necessita». Frutti di consolazione Francesco ha supplicato «per il
popolo venezuelano», perché possa «trovare la via giusta, pacifica
e umana per uscire al più presto dalla crisi politica e umanitaria
che lo attanaglia, e non manchino accoglienza e assistenza a quanti
tra i suoi figli sono costretti ad abbandonare la loro patria».
Un pensiero Bergoglio l’ha rivolto ai
bambini che, «a causa delle guerre e della fame, crescono senza
speranza, privi di educazione e di assistenza sanitaria; e anche per
gli anziani scartati dalla cultura egoistica, che mette da parte chi
non è “produttivo”». Infine, Francesco ha invocato «frutti di
saggezza per coloro che in tutto il mondo hanno responsabilità
politiche, perché rispettino sempre la dignità umana, si adoperino
con dedizione a servizio del bene comune e assicurino sviluppo e
sicurezza ai propri cittadini».
Dopo la benedizione ha augurato
conforto per le famiglie, «specialmente agli anziani che sono la
preziosa memoria della società, e ai giovani che rappresentano il
futuro della Chiesa e dell’umanità».
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