Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

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mercoledì 8 marzo 2017

BERTA CACERES, leader indigena uccisa in Honduras (8 marzo 2017)

Il 2 marzo verrà ricordata in tutto il mondo la leader indigena hondureña, Goldman Prize 2015, assassinata nella sua casa de La Esperanza da un commando di almeno 8 persone, alcune delle quali legate all’esercito del Paese. Castro era con lei quella notte, e fu ferito: “L’arresto degli esecutori materiali non è sufficiente; continuiamo ad esigere giustizia”



























“Berta aveva una straordinaria capacità di analisi della complessità, e sapeva leggere la condizione dei popoli indigeni in relazione al capitalismo, al debito estero, ai trattati di libero commercio, e al ruolo di strumenti e meccanismi multilaterali come l’Organizzazione mondiale del commercio”.


L’ambientalista messicano Gustavo Castro Soto, direttore della Ong Otros Mundos Chiapas AC, ricorda così l’amica Berta Cáceres, uccisa nella notte tra il 2 e il 3 marzo del 2016 nella sua casa de La Esperanza, in Honduras.

Cáceres è stata uccisa nella sua abitazione la mattina del 3 marzo 2016 da alcuni uomini armati. L'attivista ambientale messicano Gustavo Castro Soto è stato ferito da due colpi di pistola alla mano e alla guancia. Gustavo era arrivato a La Esperanza il giorno precedente per incontrare alte 80 persone e "discutere con loro di alternative al progetto idroelettrico". Berta lo aveva invitato a restare da lei "dato che a casa sua c'era una migliore connessione internet che negli altri hotel".

Gustavo raccontò:
"Stavo lavorando al mio intervento quando ho sentito un rumore molto forte. Ho pensato che qualcosa era caduto, ma quando ho sentito urlare Berta ‘Chi è lì?’, ho capito che si trattava di qualcosa di brutto, che era la fine [...] Quando l'uomo armato mi ha raggiunto ho cercato di proteggermi il viso. Ho sentito una pallottola che passava a poca distanza dall'orecchio. Ho pensato che sarei morto. È un miracolo che sono sopravvissuto."

oggi, in Centro America è aumentata la criminalizzazione dei movimenti indigeni e sociali. Esistono nuovi accordi di libero scambio, e fronteggiamo un numero crescere di concessioni a mega-progetti che garantiscono a grandi multinazionali la possibilità di sfruttare risorse in territori indigeni e rurali, ma non solo.
Alcun riforme legislative nei Paesi dell’area hanno “legalizzato” l’espulsione delle popolazioni indigene dai loro territori ancestrali e criminalizzato la lotta per i diritti umani. La persecuzione nei confronti delle donne, che spesso guidano i processi di resistenza, è aumentata, e così il numero dei femminicidi, e a tutto questo si accompagna una forte ositlità nei confronti di giornalisti e di tutti coloro che diffondono informazioni utilizzando media alternativi.

L’Honduras è il luogo più pericoloso al mondo per chi vuole difendere il Pianeta. Ben 123 sono gli attivisti per il diritto alla terra e l’ambiente assassinati dopo il colpo di Stato del 2009, secondo un report di Global Witness

Prima del suo assassinio, Berta aveva più volte denunciato gli attacchi e le minacce di morte contro di lei. Berta godeva di fama internazionale: se questo è accaduto a lei, tutto può accadere a qualsiasi altro difensore. Dal giorno dell’omicidio di Berta Caceres, Amnesty International ha documentato una serie di minacce e abusi contro coloro che cercano di ottenere giustizia per lei o che riferiscono di azioni compiute dalle potenti compagnie contro le comunità indigene o i contadini locali.

Il 2 maggio 2016, l’ufficio del Procuratore generale honduregno ha arrestato quattro uomini coinvolti nel crimine e ha riferito che i sospetti avevano legami con la Desa, l’azienda costruttrice della diga di Agua Zarca e con l’esercito. La mancanza di trasparenza nelle indagini, compreso il fatto che la famiglia è stata tenuta sistematicamente all’oscuro per quanto riguarda gli sviluppi, e il rifiuto di mettere in discussione alti funzionari, sta compromettendo l’indagine. La mancanza di giustizia in questo caso è un chiaro segnale che i difensori dei diritti umani possono essere uccisi e che nulla sarà fatto al riguardo.



la mobilitazione dell’ecologista contro il progetto della diga Agua Zarca le era valso il Premio Goldman. A suo parere lo sbarramento sul fiume Gualcarque - considerato sacro dai lenca - poneva a rischio «l’approvvigionamento di acqua, alimenti e medicine di centinaia di indigeni, ignorando il loro diritto a una gestione sostenibile del loro territorio».
«Viviamo in un paese nel quale il 30% del territorio è stato consegnato alle multinazionali dell’industria mineraria, dove sono stati lanciati progetti aberranti, in un’ottica neoliberale secondo la quale l’energia non è più un diritto fondamentale per l’umanità», aveva detto Caceres nel suo discorso di accettazione del premio.
«La morte di Berta avrà un impatto devastante per le organizzazioni di difesa dei diritti umani», ha commentato da parte sua Erika Guevara-Rosas, responsabile per le Americhe di Amnesty International, secondo la quale l’uccisione di Caceres «è una tragedia che si poteva prevedere da anni, perché vittima da anni di una campagna di minacce ed intimidazioni a causa della sua lotta ambientalista».

Berta Isabel Cáceres Flores (Honduras, 4 marzo 1971 – La Esperanza, 3 marzo 2016) è stata un'ambientalista e attivista honduregna.
Leader del popolo indigeno Lenca e co-fondatrice del Consiglio delle organizzazioni popolari ed indigene dell'Honduras (COPINH)., è stata insignita di diversi premi, tra cui il Goldman Environmental Prize 2015, per la campagna di salvaguardia ambientale con cui è riuscita a evitare la costruzione di una diga sul Río Gualcarque, considerato sacro dai Lenca, ad opera di una joint venture tra la compagnia honduregna DESA e la cinese Sinohydro, il più gran costruttore di dighe al mondo. Dopo anni di minacce, è stata assassinata nella sua casa da intrusi armati nelle prime ore del 3 marzo 2016.

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