Papa Francesco
"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco
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domenica 12 marzo 2017
"Questi gesti non si dimenticano": Il martirio di padre Rutilio Grande (12 marzo 1977)
Sono trascorsi 40 anni dall'uccisione di padre Rutilio Grande. Quando si parla del vescovo Oscar Romero non si può dimenticare questa figura di gesuita che fu ucciso tre anni prima di lui, un confratello e amico che gli aprì lo sguardo sulla sofferenza dei più poveri in El Salvador e le ingiustizie che venivano sistematicamente e volontariamente operate contro i più deboli, contadini e lavoratori, a vantaggio della straricchezza di pochi, con la quale volevano comprarsi pure il velo pio da buoni cristiani!
Rutilio Grande nasce nel 1928 in una
famiglia povera, nella cittadina di El Paisnal, nel Salvador. Entrato
a 17 anni nella Compagnia di Gesù, è ordinato sacerdote nel 1959.
Destinato al seminario di San Salvador, per nove anni educa i
seminaristi alla convivenza con i poveri e alla condivisione delle
loro lotte e delle loro attese. Poi gli viene affidata la cura di una
parrocchia di Aguilares, dove si dedica a insegnare a leggere la
realtà alla luce della Parola di Dio. Il 12 marzo 1977, mentre si
reca a celebrare l’Eucaristia, viene assassinato, assieme a due
contadini che l’accompagnano, dagli squadroni della morte. Alla
fine del 2014 la Chiesa diocesana ha avviato il processo di
beatificazione di Rutilio Grande e dei suoi due compagni.
L’assassinio di padre Rutilio Grande,
gesuita, amico e collaboratore di Oscra Romero, ucciso assieme a due catecumeni
appena un mese dopo il suo ingresso in diocesi, divenne l’evento
che aprì l'azione di denuncia profetica del vescovo. L’esercito,
guidato dal partito al potere, arrivò a profanare e occupare le
chiese, come ad Aguilares, dove vennero sterminati più di 200
fedeli. Le catechesi e le omelie di Romero, trasmesse dalla radio
diocesana, vennero ascoltate anche all’estero, diffondendo la
conoscenza della situazione di degrado che la guerra civile stava
provocando nel Paese. La sua popolarità crescente, in El Salvador e
in tutta l’America latina, e la vicinanza del suo popolo, furono in
contrasto con l’opposizione di parte dell’episcopato e con la
diffidenza della Santa Sede, cauta per il timore di una sua eventuale
compromissione con ideologie politiche.
L'assassinio
Rutilio Grande García,venne assassinato il
12 marzo del 1977 (dunque tre anni prima di Romero) mentre si
dirigeva verso la sua parrocchia per celebrare la messa. Con lui
morirono un anziano e un ragazzo adolescente, crivellati da un gruppo
di uomini che gli tesero un agguato disponendosi sui due lati della
strada polverosa che portava alla casa parrocchiale di Aguilares, nel
paese natale di don Rutilio, El Paisnal. Nel libro di un salvadoregno
scritto nel 1985 c’è la fotografia di quel momento. “Benito
Estrada dette il segnale e una pioggia di proiettili cadde sul Safari
e i suoi occupanti” scrisse lo storico gesuita Rodolfo Cardenal.
“Sotto i colpi Tilo perdette il controllo del veicolo, poiché
venne incontrato con i cadaveri insanguinati piegato sul lato destro
con il motore ancora acceso e le ruote che giravano” si legge nel
volume “Historia de una Esperanza, Vida de Rutilio Grande”.
Rutilio Grande aveva allora 48 anni e i
suoi accompagnanti, Manuel Solórzano e Nelson Rutilio Lemus
rispettivamente 72 e 16. Nel veicolo c’erano anche altri due
bambini che sopravvissero e che corsero poi a dare la notizia al
villaggio, El Paisnal appunto, di cui Rutilio era originario.
“Nei momenti più importanti
della mia vita lui mi è stato molto vicino e questi gesti non si
dimenticano mai”. La morte di Rutilio segnerà profondamente i
restanti tre anni di vita di Romero.
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