Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

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mercoledì 21 marzo 2018

"Un giovane deve essere conscio di avere le ali di un profeta" (Papa Francesco)

Per capire un giovane oggi devi capirlo in movimento, non puoi stare fermo e pretendere di trovarti sulla sua lunghezza d’onda. Se vogliamo dialogare con un giovane dobbiamo essere mobili, e allora sarà lui a rallentare per ascoltarci, sarà lui a decidere di farlo. E quando rallenterà comincerà un altro movimento: un moto in cui il giovane comincerà a stare al passo più lentamente per farsi ascoltare e gli anziani accelereranno per trovare il punto d’incontro. Si sforzano entrambi: i giovani ad andare più piano e i vecchi ad andare più veloci. Questo potrebbe segnare il progresso.


Vorrei citare Aristotele, che nella sua Retorica (II, 12, 2) dice: «Per i giovani l’avvenire è lungo e il passato breve; infatti all’inizio del mattino non v’è nulla della giornata che si possa ricordare, mentre si può sperare tutto. Essi sono facili a lasciarsi ingannare, per il motivo che dicemmo, cioè perché sperano facilmente. E sono più coraggiosi poiché sono impetuosi e facili a sperare, e di queste due qualità la prima impedisce loro di aver paura, la seconda li rende fiduciosi; infatti nessuno teme quando è adirato, e lo sperare qualche bene dona fiducia. E sono indignabili». […]

Un giovane ha qualcosa del profeta, e deve accorgersene. Deve essere conscio di avere le ali di un profeta, l’atteggiamento di un profeta, la capacità di profetizzare, di dire ma anche di fare. Un profeta dell’oggi ha capacità sì di condanna, ma pure di prospettiva. I giovani hanno tutte e due queste qualità. Sanno condannare, anche se tante volte non esprimono bene la loro condanna. E hanno anche la capacità di scrutare il futuro e guardare più avanti. Ma gli adulti spesso sono crudeli e tutta questa forza dei giovani la lasciano da sola. Gli adulti spesso sradicano i giovani, estirpano le loro radici, e, invece di aiutarli a essere profeti per il bene della società, li rendono orfani e scartati. I giovani di oggi stanno crescendo in una società sradicata. […]

Per questo una delle prime cose a cui dobbiamo pensare come genitori, come famiglie, come pastori, sono gli scenari dove radicarci, dove generare legami, dove far crescere quella rete vitale che ci permetta di sentirci a casa. Per una persona è una terribile alienazione sentire di non avere radici, significa non appartenere a nessuno. […]

Oggi le reti sociali sembrerebbero offrirci questo spazio di connessione con gli altri; il web fa sentire i giovani parte di un unico gruppo. Ma il problema che Internet comporta è la sua stessa virtualità: il web lascia i giovani per aria e per questo estremamente volatili. Mi piace ricordare una frase del poeta argentino Francisco Luis Bernárdez: « Por lo que el árbol tiene de florido, vive de lo que tiene sepultado ». Quando vediamo dei bei fiori sugli alberi, non dobbiamo dimenticarci che possiamo gioire di questa visione solo grazie alle radici.

Una via forte per salvarci penso sia il dialogo, il dialogo dei giovani con gli anziani: un’interazione tra vecchi e giovani, scavalcando anche, provvisoriamente, gli adulti. Giovani e anziani devono parlarsi e devono farlo sempre più spesso: questo è molto urgente! E devono essere i vecchi tanto quanto i giovani a prendere l’iniziativa. C’è un passo della Bibbia (Gl 3, 1) che dice: «I vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni».

Ma questa società scarta gli uni e gli altri, scarta i giovani così come scarta i vecchi. Eppure la salvezza dei vecchi è dare ai giovani la memoria, questo fa dei vecchi degli autentici sognatori di futuro; mentre la salvezza dei giovani è prendere questi insegnamenti, questi sogni, e portarli avanti nella profezia. […] Vecchi sognatori e giovani profeti sono la strada di salvezza della nostra società sradicata: due generazioni di scartati possono salvare tutti.


Il testo è tratto dal nuovo libro di papa Francesco, «Dio è giovane», una conversazione con Thomas Leoncini (Piemme) che esce in vista della Giornata Mondiale della Gioventù del 25 marzo. © 2018 Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano Pubblicato per Piemme da Mondadori Libri S.p.A. © 2018 Mondadori Libri S.p.A., Milano BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI  

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