Papa Francesco
"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco
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venerdì 8 dicembre 2017
Non confondere l'obbedienza con le idolatrie (Commento di p.Balducci alle letture dell'Immacolata)
8 Dicembre 2017 – IMMACOLATA
CONCEZIONE
Ecco perché il vero cristiano non è
l'uomo docile. Egli non confonde mai l'obbedienza di fede con le
obbedienze che sono forme di idolatria. Gesù è stato l'uomo
dell'obbedienza al Padre e l'uomo della disobbedienza. Egli non ha
obbedito a nessuno se non nella misura in cui le obbedienze terrene -
a cominciare dalla obbedienza ai suoi a Nazareth - erano sottoposte a
questa obbedienza fondamentale. Ora noi dobbiamo ritrovare in Maria
il modello di questa obbedienza.
PRIMA LETTURA: Gn 3,9-15.20- SALMO:
97- SECONDA LETTURA: Ef 1,3-6.11-12- VANGELO: Lc 1,26-38
…Maria non è l'archetipo femminile,
l'eterno femminino, e cosi via, secondo le ambiguità delle devozioni
liriche. Essa è la creatura che ha detto a Dio: «Sia fatto di me
secondo la Tua Parola ». E in lei l'obbedienza di fede è stata
totale. A questo è stata chiamata. La sua vera fecondità è qui,
come già è detto nelle parole di Gesù: «Colui che accoglie le mie
parole e le mette in pratica è mia madre, mio fratello e mia
sorella». C'è una generazione che deriva da questa obbedienza di
fede. E l'obbedienza di fede consiste non solo - come nel caso di
Maria - in questa disponibilità ad un annuncio di cosi radicale
importanza pèr tutti noi, ma consiste, più generalmente, nel vivere
conformandoci al disegno di Dio, cosi come ci è stato manifestato e
ci si manifesta. La docilità di fede non è la docilità storica,
sociale, politica ... ,
che, anzi, la docilità di fede radicando la
coscienza in una misura assoluta rende poi incapaci di ogni altra
obbedienza; o, almeno, subordina ogni altra obbedienza a questa
misura. Ecco perché il vero cristiano non è l'uomo docile. Egli non
confonde mai l'obbedienza di fede con le obbedienze che sono forme di
idolatria. Gesù è stato l'uomo dell'obbedienza al Padre e l'uomo
della disobbedienza. Egli non ha obbedito a nessuno se non nella
misura in cui le obbedienze terrene - a cominciare dalla obbedienza
ai suoi a Nazareth - erano sottoposte a questa obbedienza
fondamentale. Ora noi dobbiamo ritrovare in Maria il modello di
questa obbedienza. La sua perfezione deriva da questa conformità
totale al disegno di Dio, la quale l'ha liberata da ogni altra
soggezione per renderla totalmente funzionale al suo disegno.
Ed
essa, con totale libertà, senza quindi avvilimenti strumentali, con
totale dignità fino a mettersi dinanzi a Dio in atteggiamento
interrogativo (e non dunque in una specie di annientamento: ha
discusso prima di pronunciare la sua parola) è entrata nella storia
della salvezza con tutta se stessa, nell'ombra della Croce,
nell'obbedienza del Figlio dinanzi al Padre e, finalmente, noi lo
affermiamo per fede, nella gloria totale della Resurrezione. Per
concludere: che vuol dire per noi questo mistero? Vuol dire che tutte
le nostre devozioni, in cui ha più peso la religione naturale che
non la luce della fede, devono ricomporsi dentro una verità
essenziale, elementare, attorno alla quale si sviluppa la nostra
esistenza di credenti, secondo varie misure, secondo vari paesi: il
senso della nostra vita è nell'obbedienza alla Parola di Dio.
E
questa obbedienza non ci mette fuori dall'agire storico perché la
Parola di Dio è un disegno sulla storia, è un disegno che riguarda
l'umanità. L'obbedienza a Dio ci colloca - per casi dire - nel
disegno portante della storia umana. Il quale non. è fenomenico, non
è soggetto alle analisi ed alle costruzioni delle filosofie della
storia (valgano quel che valgono), ma si fa evidente nella visione di
fede. Ognuno è chiamato a vivere in questo disegno segreto che sarà
manifestato nella gloria. L'obbedienza al disegno di Dio non può che
trasformarsi in opere di salvezza, in opere di amore, in una crescita
anche umana, perché esso non è volto a creare un altro mondo o a
realizzare. un’altra creazione, ma a questa stessa creazione in cui
viviamo tutti noi - credenti o no - nella medesima tribolazione e
nella medesima speranza.
Così, la luce di Maria non fa che
illuminare, in un modo particolare, con una sua differenziazione
delicata e insostituibile, il nostro comune viaggio di popolo di Dio
verso l'adempimento.
Ernesto Balducci – da: “Il mandorlo
e il fuoco” – vol. 2
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