Papa Francesco
"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco
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lunedì 4 dicembre 2017
AVVENTO CON... don Tonino Bello
"Andiamo fino a Betlemme, come i
pastori. L'importante è muoversi.
Per Gesù Cristo vale la pena
lasciare tutto: ve lo assicuro.
E se, invece di un Dio glorioso, ci
imbattiamo nella fragilità di un bambino, con tutte le connotazioni
della miseria, non ci venga il dubbio di aver sbagliato percorso.
Perché, da quella notte, le fasce della debolezza e la mangiatoia
della povertà sono divenuti i simboli nuovi della onnipotenza di
Dio.
Anzi, da quel Natale, il volto spaurito degli oppressi, le
membra dei sofferenti, la solitudine degli infelici, l'amarezza
di tutti gli ultimi della terra, sono divenuti il luogo dove Egli
continua a vivere in clandestinità.
A noi il compito di cercarlo.
E
saremo beati se sapremo riconoscere il tempo della sua visita.
Mettiamoci in cammino, senza paura. Il Natale di quest'anno ci farà
trovare Gesù e, con Lui, il bandolo della nostra esistenza redenta,
la festa di vivere, il gusto dell'essenziale, il sapore delle cose
semplici, la fontana della pace, la gioia del dialogo, il piacere
della collaborazione, la voglia dell'impegno storico, lo stupore
della vera libertà, la tenerezza della preghiera.
Allora,
finalmente, non solo il cielo dei nostri presepi, ma anche quello
della nostra anima sarà libero di smog, privo di segni di morte e
illuminato di stelle. E dal nostro cuore, non più pietrificato dalle
delusioni, strariperà la speranza."
don Tonino Bello
Chi è don Tonino Bello
Nato ad Alessano (Lecce) il 18 marzo
1935, Antonio Bello rimarrà sempre, anche quando sarà Vescovo,”
don Tonino. Figlio di un maresciallo dei carabinieri e di una donna
semplice e di grande Fede, trascorre l’infanzia in un paese ad
economia agricola ed impoverito dall’emigrazione. Assiste alla
Morte dei fratellastri e del padre.
Ragazzino sveglio, finite le
elementari, è mandato, per poter continuare gli studi, in seminario,
prima ad Ugento poi a Molfetta. Frequenterà l’ONARMO (opera
nazionale assistenza religiosa e morale degli operai).
L’8 dicembre 1957 è ordinato
Sacerdote e dopo un anno sarà nominato maestro dei piccoli
seminaristi. Nei successivi 18 anni sarà capace di mediare tra
severità del metodo ed esigenze giovanili. Lavorerà per la diocesi
come redattore di “Vita Nostra”.
In una pagina del diario del1962 dirà
di sé:”(…)Dio mio, purificami da queste scorie in cui naviga l’
anima mia, fammi più coerente, più costante. Annulla queste misture
nauseanti di cui sono composto, perché ti piaccia in tutto, o mio
Dio”.
Alla fine degli anni ’70 è nominato
parroco di Tricase: l’esperienza in parrocchia gli fa toccare con
mano l’urgenza dei poveri, dei disadattati, degli ultimi.
Nel 1982 viene nominato Vescovo di
Molfetta, Ruvo, Giovinazzo e Terlizzi e nel 85, presidente di “Pax
Christi”.
Comunione, evangelizzazione e scelta
degli ultimi sono i perni su cui svilupperà la sua idea di Chiesa
(la “Chiesa del Grembiule”) Lo troviamo così assieme agli operai
delle acciaierie di Giovinazzo in lotta per il lavoro, insieme ai
pacifisti nella marcia a Comiso contro l’installazione dei missili,
insieme agli sfrattati che ospiterà in episcopio (“Io non risolvo
il problema degli sfrattati ospitando famiglie in vescovado. Non
spetta a me farlo, spetta alle istituzioni: però io ho posto un
segno di condivisione che alla gente deve indicare traiettorie
nuove(…),insinuare qualche scrupolo come un sassolino nella
scarpa.).
Rinuncia ai “segni di potere” e
sceglie il “Potere dei Segni”: nascono così la Casa della Pace,
la comunità per i tossicodipendenti Apulia, un centro di
accoglienza per immigrati dove volle anche una piccola moschea per i
fratelli Musulmani.
L’inevitabile scontro con gli uomini
politici si fa durissimo quando diventa presidente di Pax Christi: la
battaglia contro l’installazione degli F16 a Crotone, degli Jupiter
a Gioia del Colle, le campagne per il disarmo, per l’obbiezione
fiscale alle spese militari, segneranno momenti difficili della vita
pubblica italiana. Dopo gli interventi sulla guerra del Golfo venne
addirittura accusato di incitare alla diserzione.
Eppure c’è stata sempre una limpida
coerenza nelle sue scelte di uomo, di cristiano, di sacerdote, di
vescovo. E’ stato così coerente da creare imbarazzo perfino in
certi ambienti, compresi quelli curiali: sapeva di essere diventato
un vescovo scomodo.
Ma la fedeltà al Vangelo è stata più
forte delle lusinghe dei benpensanti e delle pressioni di chi avrebbe
voluto normalizzarlo.
La marcia pacifica a Sarajevo, di cui
fu ispiratore e guida, sebbene già malato, rappresenta la sintesi
epifanica della vita di don Tonino: partirono in 500 da Ancona il 7
Dicembre 1992, credenti e non, di
nazionalità diverse uniti dall’unico desiderio di sperimentare
“un’altra ONU”, quella dei popoli, della base. Nel discorso
pronunciato ai 500 nel cinema di Sarajevo dirà: ”Vedete, noi siamo
qui , Probabilmente allineati su questa grande idea, quella della
nonviolenza attiva (…).Noi qui siamo venuti a portare un germe: un
giorno fiorirà(…).Gli eserciti di domani saranno questi: uomini
disarmati”.
Pochi mesi dopo, il 20 aprile 1993,
consumato da un cancro, muore senza angoscia e con grande serenità.
Leggi un brano di don Tonino tratto da
"La stola e il grembiule" e la preghiera Andiamo fino a
Betlemme come pastori
Per saperne di più :
*Scritti di don Tonino:
- “Alla finestra della speranza”
,Ed. S. Paolo, Cinisello B., 1988.
- “Sui sentieri di Isaia” ,Ed. La
Meridiana, Molfetta, 1990.
- “Scrivo a voi… lettere di un
vescovo ai catechisti”, Dehoniane, Bologna 1992.
- “Pietre di scarto”, La
Meridiana, Molfetta, 1993
- “Stola e grembiule” Ed. Insieme,
Terlizzi, 1993
*Scritti su don Tonino:
- “Un pane ed una tenda per tutti.
Don Tonino Bello presenza e profezia”, Triccase
(Lecce), 1993.
- “Don Tonino Bello, servo di Cristo
sul passo degli ultimi”, Ed. Luce e Vita Molfetta 1994.
- “Don Tonino, fratello vescovo”,
Ed. Paoline, Milano 1994.
- “Rami d’ ulivo.Recital per don
Tonino Bello”, Ed. InsiemeTerlizzi, 1995.
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