Vincere la violenza con i colori: Pachuca, Messico

Una cosa, però, su tutte, mi ha
letteralmente stregato lo sguardo: il murales di Las Palmitas.
Attenzione, non una semplice pittura urbana, bensí il piú grande,
maestoso, sfolgorante murales di cui sia stato testimone! Un
autentico arcobaleno di colori che si sviluppa tridimensionalmente
sulle pareti delle case di un intero quartiere, riqualificandolo come
una sorta di parco di intrattenimento. Un tenero abbaglio, una
carezza alle pupille dei visitatori che poco a poco hanno iniziato a
mostrare interesse verso l’opera.
L’impatto visivo del barrio é
davvero surreale, tanto quanto la sua storia. Si, perché Palmitas
era uno di quei quartieri a bollino rosso, giudicati pericolosi per
gli innumerevoli casi di violenza e criminalitá incontrollata che
quotidianamente si consumavano per i suoi vicoli stretti e traditori.
Ci sono voluti ben 7 mesi di lavoro,
per dipingere i 20.000 metri quadrati delle 209 case che compongono
il quartiere e convertirli in un’enorme tela d’arte unica nel suo
genere: il macro murales piú grande di tutto il Messico.
A distanza di qualche anno dalla fine
dei lavori il bilancio è più che positivo. Il tasso di criminalità
è diminuito del 69% durante la realizzazione del murales. Da 56
incidenti registrati nel 2012, si è scesi a 44 nel 2013, 34 nel 2014
e solo 12 nel 2015, una volta terminata l’opera. Anche i casi di
furto o rapina si sono ridimensionati drasticamente, da 42 a 11 nello
stesso periodo, mentre gli illeciti amministrativi sono passati da 48
nel 2012 a 7 nel 2015.
Nel frattempo Pachuca non smette di
tingersi di nuovi colori. Ad oggi in città si contano più di 20
murales urbani, eseguiti, legalmente, da artisti di ogni angolo del
Messico. Opere d’arte che trasformano colonie fatiscenti in mete
turistiche, e con esse la percezione di un luogo negli occhi di chi
osserva. Naturalmente il Messico è un paese estremamente complicato
e non sono le sfumature di colore della Bella Airosa a sradicare la
piaga della criminalità e della violenza feroce che colpisce tante,
troppe zone del paese. E neppure, credo, sia l’obiettivo del
progetto quello di mascherare la povertà. Ma proprio per questo,
l’esempio di Pachuca serve a dare fiducia, a riassegnare un volto
alle persone vittime di tanti abusi. Un monito contro chi
l’integrazione di quelle persone non la vuole e non l’ha mai
voluta."
Il racconto intero di Marco Grisenti lotrovi su Unimondo
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