Papa Francesco
"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco
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venerdì 23 giugno 2017
per chi lo avesse perso al cinema: CUORI PURI
Cuori Puri è la storia dell'amore tra
Stefano e Agnese, anime diverse chiuse in mondi diametralmente
opposti. Per non perdersi, i due ragazzi dovranno rinunciare a tutto
quello che hanno, compiendo scelte coraggiose e difficili.
È un incontro/scontro, infatti, quello
con l'Altro; che è diverso, sì, ma neanche tanto. Come Stefano e i
Rom, come il prete e i giovani liceali, come quel microcosmo
casa-e-chiesa abitato da Agnese e la dura vita della strada con cui
Stefano si trova a fare i conti.
Proprio nella diversità – di
religione, di etnia, di vita – l'incontro si dimostra possibile, e
il trovarsi diviene ancora più concreto, più reale, tanto più
forte quanto meno necessario. Perché al di là delle differenze,
oltre l’inevitabile collisione, esistono delle costanti che
qualificano l'essere umano come tale. Tratti cui quei personaggi così
al limite di Cuori puri, sintetica eppure universale enciclopedia
umana, non possono fare a meno di cedere. Nessun dubbio, infatti che
gli uomini siano accomunati dalla paura e marchiati dal peccato.
Nondimeno esiste un altro stato che è
luogo ideale di incontro tra divino e terreno, confronto tra Dio e
uomo. La purezza, ossigeno del film e motore dei due protagonisti.
Una condizione che non necessariamente coincide con un'integrità
esteriore, corporea. Perché tutto, nel film come nella vita, è
troppo umano per custodirsi incontaminato; e tuttavia permane
qualcosa di divino in questo candore di spirito, così difficile da
trovare ma capace di attirare, con la carica di un magnete, il cuore
buono di chi si trova accanto, conoscerlo e redimerlo.
Con i piedi ben piantati per terra, nel
nostro qui e ora: c’è la paura del diverso, di più, la
concorrenza tra “l’italiano” e “lo straniero” che
condividendo la stessa marginalità si fa acre, perfino disperata.
Ma, forza di De Paolis e i suoi co-sceneggiatori Luca Infascelli,
Carlo Salsa e Greta Scicchitano, il paradigma non ha mai la meglio
sulla realtà, la carta sul territorio, l’esemplarità sulla vita.
E così si apre all’indagine e la
rivelazione contro stereotipi e pregiudizi, si veda il don Luca
(Fresi) filosofo e aperto, la madre di Agnese (Bobulova) contrita e
violenta, lo spacciatore Lele (Pesce) genuino e coatto. Su questo
piano cartesiano di indagine (ascissa) e identificazione (ordinata)
troviamo buone cose, strappate a una finzione impastata e contaminata
di verità: la “partita” a pallone, il sesso, le schermaglie con
gli zingari. Senza tachicardia né aritmie, Cuori puri con il battito
della realtà.
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