PENTECOSTE. Parlare le lingue: cioè interpretare ogni cuore (p.Paolo Bizzeti)
Gli uomini e le donne della comunità
cristiana primitiva erano capaci di dire cose vere e profonde, da
toccare il fondo del cuore di ogni persona, anche se di razza,
cultura e tradizione diversa.
Il miracolo non è il fatto che si
siano messi a parlare in modo che una persona capisse in cretese,
un'altra nel dialetto della Panfilia, ecc..: lo Spirito è presente
quando una parola viene annunciata con verità, quando viene dato un
consiglio in modo sereno e gratuito, quando si riceve una lettera che
dice cose che interpellano in profondità e muovono verso una
dimensione di autenticità, di fede, di speranza, di carità. E così
via.
La Pentecoste è l'evento per cui
ciascuno può ritrovarsi nella morte e risurrezione di Gesù, il
quale ha vissuto una vicenda così umana, da far sì che ciascun uomo
ci si possa ritrovare: ogni disperato, ogni peccatore, ogni uomo
pieno di ideali e di generosità. E qesto è ciò che rende questa
vicenda divina!
C'è
un modo di annunciare Gesù, per cui un morente può arrivare a dire:
<<Gesù muore con me e io muoio con Gesù>>, cogliendo la
novità di vita, di speranza, di perdono, di alleanza, che Gesù ha
realizzato morendo in croce. E tutto questo apre alla risurrezione.
Da
Fino ai confini estremi di
padre Paolo Bizzeti
Commenti
Posta un commento