Papa Francesco
"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco
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martedì 10 luglio 2018
Sulla terra. Diario dal Brasile. 9-10 luglio
11 ore di volo più altre 4 abbondanti di volo interno. E stiamo inseguendo la notte: ci sono 5 ore di scarto, di lancette indietro, e volare a destinazione sembra essere viaggiatori nella notte. Sull'aereo per Rio lo schermo di fronte a noi permette di selezionare una pagina riepilogativa del viaggio. 8000 km da Roma, in aumento. Fuori la temperatura è sotto zero. E la notte che stiamo inseguendo non è una linea retta che procede da est a ovest, ma è un onda che si muove sul planisfero come se il cielo stellato avesse le stesse proprietà del mare, e le terre fossero circondate di acqua e asciutto, di luce e di tenebre, alla stessa maniera.
Atterrando in aeroporto ci accoglie una città luminosa, ricca di luce, fino alle case addossate sulle colline di Rio, le case più povere ammassate l una sull altra: spingono i piedi, quelle sotto, per non scivolare. Cercano quelle sopra di non pesare troppo su quelle sotto. L onda di luce che le attraversa all alba è tenue, le nuvole risvegliano la città invernale, poiché qui adesso è inverno.
Non fa freddo, ma c è il grigio flemmatico dei risvegli tardivi, della fatica di prendere voglia al giorno.
Ci sono ricchezze che si misurano a bonifici e banche disposte a farti credito. Ci sono ricchezze che sono quei beni che rendono preziosa la vita, come l amicizia, la generosità, il desiderio di esser giusti. Ma sarei un manicheo se pensassi che siano appannaggio dei poveri contro i ricchi.
Questo Brasile cosi enorme, così gigante, coi suoi 208 milioni e più di abitanti, una foresta che è il polmone del mondo, anche se la deforestazione ci sta facendo suicidare (dal 1988 più di 422mila km quadrati), una ricchezza della terra che dagli anni 50 i capi politici e militari hanno cercato di rendere traino per far diventare il paese una potenza. Questo Brasile è rappresentativo di tante contraddizioni della nostra storia presente, un onda di luce e di tenebre, dove la ricchezza cerca di colpevolizzare la povertà, ed i poveri cercano il riscatto perché gli si riconosca il diritto ad una vita possibilmente felice. Mentre i ricchi cercano di mantenere i propri privilegi piegando e forzando politica, finanza, leggi dello stato. Di questi giorni la notizia di giudici che si fronteggiano per scarcerare Lula. L'ex presidente che dopo il colpo di stato silenziato di Temer (2016 Temer, dopo aver deposto con un colpo di Stato la presidente Rousseff, sta mettendo in atto politiche antipopolari nell’esclusivo interesse della élite che ha favorito il golpe), rischia di essere rieletto e le oligarchie non lo vogliono tra i piedi in tornata elettorale. Stamattina leggevamo il salmo 36...L empio prende in prestito e non restituisce, ma il giusto ha compassione e dà in prestito.
I beni della terra sono a prestito e sono beni comune. Quando decideremo che credere in questo è più difficile che credere in Dio?
E siamo appena atterrati su questa terra, che già viene voglia di starci per sempre. Anche solo sentire il bello della lingua, anche i neonati qui piangono nel sonoro e cantato portoghese brasiliano. E le case dentro i recinti e quelle delle favelas poggiano sulla stessa terra. Sabato un amico di strada mi ha chiesto di portargli dal prossimo viaggio in Africa una manciata di terra: "perché la è morta mia mamma ed è sepolta" "ma dove?" "In Eritrea" "ma io vado in Tanzania" "non importa! Portami un po di quella terra, perché viene dall Africa!".
In fondo siamo sulla stessa terra, che sia luce che sia tenebre. Su questa terra siamo e non ci stiamo per sempre. E per quanto ci stiamo possiamo provarci come esseri umani.
Oggi 10 luglio. A presto
D onde
Atterrando in aeroporto ci accoglie una città luminosa, ricca di luce, fino alle case addossate sulle colline di Rio, le case più povere ammassate l una sull altra: spingono i piedi, quelle sotto, per non scivolare. Cercano quelle sopra di non pesare troppo su quelle sotto. L onda di luce che le attraversa all alba è tenue, le nuvole risvegliano la città invernale, poiché qui adesso è inverno.
Non fa freddo, ma c è il grigio flemmatico dei risvegli tardivi, della fatica di prendere voglia al giorno.
Ci sono ricchezze che si misurano a bonifici e banche disposte a farti credito. Ci sono ricchezze che sono quei beni che rendono preziosa la vita, come l amicizia, la generosità, il desiderio di esser giusti. Ma sarei un manicheo se pensassi che siano appannaggio dei poveri contro i ricchi.
Questo Brasile cosi enorme, così gigante, coi suoi 208 milioni e più di abitanti, una foresta che è il polmone del mondo, anche se la deforestazione ci sta facendo suicidare (dal 1988 più di 422mila km quadrati), una ricchezza della terra che dagli anni 50 i capi politici e militari hanno cercato di rendere traino per far diventare il paese una potenza. Questo Brasile è rappresentativo di tante contraddizioni della nostra storia presente, un onda di luce e di tenebre, dove la ricchezza cerca di colpevolizzare la povertà, ed i poveri cercano il riscatto perché gli si riconosca il diritto ad una vita possibilmente felice. Mentre i ricchi cercano di mantenere i propri privilegi piegando e forzando politica, finanza, leggi dello stato. Di questi giorni la notizia di giudici che si fronteggiano per scarcerare Lula. L'ex presidente che dopo il colpo di stato silenziato di Temer (2016 Temer, dopo aver deposto con un colpo di Stato la presidente Rousseff, sta mettendo in atto politiche antipopolari nell’esclusivo interesse della élite che ha favorito il golpe), rischia di essere rieletto e le oligarchie non lo vogliono tra i piedi in tornata elettorale. Stamattina leggevamo il salmo 36...L empio prende in prestito e non restituisce, ma il giusto ha compassione e dà in prestito.
I beni della terra sono a prestito e sono beni comune. Quando decideremo che credere in questo è più difficile che credere in Dio?
E siamo appena atterrati su questa terra, che già viene voglia di starci per sempre. Anche solo sentire il bello della lingua, anche i neonati qui piangono nel sonoro e cantato portoghese brasiliano. E le case dentro i recinti e quelle delle favelas poggiano sulla stessa terra. Sabato un amico di strada mi ha chiesto di portargli dal prossimo viaggio in Africa una manciata di terra: "perché la è morta mia mamma ed è sepolta" "ma dove?" "In Eritrea" "ma io vado in Tanzania" "non importa! Portami un po di quella terra, perché viene dall Africa!".
In fondo siamo sulla stessa terra, che sia luce che sia tenebre. Su questa terra siamo e non ci stiamo per sempre. E per quanto ci stiamo possiamo provarci come esseri umani.
Oggi 10 luglio. A presto
D onde
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