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da destra a sinistra: Davide Conte, Rosa Maria Amorevole, p.Alex Zanotelli, Mons. Matteo Zuppi, Elena Trombini, Angelo Stefanini. Modera d.Francesco Ondedei |
È un'occasione non frequente poter
trovare insieme i rappresentanti di ambiti differenti della vita
cittadina, è avvenuto per la presentazione del progetto di
riqualificazione del giardino San Leonardo che verrà dedicato a don
Tullio Contiero, prete della diocesi di Bologna che per oltre 40 anni
ha servito il Vangelo e la Chiesa con le sue proposte scomode ma
efficaci e permettere agli universitari di non rinchiudersi nello
schema di vita che finalizza lo studio soltanto per conseguirne il
maggior tornaconto personale piuttosto che per metterlo a servizio
del bene comune. Come ha ricordato il medico Angelo Stefanini, che ha
parlato a nome del Centro Studi Donati, il linguaggio di don Tullio
era diretto, capace di denunciare i peccati più gravi, quelli di
omissione, degli studenti come pure dei docenti e lo faceva con la
forza di una vita coerente e sempre spesa all'ascolto dei poveri di
ogni latitudine, fossero i senza dimora invisibili delle strade di
bologna, anziani e malati nelle corsie di ospedale, i popoli resi
miseri dalle politiche finanziare di ieri e di oggi, nell'Africa che
tanto ha amato e dove ha accompagnato generazioni di studenti durante
i viaggi universitari.
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l'incontro nel parco già San Leonardo e in futuro don Tullio Contiero |
A presentare la dedicazione del
giardino si sono quindi succeduti l'Assessore al bilancio Davide
Conte, che ha rimarcato la necessità per Bologna di essere
intelligentemente inclusiva verso gli stranieri, pena lo svuotamento
della città entro qualche decennio. Ha proseguito Rosa Maria
Amorevole, presidente del Quartiere Santo Stefano, che ha presentato
il progetto di riqualificazione del giardino a favore dei residenti e
della popolazione studentesca.
La prorettrice Elena Trombini,
rappresentante dell'Ateneo, le ha fatto eco, parlando di come un
giardino sia non luogo di transito ma di sosta, per l'incontro di
persone ed idee, e parlando di gratitudine per il prete Contiero, un
pò ruvido e scomodo ma capace di coniugare carità e vangelo, e
arricchire sempre la conoscenza accademica di una coscienza che ha
maturato l'umanità di quanti lo frequentavano. Ha concluso
l'Arcivescovo Matteo Zuppi, che non ha conosciuto don Tullio ma ha
raccolte testimonianze che lo descrivono come prete certamente
scomodo, un agente di contrasto, necessario però contro tiepidezza
ed indifferenza, mascherate di tranquillità e quieto vivere. Un
prete misericordioso non filantropo, mai moralista, che stimolava
l'impegno politico contro religiosità stiracchiate, e che sempre
cercava di mettere al centro tutte le persone con cui entrava in
relazione. Ha chiuso narrando un aneddoto di chi invitando amici ad
incontra questo prete, così li esortava: Vai da lui, non si capisce
molto come parla, ma ti dice quello che ti serve.
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La celebrazione eucaristica a San Sigismondo: con la casula presiede padre Fabrizio Valletti |
La giornata è stata completata dalla
testimonianza di due amici di don Tullio: Alex Zanotelli, che al
giardino ha presentato un limpido commento al capitolo 13 di
Apocalisse, un testo che esorta i cristiani di ieri come di oggi, a
non tacere anche a costo di pagare di persona nel tenere al centro
colui che è stato crocifisso e denunciare così chi condanna l'uomo
alla fame alla violenza alla fuga alla morte, per poter ottenere un
benessere privilegiato ed esclusivo, rappresentativo di un potere
solo umano e destinato a passare.
Il gesuita padre Valletti ha presieduto
infine l'eucaristia partendo dalla figura dell'apostolo Tommaso,
tanto cara a don Tullio per essere quel discepolo così dubbioso da
aprire la strada a tutti coloro che desiderano credere e non vogliono
cessare di sperare.
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