Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

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venerdì 6 luglio 2018

Occorre tradurre in pratica l'impegno per la Casa Comune: umanità e natura!

Dopo il vertice sul clima di Parigi è necessario «stimolare la traduzione in pratica» dell’impegno che la comunità internazionale ha preso a favore della natura, secondo il cardinale Pietro Parolin, che ha aperto un convegno in Vaticano a tre anni dalla pubblicazione della Laudato si’ di Papa Francesco, una enciclica ben recepita tanto dal mondo scientifico quanto da credenti di altre fedi, ha sottolineato il segretario di Stato vaticano, sottolineando la stretta connessione che per un credente hanno il rispetto per Dio, quello per il creato e quello per gli altri esseri umani, poiché «Dio non aveva due ordini del giorno: prima il mondo e poi l’umanità». 


Prima dell’Accordo internazionale di Parigi del dicembre 2015, c’è stato «un forte lavoro sia della diplomazia e del Santo Padre con la Laudato si’», ha detto Parolin a Vatican News a margine della conferenza internazionale “Saving our common home and the future of life on earth” (Salvare la nostra casa comune e il futuro della vita sulla terra) organizzata oggi e domani nell’Aula nuova del Sinodo dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale del cardinale Peter Turkson: «Noi dobbiamo accompagnare questo processo e stimolare la sua traduzione in pratica, perché finora io credo che ci sono ancora molti passi da fare da parte di tutti: da parte dei governi prima di tutto ma poi, come abbiamo sempre sottolineato, serve anche un cambiamento degli stili di vita che sono alla base di ogni soluzione. Sono necessarie le soluzioni tecniche ma c’è bisogno anche di nuova mentalità e una nuova cultura».

Dalla sua pubblicazione nel maggio 2015, ha detto Parolin nel suo discorso introduttivo, «l’enciclica è stata ben accolta come un potente contributo per capire meglio e affrontare in modo più efficace una serie di questioni, anche critiche, che stanno sfidando l’umanità, sulla base dell’approccio più ampio e più profondo di ecologia integrale». La lettera di Jorge Mario Bergoglio ha avuto una «ampia accoglienza» ed «è stata particolarmente apprezzata dalla comunità scientifica e ha fatto un’impressione molto profonda anche sui seguaci di altre fedi».

Davanti alla platea di esperti, accademici, attivisti, il segretario di Stato ha sottolineato tre punti che, in particolare, vengono affrontati dal Papa nella sua enciclica: una lettera che sottolinea quanto sia «precaria la situazione del nostro pianeta oggi» a rischio «collasso» innanzitutto, poi, sulla scia di Benedetto XVI, la sottolineatura che «l’ecologia umana e quella naturale sono inseparabili», e, infine, il fatto che la Laudato si’ «aggiunge al discorso ecologico una dimensione di profondità», spesso carente nelle discussioni sull’ambiente, poiché rimanda ad una 8visione profondamente spirituale del mondo naturale, parlando di “Vangelo” della creazione, e sottolineando che I mali che vediamo anche a danno dell’ambiente sono il risultato della «violenza presente nei nostri cuori».

«La dottrina cattolica della creazione – ha sottolineato Parolin – non considera il mondo un incidente. Il nostro pianeta, anzi l’universo, è un atto intenzionale offerto da Dio agli esseri umani come un dono. La creazione è il primo passo nella grande vocazione dell’uomo: creazione, incarnazione, redenzione. L’umanità non è un retropensiero. Dio non aveva due ordini del giorno: prima il mondo e poi l’umanità. L’uomo e la donna sono fatti a immagine e somiglianza di Dio, sono parte intrinseca dell’universo, e la loro vocazione è “coltivare e mantenere” tutto. Ma coltivare e mantenere non dovrebbe includere il dominio e la devastazione. Un tale comportamento prende in giro la dignità e il rispetto dovuto ai doni di Dio».

«In questa luce - ha aggiunto - dovremmo trovare facile comprendere le preoccupazioni di Papa Francesco per i poveri e per la natura. Non sta offrendo consigli mondani su come essere prudenti e pratici, sebbene il suo messaggio abbia conseguenze pratiche immense. Piuttosto, ci sta ricordando: a) la conseguenza fondamentale della creazione, che stabilisce un triplice livello di relazioni per la persona umana: con Dio Creatore, con le altre persone umane in un vincolo di fraternità, e con il mondo come casa-giardino per la nostra esistenza, e b) le esigenze fondamentali della nostra vocazione a partecipare all’opera di Dio come co-creatori, e quindi c) la nostra responsabilità per l’opera di Dio che non nasconde il suo volto da nessun aspetto della creazione, povera o ricca, naturale o umana, ora o in futuro».

«Che il nostro incontro in questi giorni per riflettere sul delicato stato della nostra casa comune ci porti a tracciare linee di azione concrete e partecipative per salvare la creazione. Siamo tutti consapevoli di quanto lungo e quanto impegnativo sarà questo viaggio, ma – ha concluso il cardinale segretario di Stato – abbiamo una bussola molto buona per aiutarci a guidarci nella lettera enciclica, Laudato si ’».

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