Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

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lunedì 23 luglio 2018

Il grande volo. Viaggio in Brasile. 22/23 luglio 2018

Un viaggio non si conclude mai, ma ad un certo punto, se è veramente un viaggio, allora ha un punto di partenza ed uno di arrivo. Potrei mascherare il titolo di questa ultima pagina di diario con significati ricchi e nutrienti più del mitico Vov, ma si tratta di qualcosa di più prosaico e per certi versi anche divertente.



E' che prima di partire si fa tutto in fretta, e così in mattinata abbiamo fatto un po come Karate Kid: metti la maglia, togli la maglia, l'indecisione regna su come riempire le valigie! Ma anche il nostro navigatore sembra un po sconnesso, almeno più del solito: vai leggermente a destra per restare leggermente a sinsitra. Ma cos'è? Un programma politico?

Comunque dopo l'alba, dopo il catartico ultimo bagno in mare mio e di Mimmo, dopo la colazione e le valigie, dopo i tragitti pianificati, dopo, finalmente partiamo e sono le 9,30: pure in anticipo. Prima tappa, accompagnare Emma da padre Jorge, dove si fermerà per la giornata di domenica, da lì invece noi proseguiremo per l'aeroporto.
Parcheggiamo di fianco alla chiesa: i silenti automezzi pubblici sostano come pachidermi diligenti sul fronte del luogo di culto, la gente è ferma sulla porta e cubi di cemento coperti da un breve portico li tengono al sicuro, perimetrando il luogo di riposo degli autobus. La messa si sta concludendo e padre Jorge starà presiedendo. Nella fretta di uscire per salutare Emma e, magari approfittando, anche il parroco, seduto davanti nell'auto, apro lo sportello, appoggio a terra tra i miei piedi la borsa stile airbag esploso, butto fuori il piede destro, mi alzo, il corpo è già fuori - davanti a me un alimentari vendo-di-tutto con tante mamme e nonne a far la spesa - tiro fuori il piede sinistro che si incastra in un lembo dello zainetto e crollo tutto a terra, primo tra tutti il ginocchio, poi il fianco destro con sotto la mano! Auguri costole.

Si scatena l'allarme, sento le signore sospirare, gli altri della macchina accorrono, mi alzo ma ancora faccio fatica. Ed ecco: una signora sale in casa, e ritorna con un pannolino (pulito!) e dentro il ghiaccio. "Ma parto, non so come restituirlo!". A parole e a gesti ci fa capire che va bene così!

E mi rendo conto mentre riprendiamo il tragitto verso l'aeroporto, che alla fine tutti i contenuti di questo viaggio non verrebbero fissati senza l'opera di tanti Cirenei che in questi giorni hanno rivolto verso noi con gentilezza il loro sguardo le loro orecchie le loro mani il loro aiuto.

Eravamo ancora in viaggio per aeroporti e se a Rio non si fosse preso cura di noi una signora che lavorava al Check-In avremmo volato mezzo Brasile prima di arrivare a Salvador! Non solo: ci ha anche detto che dato l'imprevisto cambio di volo la compagnia ci doveva offrire buoni pasto, e ce li ha procurati!

Appena sabato sera i due passi sul lungomare, abbiamo preso alcune cose dai venditori di strada (dopo l'allentamento causa poliziotti di cui scrivevo ieri). Al limite della zona più frequentata dalle persone della movida locale, se ne stava uscendo un signore sopra i 60 credo. Il suo baracchino con manici e ruote, è composto da vetri che sigillano perfettamente i cibi al suo interno: pipoca (pop-corn) e patatine finto bacon finto chipsters. Attraverso Emma chiediamo cosa siano. Lui chiede di assaggiarne, da bravi occidentali noi ragioniamo se-apro-devo-comprare. Ma lo fa con tale arte che li assaggiamo e compriamo davvero. Due pacchi, un Real di sconto!
Si chiama Benedetto, come il papa (si adesso si chiama Francesco ma lui non lo sa, capiamo che in casa chi gestisce il religioso sono la moglie e la figlia che appartengono ad una chiesa evangelica). E ci racconta e ci chiede e ci trattiene a lungo, manco fosse in realtà Scolastica, santa sorella di San Benedetto che per restare di notte in convento a parlare con lui prega e ottiene un temporalone da lupi e controlupi. Ma è questo che da spessore umano ad ogni nostra azione qui, altrimenti sarebbe tutta teoria! E come ho scritto qualche pagina addietro, l'azione più bella era sempre della gente verso di noi, "Eu te abençoo" cioè io ti benedico.

Il grande volo era il mio, ma le grandi benedizioni sono state il dono ricco di questo popolo e di questa chiesa che camminano insieme.

Benvenuti!

A presto!

d onde

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