Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

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venerdì 29 maggio 2020

29 maggio 2020 “Benedici il Signore, anima mia” (commento a Gv 21,15-19)

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, [quando si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore».
Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi».
Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».


Ripartire da dove? I fatti che avevano cambiato il loro modo di concepire la storia erano appena avvenuti e i discepoli sopravvissuti alla violenza su Gesù e alla loro stessa paura, avevano potuto incontrarlo di nuovo vivente dopo la morte. Vivente perché non era soltanto la vita ripresa di prima, di prima aveva il connotato che colui che era morto, ora era vivo. Tutto il resto è nuovo, inedito, terra promessa.
Dopo gli incontri tra il Risorto e i discepoli, segue la domanda: e adesso come potremo vivere la vita di tutti i giorni? Da dove ripartire?

Conseguenze troppo poco considerate del periodo di isolamento e della paura del virus ci collocano in una situazione simile, quando ora cerchiamo di ricostruire il mondo delle nostre relazioni. Quali sono le nostre forze per riprendere non dico ad esistere ma a vivere socialmente? Pietro, e dietro a lui gli altri, scelgono la concretezza del loro vecchio mondo ricollocandosi esattamente dove si era inserito Gesù nelle loro vite. Erano pescatori quando li aveva chiamati a seguirlo? Bene: ripartiamo da quel momento! L’incontro con Gesù Vivente viene vissuto un po' come la Cresima per tanti nostri ragazzi: basta col catechismo, adesso dobbiamo iniziare a vivere! La concretezza come pensiero unico: ragionare secondo criteri di efficienza e di profitto. Gesù risorto è un’appendice incapace di darci criteri di vita, buoni soltanto per la (accessoria) vita spirituale.

Gesù comincia di nuovo un cammino coi suoi. Parte dalle loro necessità (hanno fame), per arrivare a toccare nella fragilità di Simon Pietro, la fame di senso che ci interpella. Non si riparte nella vita se ti ostini a cercare solo “perché” si vive, ma dovresti chiederti “per chi” stai vivendo. Se ci prende un improvviso smarrimento di fronte a questo interrogativo, penso sia normale. È bene interrogarsi quali siano le persone per le quali concretamente spendiamo la vita. Don Lorenzo Milani era molto critico sull’amore universale, perché rischia di essere una bella scusa alla indifferenza universale. La lavanda dei piedi di Gesù ai suoi è carica di un profumo che le discussioni su quali siano i migliori detergenti per i piedi non potranno mai avere! Avere cura deve per forza indirizzarsi verso qualcuno. Non è neppure detto che un perfetto egoista sappia avere cura di se stesso, perché i motivi per cui agisce potrebbe essere altri, come l’invidia, la gelosia, la paura, la rabbia, l’anaffetività.

«Mi ami?». Ecco tutta la forza sulla quale Gesù riparte con Simon Pietro. «Pasci i miei agnelli»: è anche la forza della chiesa: non il presunto potere di Dio trasmesso ai suoi fedeli, ma la domanda di chi si incarna nell’uomo e ti chiede: «mi ami?». Alla mattina alzandomi la prima preghiera che compio è questa domanda che il Signore mi rivolge. Dopo lo inondo delle mie parole, ma prima devo rispondere a questa domanda. È dono di Spirito.

«Tu, mi vuoi bene?».

Donde

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