Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

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domenica 24 maggio 2020

24 maggio 2020 “Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?” (commento a Mt 28, 16-20)

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».


E se l’Ascensione la portassimo dentro di noi? Resterebbe un evento straordinario ma di cui potremmo dubitare, perché le cose straordinarie, di segno positivo o negativo, le pensiamo fuori di noi e noi stessi ci rappresentiamo come un feudo sotto attacco, dei re dietro le mura che debbono decidere se e come rispondere a questi eventi che accadono. Tra i quali rischiamo di mettere anche Gesù! Gesù sarebbe allora un fatto meteorologico, sereno o tempesta delle nostre vite. E quanto piacerebbe all’essere umano poter controllare gli eventi del clima!

Ascensione di Gesù come un mettersi al primo posto non per dominare gli altri, ma per essere più attenti agli altri, averne cura. Cosa impedisce questa Ascensione vera, questo incontro con il Signore? Per Gesù è un salire che non è un allontanarsi da noi, non implica uno spostamento geografico, ma un modo nuovo per restare in relazione con noi, un mettersi innanzi per costruire ponti e permetterci passaggi, traiettorie, vie e futuro. È quel legame più profondo col Padre che aveva annunciato ai suoi, e che permette anche a noi di avere una relazione nuova con Dio. Quello che indichiamo come l’Altissimo nei cieli trascrive in un vero sistema geografico la sua collocazione, la più radicata nel cuore. E così comprendiamo anche l’abbassamento di Gesù, il Verbo che si è fatto carne che ha dato la sua vita per noi. Molti ci leggono soltanto “è morto per noi!”, oggi possiamo interpretare che “ha donato la sua relazione con il Padre a noi!”.

L’Ascensione per un cristiano significa portare questa relazione nella quotidianità. Erroneamente alcuni (molti?) pensano che essere cristiani è staccarsi da questa realtà e vivere in un altrove che prima o poi diventerà l’aldilà. Questo sarebbe vivere? Una distorsione che non poggia neanche sulle Scritture. Che senso avrebbe allora inviarci dicendo “Andate dunque e fate discepoli!”. Fare discepoli non è la concessione di un passaporto per il paradiso, ma un progressivo inserimento in una relazione con Dio che maturi nella libertà di amare. A volte credo che il vero contrario della libertà non sia la schiavitù, ma la sua radice, la paura! Il Vangelo ci restituisce alla storia. E parlare di Ascensione è praticamente lo stesso che dire che Gesù fa di tutti noi dei Figli di Dio.

Buone continue incarnazioni e felici incontri a voi, radicali gioie di relazione fraterne, care amiche e cari amici in questo cammino fuori del nostro Egitto, delle nostre paure.

Donde

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