Papa Francesco
"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco
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giovedì 28 settembre 2017
IUS SOLI: facciamo un po di chiarezza
Un articolo recente su LA VOCE DEL TEMPO chiarisce lo stato attuale ed il senso del tanto discusso IUS SOLI e della legge connessa in discussione al Parlamento.
«Sosteniamo la legge della nuova
cittadinanza», dice il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di
Perugia e presidente della Conferenza episcopale italiana, che
presiede per la prima volta il Consiglio permanente Cei a Roma dal 25
al 27 settembre. Nella sua prolusione al ‘parlamentino’
dell’episcopato non potrà eludere un tema che suscita roventi
polemiche.
Il disegno di legge Pd sullo ius soli
temperato e ius culturae è impantanato al Senato, in attesa che la
politica trovi la soluzione migliore per approvarlo definitivamente,
dopo il «sì» della alla Camera.
Il confronto riguarda l’opportunità
di dare o meno la cittadinanza a coloro che nascono in territorio
italiano, indipendentemente dalla nazionalità dei genitori. Lo
definiscono «ius soli non puro, ma temperato». Nel nostro Paese
vale lo ius sanguinis. In base a una legge del 1992, sono italiani
coloro che hanno almeno un genitore italiano; i discendenti di
italiani che sono in grado di dimostrare la catena parentale fino ai
parenti italiani e gli apolidi o figli di ignoti nati in Italia. Il
testo in discussione allarga i criteri per ottenere la cittadinanza e
riguarda soprattutto i bambini nati in Italia da genitori stranieri o
arrivati in Italia da piccoli. Le novità ruotano attorno ai concetti
di ius soli temperato - un bambino nato in Italia diventa
automaticamente italiano se almeno uno dei due genitori si trova
legalmente nel Paese da almeno cinque anni - e di ius culturae:
potranno chiedere la cittadinanza i minori stranieri nati in Italia o
arrivati entro i 12 anni che abbiano superato almeno un ciclo
scolastico.
Ius sanguinis e ius soli sono due
concezioni contrapposte.Ius sanguinis è un'espressione giuridica
latina che indica l'acquisizione della cittadinanza per la nascita da
un genitore in possesso della stessa cittadinanza. Ius soli, altra
espressione latina, indica l'acquisizione della cittadinanza per
nascita nel territorio dello Stato, indipendentemente dalla
cittadinanza dei genitori. Gli ordinamenti fra i vari Stati oscillano
tra i due istituti. Ma lo ius soli sta prevalendo sullo ius
sanguinis. Un buon numero di Stati europei, fra cui l'Italia,
adottano lo ius sanguinis. Invece Francia, Germania e Regno Unito
applicano lo ius soli con diverse condizioni, variabili da Stato a
Stato. Gli Stati Uniti e quasi tutti i Paesi del Continente americano
applicano da sempre lo ius soli. Con la proposta Pd l’Italia si
allinea ai Paesi più moderni: lo ius soli è sostenuto da larghe
fette della cultura e della società civile.
La Chiesa è per l’accoglienza dei
migranti ed è da sempre in prima linea, senza bisogno di riflettori
e prime pagine. La Cei ritiene che la legge non possa finire su un
binario morto, perché «una politica di integrazione è
nell'interesse di tutti». Il bene integrale delle persone, spiega
Bassetti, «si manifesta in ogni istante della vita. Un’affermazione
banale che merita di essere urlata a squarciagola: la cultura della
vita va difesa sempre». Questo è compito della politica che,
secondo la brillante definizione di Paolo VI, «è la più alta forma
di carità», sinonimo di sviluppo e integrazione. Aggiunge Bassetti:
«La Chiesa sostiene uno sviluppo sinfonico della società, che passa
anche dalla legge sullo ius soli che possa favorire integrazione e
partecipazione, ospitalità e promozione della persona. Ovviamente le
leggi sono il frutto dell’incontro tra gli uomini e quindi possono
essere migliorate. Alla politica il compito di trovare la soluzione
migliore che riesca a coniugare responsabilità e accoglienza».
La campagna della Cei «Liberi di
partire, liberi di restare» è finalizzata a intervenire nei Paesi
di origine e di transito dei flussi migratori e a favorire
l’istituzione di corridoi umanitari - in accordo con la Chiesa
valdese e la Comunità di Sant’Egidio - per salvaguardare le vite
umane dallo sfruttamento dei trafficanti di uomini e per rimanere
nella legalità.
Per il Presidente della Cei bisogna
evitare la «guerra tra poveri», mentre il dramma della povertà in
Italia si allarga. Il card. Bassetti ricorda: «L’Istat dice che ci
sono 8 milioni di poveri, essenzialmente giovani, donne e famiglie.
Oggi mettere su famiglia in una grande città, senza avere l’aiuto
dei nonni e con un lavoro precario, è un atto di eroismo
paragonabile alla scalata in solitaria del Monte Bianco. La questione
principale è il lavoro e la necessità di autentiche politiche per
la famiglia».
Il segretario della Cei mons. Nunzio
Galantino difende lo ius soli e critica chi fa politica per cassetta
elettorale: «C'è chi è contro per propri interessi. La politica
non è quella di chi grida di più, ma di chi fa il bene comune. Qui
non è questione di appiccicare l'etichetta di italiano, ma di dare
un senso di appartenenza». Ed è quanto hanno sostenuto i vescovi
subalpini nel loro incontro del 12 e 13 settembre a Susa: «Gli
immigrati sono persone ed è opportuno dare un documento ufficiale di
identificazione e un aiuto nella ricerca di un lavoro».
Pur non immischiandosi nella politica
italiana, Papa Francesco sostiene - come ha fatto sull’aereo di
ritorno dalla Colombia lo scorso 11 settembre - che «un governo deve
gestire il problema con prudenza. Non solo ricevere ma integrare gli
immigrati. Ho l'impressione che il governo italiano stia facendo di
tutto per risolvere il problema». E nel messaggio per la 103ª
Giornata mondiale del migrante e del rifugiato del prossimo 14
gennaio 2018, sul tema «Accogliere, proteggere, promuovere e
integrare i migranti e i rifugiati», sostiene: «L’integrazione è
un processo prolungato che mira a formare società e culture,
rendendole sempre più riflesso dei multiformi doni di Dio agli
uomini. Tale processo può essere accelerato attraverso l’offerta
di cittadinanza slegata da requisiti economici e linguistici».
È una battaglia di civiltà e di
progresso, di cultura e di buon senso contro le ricorrenti pulsioni
xenofobe e razziste mai totalmente sradicate dal cuore degli
italiani.
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