- La solidarietà come elemento essenziale della vita cristiana. La solidarietà con i poveri è al centro del Vangelo. Essa va considerata come un elemento essenziale della vita cristiana. Mediante la predicazione e la catechesi, fondate sul ricco patrimonio della dottrina sociale della Chiesa, la solidarietà deve permeare i cuori e le menti dei fedeli e riflettersi in ogni aspetto della vita ecclesiale. Oltre che al centro, i poveri sono anche all’inizio e alla fine del vangelo. E la Chiesa, soprattutto quella economicamente prospera, deve evitare che in essa i poveri non si sentano a casa loro e non osino entrare.[1]
- Una fede senza solidarietà è una fede morta. Anche se va a messa la domenica, il cristiano dal cuore non solidale è un cristiano dalla fede debole, malata e morta. Una fede senza solidarietà è una fede senza Cristo e senza Dio. Quando una fede non è solidale, o è debole, o è malata o è morta: non è la fede di Gesù. La fede che Gesù suscita è una fede con la capacità di sognare il futuro e di lottare per esso nel presente. È con questa fede che i cristiani devono contagiare strade e sentieri del mondo. Il messaggio più efficace che i cristiani possono comunicare agli altri è una fede solidale.[2] La fede, luce che non abbaglia ma rischiara e orienta con rispetto la coscienza e la storia di ogni persona e di ogni società umana, non può essere ridotta alla sfera puramente soggettiva..[3]
- Nella Chiesa, tutti, nessuno escluso, sono promotori di solidarietà. Per costruire una società giusta e solidale c’è bisogno dell’impegno di tutti.[4] Tutti, presbiteri, persone consacrate, fedeli laici, siamo incoraggiati a servire Dio nel servizio ai fratelli, e a diffondere dappertutto la cultura della solidarietà. C’è tanto bisogno di questo impegno, di fronte alle situazioni di precarietà materiale e spirituale, specialmente di fronte alla disoccupazione, una piaga che richiede ogni sforzo e tanto coraggio da parte di tutti, anche se quella del lavoro è una sfida che interpella in modo particolare la responsabilità delle istituzioni e del mondo imprenditoriale e finanziario.[5]
- Costruire solidarietà con il protagonismo dei giovani. Per costruire un mondo migliore di giustizia, di fraternità e di solidarietà è decisivo il protagonismo dei giovani: essi devono contribuire a superare i problemi della disoccupazione giovanile con coraggio, speranza e solidarietà.[6] Il mondo ha bisogno di giovani coraggiosi, non timorosi, di giovani che si muovano sulle strade e che non stiano fermi.[7] I giovani di oggi e di domani hanno diritto ad un pacifico ordine mondiale basato sull’unità della famiglia umana, sul rispetto, sulla cooperazione, sulla solidarietà e sulla compassione.[8]
- La solidarietà non riduce alla passività. Solidarietà significa anche lottare contro le cause strutturali della povertà e delle diseguaglianze, della mancanza di lavoro e della negazione dei diritti sociali e lavorativi. Non si può affrontare lo scandalo della povertà promuovendo strategie di contenimento che unicamente tranquillizzano e trasformano i poveri in esseri addomesticati e inoffensivi.[9] Solidarietà è pensare e agire in termini di priorità della vita di tutti sull’appropriazione dei beni da parte di alcuni. La solidarietà è un modo di fare la storia con i poveri, rifuggendo le presunte opere altruistiche che riducono l’altro alla passività.[10]
- La solidarietà è impegno per costruire città accoglienti. Le città nelle quali viviamo avranno un volto attraente se saranno ricche di umanità, ospitali, accoglienti; se tutti noi saremo attenti e generosi verso chi è in difficoltà; se sapremo collaborare con spirito costruttivo e solidale, per il bene di tutti. Com’è la qualità della nostra “cittadinanza”? Abbiamo contribuito, nel nostro piccolo, a rendere la città in cui viviamo vivibile, ordinata, accogliente?[11] Quanto sono belle le città che, anche nel loro disegno architettonico, sono piene di spazi che uniscono, favoriscono le relazioni umane e promuovono il riconoscimento dell’altro![12]
- La solidarietà è farsi carico del problema dell’altro. La solidarietà è l’atteggiamento che rende le persone capaci di andare incontro all’altro e di fondare i propri rapporti reciproci su quel sentimento di fratellanza che va al di là delle differenze e dei limiti, e spinge a cercare insieme il bene comune.[13] Solidarietà è farsi carico del problema dell’altro.[14] Il mandato dell’amore va esercitato partendo non da idee o concetti ma dal genuino incontro con l’altro, dal riconoscersi giorno dopo giorno nel volto dell’altro con le sue miserie e con i suoi eroismi. Non si amano concetti o idee, ma si amano persone in carne ed ossa: uomini e donne, bambini e anziani; volti e nomi che riempiono il cuore e ci commuovono fino alle viscere.[15]
- La solidarietà è prossimità e gratuità. Una società senza prossimità, dove la gratuità e l’affetto senza contropartita – anche fra estranei – vanno scomparendo, è una società perversa. La Chiesa, fedele alla parola di Dio, non può tollerare queste degenerazioni. Una comunità cristiana in cui prossimità e gratuità non fossero più considerate indispensabili, perderebbe con esse la sua anima.[16] La solidarietà non consiste solo nel dare ai bisognosi, ma nell’essere responsabili l’uno dell’altro. Se vediamo nell’altro o nell’altra un fratello o una sorella, nessuno può rimanere escluso e separato.[17]
- La solidarietà è tenerezza ed empatia. La solidarietà va testimoniata concretamente nei confronti di chi ha bisogno non solo di giustizia e di speranza, ma anche di tenerezza.[18] Alla sera della vita saremo giudicati sull’amore, sulla prossimità e sulla tenerezza.[19] L’empatia è frutto dell’esperienza personale, che ci porta a vedere gli altri come fratelli e sorelle, ad “ascoltare”, attraverso e al di là delle loro parole e azioni, ciò che i loro cuori desiderano comunicare.[20]
- La solidarietà è un modo di fare la storia. Solidarietà è far fronte agli effetti distruttori dell’impero del denaro: i dislocamenti forzati, le emigrazioni dolorose, la tratta di persone, la droga, la guerra, la violenza e tutte quelle realtà che molti subiscono e che tutti siamo chiamati a trasformare. La solidarietà, intesa nel suo senso più profondo, è proprio un modo di fare la storia.[21] Quando in un paese la solidarietà manca, ne risentono tutti.[22]
[2] Discorso in occasione della vista alla popolazione del Banado Norte-Asuncion-Paraguay (12-7-2015).
[3] Discorso in occasione dell’incontro con le autorità civili (La Paz, Boliva, 8-7-2015).
[4] Angelus del 1-1-2014.
[5] Omelia durante l’eucaristia celebrata a Campobasso (5-7-2014).
[6] Discorso ai giovani delle diocesi di Abruzzo e Molise (5-7-2014).
[7] Saluto agli scout dell’Agesci (10-8-2014).
[8] Messaggio in occasione della conferenza sull’impatto umanitario delle armi nucleari (7-12-2014).
[9] Discorso ai partecipanti all’incontro mondiale dei movimenti popolari (28-10-2014).
[10] Discorso alla Federazione organizzazioni cristiane servizio internazionale volontario (4-12-2014).
[11] Omelia durante la celebrazione dei primi vespri (31-12-2013).
[12] Discorso ai partecipanti all’incontro mondiale dei movimenti popolari (28-10-2014).
[13] Discorso in occasione della II Conferenza internazionale sulla nutrizione (20-11-2014).
[14] Discorso ai giovani, Asuncion-Paraguay (12-7-2015).
[15] Discorso ai partecipanti al secondo incontro mondiale dei movimenti popolari, Santa Cruz de la Sierra-Bolivia (9-7-2015).
[16] Udienza generale del 4-3-2015.
[17] Discorso in occasione dell’incontro con la società civile, Quito-Ecuador (7-7-2015).
[18] Omelia durante l’eucaristia celebrata a Cassano Jonio (21-6-2014).
[19] Omelia in occasione della canonizzazione di alcuni beati (23-9-2014).
[20] Discorso ai vescovi dell’Asia (17-8-2014).
[21] Discorso ai partecipanti all’incontro mondiale dei movimenti popolari (28-10-2014).
[22] Discorso in occasione della II Conferenza internazionale sulla nutrizione (20-11-2014).
Nessun commento:
Posta un commento