Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

Translate

giovedì 9 aprile 2020

9 aprile 2020 PANE (commento a Gv 13, 1-15)

Dal vangelo secondo Giovanni
Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine.
Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».


Questo segno -lavanda dei piedi- che Gesù opera tra i suoi discepoli non sembra paragonabile a quello, il primo, che Gesù operò a Cana di Galilea, presenti i suoi. Allora l’acqua negli otri che diventa vino, qua l’acqua nel catino che diventa lavanda, e non mi riferisco affatto ai fiori profumati! Per noi credenti questi due elementi ci dovrebbero, invece, subito riportare all’Eucaristia e al Battesimo, come pure a quella ferita nel costato di Gesù da cui esce sangue ed acqua (proprio questo è l’ordine, il pranzo a Cana, la cena a Gerusalemme!).
Toh! Guarda caso! Oggi la Chiesa cattolica ricorda anche l’inizio dell’Eucaristia! Viene da pensare se questa astinenza forzata dai sacramenti ci abbia permesso di averne nostalgia, desiderio, purificazione, conversione, memoria, oppure ne siamo semplicemente rimasti ossessionati e pronti alla fila come capita nei supermercati (sperando di non scandalizzare con il paragone!).
«Signore, tu lavi i piedi a me?». Non tanto il fatto di lavare i piedi, ma di lasciarsi lavare i piedi. Già un maestro che lava i piedi ai suoi discepoli: potrebbe rientrare in quelle stranezze cui erano avvezzi da parte di Gesù, segnali che ha lasciato sparsi nel suo cammino e che tanto hanno stupito le folle. Anche se effettivamente qualche volta li ha lasciati senza parole: “Va! La tua fede ti ha salvato!”. Il miracolo così stupefacente, e poi quella fede e salvezza, così personali, a volte incomprensibili per i più, se non addirittura irritanti per i potenti della religione.
Ma almeno riguardavano gli altri. Ora chiede a loro di lasciarsi lavare i piedi. Appena qualche giorno prima, lo stesso Vangelo aveva registrato il gesto scandaloso di Maria, perché lavare i piedi significa biblicamente entrare nell’intimità della persona. E Simon Pietro dice di no. Poi dice di si (ma come avrà inteso quell’”avere parte” delle sue stesse cose detto da Gesù: una condivisione di potere?). Anzi, chiede di più: le mani ed il capo. Sembra di tornare a sentire quell’esagerata energia tipica di Pietro, che inciampa e si lascia però risollevare da chi gli vuole bene: “Signore, non ti succederà che tu muoia da solo, non ti rinnegherò!”. Pietro: non sono i suoi ordini e le sue idee di cui hai bisogno, ma della sua vita. Lascia che entri nella tua vita.
Pietro -e un po' anche noi- siamo come quel pane impastato col lievito: cresci pure, ma prima o poi dovrai lasciarti cuocere, altrimenti ti gonfi e basta. E comunque non diventi pane, resti impastato! Lasciarsi lavare i piedi, diventare pane ben cotto: pasta che si è fatta crosta all’esterno, maturando nel fuoco, e che custodisce quella parte molle che è capace di imbibirsi delle realtà con cui viene in contatto, con l’umanità degli altri.

Esercizio di profumi oggi, sorelline e fratellini. Cuocere un po' di acqua e farina!

Donde

Nessun commento:

Posta un commento