Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

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martedì 21 aprile 2020

21 aprile 2020 “Nessuno infatti tra loro era bisognoso.” (commento a Gv 3, 7-15)

Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito». Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».


«Se vi ho parlato di cose della terra e non credete come crederete se vi parlerò di cose del cielo?».
Tanti punti interrogativi in questo primo, lungo dialogo giovanneo, che Gesù ha con una persona che lo seguirà fino al termine della sua vita, anche se spesso nell’oscurità di una notte che vuole essere il suo anonimato. Nel vangelo di Giovanni questa relazione comunque viene esposta, a questo punto diventa testimonianza. Sarebbe interessante capire quanto ci sia di istantaneo nel confronto tra Gesù e Nicodemo: se la richiesta di fidarsi di lui fosse il centro dell’ascolto, oppure se quest’uomo appartenente ad un mondo pieno di codici di comportamento e di riproduzioni sedative del passato cercasse soltanto di prendere il presente di Gesù, smontarlo con i propri criteri logici e rimontarlo in modo da ottenerne un quadro superiore, ideale, celeste. Gesù sembra dirci invece che senza una sostanziosa fiducia in lui, finiremmo per pensare che cose nuove sorgano da cose vecchie, tessuto grezzo potesse essere riparato con stoffe lise!
Se ci sentissimo parlare di resurrezione! Quante volte scopriremmo che ne cerchiamo le trame causali, i percorsi deducibili e rassicuranti conferme a quanto già siamo, già pensiamo. È il vero frutto del nostro tempo, il tentativo di non mettere in conto la perdita grazie ad una sempre più raffinata tecnica di riproducibilità (lo ricordava il filosofo Benjamin!). Ed infine per dirci che “beh! Per forza è risorto! È Dio!”.
Abbiamo bisogno di giustificare. Anche se ce lo hanno insegnato a scuola dovremmo avere orrore della giustificazione! Nicodemo cerca di giustificarsi? O le rotelline della sua tecnologica mente iniziano a incepparsi e saltare? In quanto “uno dei capi dei giudei”, il suo compito è quello di far andare avanti le cose come un orologio. Ce lo ripetiamo anche in queste settimane: qual è l’orologiaio che ci rimetterà a posto l’orologio da questo tempo pandemicamente globale?
Ma vogliamo davvero mettere indietro le lancette e basta? È sufficiente guardare al futuro come un ristabilire il passato? Grammaticamente parlando esiste un futuro che non lo è e si chiama infatti futuro anteriore. Enciclopedia Treccani: futuro anteriore, è un tempo verbale dell’indicativo che esprime fatti proiettati nel futuro ma avvenuti prima di altri. È un tempo della identità non della scoperta, della riproduzione non dell’immaginazione. Vogliamo davvero ricapitolare questa storia? “A questa analisi generale di ordine religioso si possono aggiungere alcune considerazioni particolari, per notare che tra le azioni e gli atteggiamenti opposti alla volontà di Dio e al bene del prossimo e le «strutture» che essi inducono, i più caratteristici sembrano oggi soprattutto due: da una parte, la brama esclusiva del profitto e dall'altra, la sete del potere col proposito di imporre agli altri la propria volontà. A ciascuno di questi atteggiamenti si può aggiungere, per caratterizzarli meglio, l'espressione: «a qualsiasi prezzo».” (1987 - SollicitudoReiSocialis n.37 GPII).
Mi trovo regolarmente a parlare con un gruppo di giovani universitari di queste cose. Forse siamo tutti un po' Nicodemo, come tanti si sentono Wil Coyote! Nicodemo per dare fiducia a Gesù e lasciarsi introdurre nella “vita eterna” (che non significa morire!, ma vivere chiamando Padre Dio e quindi non più da lupi -con rispetto per i lupi- ma da figlie e figli, fratelli, sorelle e dunque generativi anche noi, madri e padri, capaci di storia impaziente a divenire tenerezza, e cioè nonni e nonne), non può nascondere la polvere del presente sotto il tappeto, ma avere chiaro che la polvere di oggi anche domani dovrà spazzarla, e il fatto di avere un robottino che lo sostituisce non toglie la sua fragilità.

Grazie, davvero grazie a voi giovani che mi accompagnate con queste vostre voci, anche in dibattito tra loro, di certo in debito io con voi. Tempi atroci questi, ma continuiamo su strade e smodellatemi qualcosina, quasi come plastilina, insieme in avanti e non indietro col volto, ci vuole coraggio a non diventare di sale: ascolto voi, e sapere che siete li carne e ossa è ciò che vale! Grazie!

Donde

PS: un anno fa devo dire grazie a tanti di voi che sono stati presenti ad un fuori-strada, rompere la boccetta di profumo. Era Pasqua e duplice festa e così oggi a chi mi ha donato questa canzone la ridono a mia volta. Lei è Maria-Gracia Latedjou in Poussière de Couloir - Live Performance. Musicista angolana, vive a Luanda. Autodidatta e improvvisatrice, percorre vie di sperimentazione di voci e suoni. Oggi mi sembrava adatta!

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