Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

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sabato 18 aprile 2020

18 aprile 2020 “Ricorda i giorni del tempo antico, medita gli anni lontani. Interroga tuo padre e te lo farà sapere, i tuoi vecchi e te lo diranno.” “Sii saggio, figlio mio, e allieterai il mio cuore e avrò di che rispondere a colui che mi insulta.”(commento a Mc 16, 9-15)

Dal vangelo secondo Marco
Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.
Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro.
Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura».

In un coro a due voci si chiude il Vangelo secondo Marco: Marco 16, 9-20 è il secondo finale, non di Marco, ma considerato comunque canonico, “un'autentica reliquia della prima generazione cristiana”.
Il vangelo del cammino, si offre anche in questo riassunto delle apparizioni del Risorto come una perfetta guida per l'annuncio pasquale del discepolo ormai connotato come apostolo, una sorta di lonely planet, ma non lonley bensì community.
Già! Il motivo di questa aggiunta non lo conosciamo, lo possiamo ipotizzare. Quello che ci interessa è che nella Bibbia quando c'è una ricchezza da comunicare, la si racconta da molti punti di vista. A prima vista sembra il racconto delle tre verità per cui alla fine non si sa bene a chi credere. La pluralità di significato non è mai stato un problema della rivelazione. Siamo community non lonely, esprimiamo nella relazione con gli altri la nostra familiarità con Dio, non saccheggiamo l'altrui esperienza di Dio per scopi personali, in una sorta di vorace individualismo spirituale. E quindi più si mantiene la coralità di voci, più si offre la ricchezza della testimonianza. L'annuncio del Risorto è sempre comunitario, l'esperienza del singolo assurta a valore universale è sempre un rischio che la chiesa ha voluto vagliare e valutare se correre. Sono -devono esserlo- tante le porte per entrare, non si costruiscono muri per club privati all'interno dell'annuncio pasquale.
In questi giorni il dramma che stiamo vivendo manca ancora di una prospettiva che guardi lontano, l’infinito oltre la siepe delle polemiche e delle preoccupazioni immediate. Forse siamo ancora troppo vicini e dentro questa storia. Stamattina una suora comboniana mi ha inviato un articolo che racconta della fine di un mondo, di quanti anziani siano morti in queste settimane. I dati statistici -a volte per rassicurare- ci raccontano di anziani tutti colpiti da altre malattie: magra consolazione! Dopo i 50 anni gli acciacchi aumentano e le malattie con cui si convive sono come il fischio per tutta la notte dopo aver visto un concerto ad un buon volume! Cosa possiamo fare perchè anche queste voci restino, non vadano scomparendo?
Sarebbe bello che ciascuno di noi magari intervisti “i suoi vecchi”, trovi un modo per aggiungere a questa cronaca dei giornali, dei media, delle voci grosse, quella delle voci reali di chi concretamente si trova al proprio fianco. Perché non aggiungere anche noi altri finali a questa storia che sta avvenendo?
C'è un film che andrò a rivedermi in questi giorni: L'UOMO CHE VERRA'. La storia la conoscete, lo sfondo è la cosiddetta strage di Marzabotto, che coinvolse ben più che questo singolo paese! Il regista segue alcune vicende umane, cercando di restare nella verosimiglianza storica. Ecco la sinossi del finale: “Martina, che era riuscita a fuggire, viene scoperta e rinchiusa nella piccola chiesa di Cerpiano insieme a decine di altre persone e, dopo avere chiuso le porte, attraverso le finestre i soldati lanciano all'interno delle granate che fanno strage. La bambina resta miracolosamente illesa e torna a casa, trovando solo stanze vuote e silenzio: prende la cesta con il fratellino, che aveva nascosto all'interno di un rifugio dentro il bosco prima di essere trovata, e si rifugia nella canonica di don Fornasini, uno dei parroci della zona, e, dopo che la strage si è compiuta, fa ritorno al casolare di famiglia, dove si prende cura del fratellino intonando per lui una ninna nanna, riacquistando l'uso della parola.”
Ecco l'uomo che verrà: fino alla fine del mondo una persona che canta ad un'altra persona qualcosa che ha ricevuto da un'altra persona: non le tre verità ma i pani che si moltiplicano. La fine del mondo non sarà questo virus, ma se dovessimo smettere di comunicare qualcosa di umano! Gli anziani che muoiono (come i bambini per tanti altri motivi), sono canti che se non abbiamo imparato a trasmettere, lasceranno il mondo più povero. La forza di una catena è nell’anello più debole, è lì che dobbiamo concentrare tutta la nostra umanità!

Allarghiamo le orecchie, prestiamo le voci! Lo scambio tra le generazioni possa continuare!

donde

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