Papa Francesco
"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco
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domenica 12 aprile 2020
12 aprile 2020 OGGI (commento a Gv 20, 1-9)
Dal vangelo secondo Giovanni
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
Mai come oggi si può usare il termine raggiungere la fede: qui di corsa! Viene da sorridere pensando alla probabile differenza di età tra Giovanni e Pietro, almeno ce li immaginiamo così: Beep Beep e Wil Coyote. Rigorosamente senza i marchingegni della ACME Corporation. E come cantava Finardi, ci sentiamo un po' tutti di più Wil Coyote, che cade ma non molla mai, che fa progetti strampalati, troppo complicati!
Quella corsa è un progetto che deve tenere conto di una cosa: non abbiamo ancora capito tutto della risurrezione. Cerchiamo affinità – è il nostro mestiere – tra il Vangelo della tomba vuota e noi che ne usciremo (speranza) tra tre settimane!
Quello che si assomiglia è la lettura intenzionale della storia. Che dal punto di vista di Dio potrebbe essere che si può trarre al bene anche quello che stiamo vivendo oggi, mistero di un male non voluto ma a cui non ci si solidarizza, anzi! Mentre dal punto di vista umano significa smettere di dire “capita!” e iniziare a progettare il nuovo. Il paragone con Wil Coyote può sembrare un tantino perdente: quando mai gli riesce di costruire una trappola che non gli si rivolti contro? Quello che ci piace non è il suo desiderio di mangiarsi Beep Beep, che ci farebbe anche un tantino schifo, ma che riesce ancora a pensare, a cambiare il piano. Si inventa mille modi per cambiare le prospettive e le cose da utilizzare, i metodi e i modi.
Pietro e Giovanni, due modi diversi di fare la corsa della fede: non c’è un’unica strada, purchè capace di mantenersi fedele alla vita di Gesù, “non c’è amore più grande di chi dà la vita per gli amici e voi tutti lo siete!”. Dare la vita: nessuno di noi sa cosa sia la morte, se non gli aspetti, i volti, che lì conducono; di certo sappiamo cosa è nascere. E anche se non ne abbiamo una memoria consapevole o razionale, la nostra vita ne porta le conseguenze. Vivo perché sono nato. Pensate cosa sarebbe se il neonato uscito fuori della pancia dicesse: bene! Nato sono nato adesso ritorno dentro. Se noi uscendo da queste nostre case dicessimo: bene, adesso tutto come prima! Anzi: data la crisi, ancora più homo homini lupus! Armi contro i poveri, testa abbassata verso i poteri!
No! La storia deve avere una lettura intenzionale e siamo noi a decidere di vivere dopo essere rinati. Non annunciare nuovamente la vita ma annunciare la vita nuova.
Quindi coraggio. È festa: intimità vorrei, insieme a pane e vino a mensa oggi! BUON PASQUA e come disse quello: "vi amo voi tutti che siete in questo bar!". (oggi mi diverto un pò).
Donde
PS: e non perdetevi la pietra miliare di Moby del 1999, natural blues, cover della canzone di Vera Hall, Trouble so hard…godetevelo fino in fondo, guardatelo! E...Mirko: OGGI cantiamo con te, siamo con te!
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