Papa Francesco
"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco
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giovedì 20 aprile 2017
Il cristianesimo è la ricerca di Dio nei nostri confronti!
Il cristianesimo «non è tanto la
nostra ricerca nei confronti di Dio - una ricerca, in verità, così
tentennante - ma piuttosto la ricerca di Dio nei nostri confronti»:
lo ha detto il Papa nell'udienza generale, sottolineando, ancora, che
«non è un'ideologia, non è un sistema filosofico, ma un cammino di
fede che parte da un avvenimento, testimoniato dai primi discepoli di
Gesù» e «nasce dalla risurrezione» di Gesù, che, ha concluso
Francesco, «è qui, in piazza, con noi, vivo e risorto».
Jorge Mario Bergoglio si è soffermato
sulla risurrezione di Gesù Cristo, così come viene raccontata da
San Paolo nella lettera ai Corinzi, per proseguire un ciclo di
catechesi sulla «speranza cristiana»: «Parlando ai suoi cristiani
- ha detto ai fedeli raccolti in una piazza San Pietro spazzata da un
vento di tramontana - Paolo parte da un dato inoppugnabile, che non è
l'esito di una riflessione di qualche uomo sapiente, ma un fatto, un
semplice fatto che è intervenuto nella vita di alcune persone. Il
cristianesimo nasce da qui. Non è un'ideologia, non è un sistema
filosofico, ma un cammino di fede che parte da un avvenimento,
testimoniato dai primi discepoli di Gesù». Questo «è il fatto: è
morto, è sepolto, è risorto, è apparso. Cioè: Gesù è vivo.
Questo è il nocciolo del messaggio cristiano».
«Se infatti tutto fosse finito con la
morte, in Lui avremmo un esempio di dedizione suprema, ma questo non
potrebbe generare la nostra fede. È stato un eroe? No, è morto ma è
risorto. Perché la fede nasce dalla risurrezione. Accettare che
Cristo è morto, ed è morto crocifisso, non è un atto di fede, è
un fatto storico. Invece credere che è risorto sì. La nostra fede
nasce il mattino di Pasqua».
San Paolo, ha sottolineato Papa
Francesco, «fa un elenco delle persone a cui Gesù risorto apparve»
e «ultimo della lista - come il meno degno di tutti - è lui stesso,
Paolo, che dice di se stesso “come un aborto”. Paolo usa questa
espressione perché la sua storia personale è drammatica: lui – ha
evidenziato il Pontefice argentino – non era un chierichetto, era
un persecutore della Chiesa, orgoglioso delle proprie convinzioni, si
sentiva un uomo arrivato, con un'idea molto limpida di cosa fosse la
vita con i suoi doveri. Ma, in questo quadro perfetto, sapeva tutto,
un giorno avviene ciò che era assolutamente imprevedibile:
l'incontro con Gesù Risorto sulla via di Damasco. Lì non ci fu
soltanto un uomo che cadde a terra: ci fu una persona afferrata da un
avvenimento che gli avrebbe capovolto il senso della vita. Il
persecutore diviene apostolo. “Perché io ho visto Gesù vivo, io
ho visto Gesù Cristo risorto”. Questo è il fondamento della fede
di Paolo, degli altri apostoli, della Chiesa, della nostra fede. Che
bello - ha detto il Papa - pensare che il cristianesimo,
essenzialmente, è questo! Non è tanto la nostra ricerca nei
confronti di Dio - una ricerca, in verità, così tentennante - ma
piuttosto la ricerca di Dio nei nostri confronti. Gesù ci ha presi,
ci ha afferrati, ci ha conquistati per non lasciarci più. Il
cristianesimo è grazia, è sorpresa, e per questo motivo presuppone
un cuore capace di stupore. Un cuore chiuso, un cuore razionalistico,
è incapace dello stupore e non può capire cosa sia il
cristianesimo, perché il cristianesimo è grazia e si percepisce, si
incontra nello stupore dell'incontro. E allora, anche se siamo
peccatori, e tutti noi lo siamo, se i nostri propositi di bene sono
rimasti sulla carta, oppure se, guardando la nostra vita, ci
accorgiamo di aver sommato tanti insuccessi…».
«Nel mattino di Pasqua - ha detto
ancora il Papa - possiamo fare come quelle persone di cui ci parla il
Vangelo: andare al sepolcro di Gesù, vedere la grande pietra
rovesciata e pensare che Dio sta realizzando per me, per noi tutti,
un futuro inaspettato. Andare al nostro sepolcro, tutti ne abbiamo un
pochettino dentro. Andare lì e vedere come Dio è capace di
risorgere da lì. Qui c'è felicità, gioia e vita, dove tutti
pensavano ci fosse solo tristezza, sconfitta e tenebre. Dio fa
crescere i suoi fiori più belli in mezzo alle pietre più aride.
Essere cristiani - ha proseguito - significa non partire dalla morte,
ma dall'amore di Dio per noi, che ha sconfitto la nostra acerrima
nemica. Dio è più grande del nulla, e basta solo una candela accesa
per vincere la più oscura delle notti». In questi giorni di Pasqua,
ha concluso Francesco, «portiamo questo grido nel cuore. E se ci
chiederanno il perché del nostro sorriso donato e della nostra
paziente condivisione, allora potremo rispondere che Gesù è ancora
qui, che continua ad essere vivo in mezzo fra noi. È qui, in piazza,
con noi, vivo e risorto», ha detto il Papa tra gli applausi dei
fedeli.
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