Papa Francesco
"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco
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lunedì 10 aprile 2017
Collocazione provvisoria! (don Tonino Bello)
Per me è una delle più luminose.
Proprio per quelle riduzio ni di orario che stringono, come due
paletti invali cabili, il tempo in cui è concesso al buio di
infierire sulla terra.
Ecco le sponde che delimitano il fiume
del le lacrime umane. Ecco le saracinesche che compri mono in spazi
circoscritti tutti i rantoli della terra. Ec co le barriere entro cui
si consumano tutte le agonie dei figli dell’uomo”.
“Collocazione provvisoria”. Penso
che non ci sia formula migliore per definire la croce. La mia, la tua
croce, non solo quella di Cristo. Coraggio, allora: la tua croce,
anche se durasse tutta la vita, è sempre “collocazione
provvisoria”.
Il Calvario, dove essa è piantata, non
è zona residenziale. E il terreno di questa collina, dove si consuma
la tua sofferenza, non si venderà mai come suolo edificatorio.
Coraggio, comunque! Noi credenti,
nonostante tutto, possiamo contare sulla Pasqua. E sulla Domenica,
che è l’edizione settimanale della Pasqua. Essa è il giorno dei
macigni che rotolano via dall’imboccatura dei sepolcri. E’
l’intreccio di annunci di liberazione, portati da donne ansimanti
dopo lunghe corse sull’erba. E’ l’incontro di compagni
trafelati sulla strada polverosa.
E’ il tripudio di una notizia che si
temeva non potesse giungere più e che invece corre di bocca in bocca
ricreando rapporti nuovi tra vecchi amici. E’ la gioia delle
apparizioni del Risorto che scatena abbracci nel cenacolo. E’ la
festa degli ex delusi della vita, nel cui cuore all’improvviso
dilaga la speranza.
Riconciliamoci con la gioia. La Pasqua
sconfigga il nostro peccato, frantumi le nostre paure e ci faccia
vedere le tristezze, le malattie, i soprusi, e perfino la morte, dal
versante giusto: quello del «terzo giorno».
Da lì le sofferenze del mondo non
saranno più i rantoli dell’agonia, ma i travagli del parto. E le
stigmate lasciate dai chiodi nelle nostre mani saranno le feri toie
attraverso le quali scorgeremo fin d’ora le luci di un mondo nuovo.
Don Tonino Bello
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