Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

Translate

venerdì 31 gennaio 2020

BRASILE 2020 - mettere a fuoco le immagini

giovedì 30 gennaio

Padre Gabriel ha 53 anni. Da 4 giorni è entrato nella sua nuova destinazione: una parrocchia di 100mila abitanti in periferia, povera non troppo. Prima è stato coordinatore nazionale del Prado in Brasile. Prima ancora ha trascorso 4 anni in Amazzonia. "Realtà cosi povera di preti che fai parroco, rettore seminario, coordinatore della diocesi". Per raggiungere da capo a capo la diocesi ci impiegava 6 ore di macchina. Prima ancora aveva trascorso 4 anni in seminario come formatore e rettore. Ma il primo incarico pastorale fu di parroco. 

Ci offre alcuni criteri di interpretazione per molte delle cose che abbiamo ascoltato durante il nostro viaggio.

Due modelli di prete sono presenti nella nostra diocesi. Noi abbiamo conosciuto tanti fidei donum di varie parti d'Europa, ed essi sono un primo modello, preti formati bene negli studi e inseriti molto più nel sociale. C'è poi il modello dei preti antichi, cioè quelli di origine brasiliana, che ci sono sempre stati anche se in numero non elevato: di impronta più tradizionale, non per questo erano meno attenti ai problemi sociali, soltanto che ciascuno aveva il suo modo di impegnarsi, di compromettersi.
Poi da 15 anni è arrivato un nuovo modello, quello del parroco di Acupe che avete conosciuto. Propriamente il modello non è carismatico. È semmai essere il prete dei media. Ma è difficile dare una definizione chiara: sono preti che ho avuto in formazione e noi dicevamo una cosa in seminario, loro dicevano "si!", ma facevano altro. La forza dei media è una cosa che va oltre il singolo contesto brasiliano ma è un mutamento che rigurda l'intero mondo. Qui abbiamo Tv con molti canali, più di 10 sono cattolici. Poi youtube e con quei video formano la testa delle persone. Internet esercita una grande pressione sulle persone.
D'altra parte i tre modelli sono tutti vicini al popolo. Es. il cosiddetto modello Acupe è molto popolare, è capace di toccare la sensibilità delle persone e da qui poter toccare e produrre un movimento sociale.
I modi tradizionali sono interpretabili piuttosto come apparenza C'è anche un poco di vanità. Ma nel dettaglio nella vita concreta sono molto sobri. Alcuni di questi ripiegamenti nel cercare forme estetiche del passato ecclesiale assumono anche il significato di difesa da un ateismo sempre più consistente. Tuttavia spesso questo atteggiamento rivela la mancanza di argomenti per dialogare con mondo moderno. La maggioranza dei preti, poi, vengono da povertà e non vogliono tornarci!

Salvador è un po differente da tutto il Brasile. (Mentre parla ci trovimo nel cortile, il caldo odore salmastro dell'aria viene coperto dalla cucina che sta usando parecchio aglio!). Tutta l'Africa è qui, 80 per cento in Bahia è di origine africana. Razzismo è sotterraneo. Si rivela soprattutto nella bassa autostima. Non dimentichiamo che ci sono stati 300 anni di traffico di schiavi e 350 di schiavitù prima che a fine XIX secolo venisse abolita anche qua. La stessa chiesa non vuol vedere questa situazione che determina tutto: non si può fare evangelizzazione senza tenere conto di questo. Il primo lavoro dell'evangelizzazione deve passare per autostima se no tutto quello che si fa resta solo in superficie. Su questo ci guadagnano le altre religioni.
Ultimamente cresciute religioni afro brasiliane. Da sempre presenti, con avvento diritti umani si sono risollevate. 50 anni fa uno diceva "sono cattolico" oggi è libero di dire "sono candomblé.".

La caratteristica locale di Bahia è quella della negritudine che lo differenzia dal resto Brasile. Qui la colonizzazione è stata portoghese ma il sostrato è africano. Resto Brasile del tutto differente.
Questa resta la maggiore sfida per la conferenza episcopale brasile. 

Vescovi. Non posso dire ne male ne bene dopo 8 anni fuori. Ma ascolto in giro le voci di preti e sento di tutto. 
Rapporto clero laici:
ricevuto come eredità dai fidei donum, che gli davano molta autonomia. Altri invece ora li trattano come bambini. Ma adesso cambiano le cose: le parrocchie riescono a mantenersi.  30 anni dipendevano tutte dall'estero.
Purtroppo c'è un esodo delle persone. Il consiglio che dico sempre è: tanto più vi donate (voi preti), tanto più la gente si dona. 
Sinodo dell'Amazzonia:
Come un nuotatore che muore sulla spiaggia. Non è arrivato all'obiettivo.
La celebrazione senza prete. Questione più importante. Chi c'era dice che intervenivano per dire che qst punto fara chiudere ns chiesa.
Molto cordiale, bella celebrazione ma non andrà in niente. Qui è normale celebrazione senza prete. Parola e comunione. Nella pratica lo hanno risolto.  Liturgie presiedute da donne ci sono già. 
C è l'aspetto culturale di machismo, e ci sarebbe necessità di fare catechesi.
La città di Salvador ha il candomblé e la donna in questa religione che si sviluppa da elementi originali africani, ha il suo posto di presidente. Tutto quello che è un padre nel cattolicesimo, la donna lo è nel candomble.  Ruolo della donna nella chiesa non ha presidenza, occorre ripensare. Qui hanno già spazio occorre riconoscere. Cosi per i padri sposati c e molto pudore  se il popolo accetterebbe. Qui in Bahia farebbero più difficoltà che in due o Amazzonia.
Tema importante dell'Amazzonia è la migrazione. Tanta popolazione viene da fuori, gli indios sono pochi.
Ancora altre informazioni, ma riduco all'osso la cronaca in questa vigilia di partenza!

Resta solo una cosa: visitare il Pelurinho e poi proseguire fino a casa. Le dorate chiese restaurate, il centro pieno di negozi, l'umanità negoziante che ci vende le nostre immagini di regali: di questo scriverò  al rientro nell'ultima pagina di diario con i fatterelli del 31. Per ora: Grazie!

Nessun commento:

Posta un commento