José è sposato da 52 anni. Lui ne ha 83. Sua moglie si chiama Amalia. Prima incontriamo la loro figlia che ci apre. Sr.Scolastica sta accompagnando 4 di noi (Sr.Calista gli altri 4) a piedi per il loro quartiere. Visitiamo le famiglie. Muoversi tra le persone è una sapienza non scontata. Noi arriviamo al primo cancello transistando le strade del quartiere. Un acciottolato di pietre grandi: in diversi punti le piogge fuori misura di questi giorni, impreviste, hanno danneggiato la regolarità del manto stradale, come se l'eccessiva acqua piovana stesse soffocando qualcuno, bolle d'aria di qualche entità sotterranea hanno provocato questi dissesti circoscritti ma devastanti per la circolazione. Una piazzola con al centro il chiosco del verduraio, si sta riprendendo dal mercato domenicale alla luce di un sole che oggi si preannuncia caldo (38 gradi nel dopo pranzo, ma meno umido che ad Acupe).
Appena attraversata la piazza, un piccolo slargo, e poi dove inizia di nuovo il marciapiede inclinato (quasi tutte le soglie hanno una loro porzione di marciapiede ma ciascuna lo adatta in modo personale, più o meno largo, più o meno inclinato, più o meno liscio) le case riprendono il loro cammino con la cancellata bianca di Jose e Amalia.
José ha una forma di paresi, l'infermiera gli ha dato qualcosa per sedare un poco il male. Amalia è nell'altra zona della casa, insieme alla famiglia della figlia. Quando ci vede inizia anche lei un pianto contenuto. La suora le si siede al fianco, le parla, le accarezza i capelli con un gesto materno del tutto efficace. Noi preti diamo la benedizione. Una sorpresa la nostra presenza come la pioggia fuori stagione.
Andiamo da Lita, che il 17 maggio compirà 100 anni. Ci guarda un po sospettosa ma la figlia è così chiaramente forte della nostra presenza che ci fa firmare la Bibbia che le hanno regalato lo scorso anno.
Poi l'allegria di Damiana, che attiva in parrocchia, prega sempre per il resto dei familiari che non vogliono partecipare alla parte religiosa della sua vita. La casa sembra in costruzione, l'ambiente dove ci accoglie al primo piano è piccolo, da uno stanzino laterale esce e ci osserva, con la sua bambola in mano, la nipotina di 2, 3 anni.
Maria e Giuseppe hanno solo parole di accoglienza. Non sono cattolici "ma è tutto un solo Dio". Giuseppe faceva l'orologiaio. Le foto sul mobile parlano di nomi e di figli e nipoti. Donna Ivonne sta spazzando fuori casa e ci tiene perchè conosciamo il suo impegno, la sua vita. E racconta. Ultimamente è caduta in casa, è ormai anziana, ma per ora le fa solo male un po la fronte. Niente altro.
Nel pomeriggio della città del Sole, ci spostiamo su una collina di fronte, un bairro povero dove le piogge hanno lasciato lunghi solchi sulle strade. Un Aquilone gareggia solitario ed in ascesa, forse un padre ed un figlio che notiamo sotto la chiesetta dedicata a santa Clelia. Una casa è in vendita. Costata 80mila reals, adesso nessuno la vuole neppure per 15mila.
Ci addentriamo nei percorsi della chiesa locale. Prima rivolti al passato, visitiamo il vescovo emerito don Cristiano Krapf, di origine svizzera. Da fidei donum è stato successivamente ordinato vescovo è poi rimasto qui in Brasile. Ora la sua memoria fa un po cilecca, ma talvolta sembra molto il frutto di un'ironia il modo in cui si rivolge a noi con brevi domande. Non ha più un pensiero sequenziale, ma sa fare ironia delle cose: "Quando uno non sa più vivere, ogni posto va bene per vivere!".
La diocesi di Jequié è nata nel 1979 e lui è stato il primo vescovo.Il suo successore è stato qui pochi anni. Adesso sono in attesa del nuovo.
Ed infatti alla sera abbiamo l'occasione di un bel colloquio con l'attuale amministratore della diocesi, parroco della cattedrale, padre Roberto.
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450mila persone fa la diocesi e ci sono 48 parroci: nessuna parrocchia è scoperta. Hanno seminaristi. Solo un missionario, che è italiano, ancora presente. E' passionista. I preti diocesani sono solo locali. C'è stato un tentativo di inviare da questa diocesi un missionario in Amazzonia, ma l'esperienza è stata breve.
Del Sinodo sull'Amazzonia aspettano la pubblicazione del testo finale di Bergoglio, nel testo preparatorio e nella discussione molte cose sono state mescolate. In Amazzonia - è vero - molte comunità passano 5 anni senza messa. Uno che le visitasse ci mette 3 mesi. Grande sfida come fare arrivare eucaristia a queste comunità. Problema quando la situazione pastorale incontra la dimensione ideologica. Nella preparazione grande influenza da sinistra. Rete panamazzonica legata a teologia della liberazione con proposte che toccano profondamente la tradizione della Chiesa.
Pero tema principale sarebbe evangelizzazione perché la chiesa in Amazzonia rischia di sembrare una ong e intanto procedono le chiese protestanti gli evangelici i pentecostali. Dal 90 al 50 per cento si sono ridotti i cattolici. Gli altri stanno stanno dove la chiesa non sta. E poi nella chiesa cattolica siamo ancora centralizzati sul clero. L'annuncio poi è più allettante: loro promettono prosperità e successo e della croce di Gesù non se ne parla.
Aumentati davvero sono gli atei.
Lo scandalo grande è lo stacco tra ricchi e poveri, estremi entrambi.
La dimensione assistenziale è la via facile. Difficile chiedere perché c'è povertà. Ci sono palazzi con doppio ascensore: residenti e inservienti. Creare coscienza per questo.
Chiesa tenta ma è difficile. Frase Helder Camara: ho dato il pane mi chiamano santo, ho chiesto perché sono poveri e mi chiamano comunista!
Augura alla nostra chiesa il fermento dei laici perché qui la chiesa è nata con pochi preti e laici si impegnarono costretti dalla situazione.
Anche qui in Brasile c'è presenza di migranti dalla Bolivia ed in più con passaggio da un governo del paese di sinistra da uno del tutto opposto di destra con Bolsonaro ("lo volete?"ci chiede). Poi qui c'è il pregiudizio tra sud e nord del paese.
Qui esiste un gruppo di laici estremisti che attacca la conferenza episcopale e indirettamente attacca il papa. Anche tra i preti c'è chi usa il papa emerito per opporsi al papa Francesco. Ma la maggioranza del clero è indifferente. Solo una piccola parte è allineata con i vescovi che denunciano le situazioni.
Clero: Clericalismo preti dicono papa Benedetto xvi. Maggioranza indifferente, sono pochi gli allineati alla conferenza episcopale che denuncia le situazioni.
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Volto rotondo, occhiali, gli chiediamo se pensa di diventare lui vescovo. Dice che meglio non avere altra croce oltre quella dell'amministrazione.
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