Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

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mercoledì 22 gennaio 2020

BRASILE 2020 - Avere la capacità, avere la possibilità

Martedì 21 gennaio

Notte breve, recuperiamo le sconfitte del sonno sulle poltrone d'aereo e nelle sale d'attesa. Ma forse c'è appena il tempo per recuperare la posizione di un corpo quando riposa. Fa caldo; non aiuta ma è piacevole saperlo. Siamo arrivati dunque in Salvador Bahia, Brasile.



Ci leviamo alle 8, iniziamo a capire e mettere insieme colazione e programma della giornata. Prima messa sul rocchettone gigante recuperato da un cantiere e che nella nostra Posada fa da tavolo esterno. Assi da lavoro, non lisciate e grezze del tutto. Bulloni arrugginiti incavati nel legno, ormai protesi fuse con il corpo macchina. Caratterizza la nostra semplice eucaristia. Don Claudio ricorda che la sua prima volta in Salvador Bahia capitò una cosa. Sorride. Fuori casa sentiamo sparare dei mortaretti. Insistenti. Brevi. Don Claudio arrivò nella zona del bairro dovee doveva celebrare. "Che fa qui padre? Non sente che c'è appena stata una sparatoria?". A lui sembrarono petardi. Non gli capitò più. Ma le concomitanze riportano a galla ricordi. Sono fatte per questo, non sono mai coincidenze!

Nel bairro dove vivi sei al sicuro, se ne fai parte sei protetto. Rubarono una volta sola alla parrocchia, un amplificatore. Dissero che non riuscirono a recuperarlo ma che il tizio che aveva rubato non ruberà più. Sic! Fa paura a tutti i livelli questo tipo di pace armata. La nostra piccola messa, la presiede don Paolo. Il profeta Samuele deve scegliere il prossimo re. Non ci crede quando si accorge che Dio ha scelto un ragazzino fragile fragile! Cambiare prospettiva, cambiare modo di pensare: siamo qua e non siamo là! Il Signore guarda il cuore non le apparenze. (Guarda il cuore, Francesco! Guarda il cuore!). Ripartire dai piccoli ci doni prospettive differenti. Don Paolo suggerisce queste alcune parole.

Tappa anche al mare: bagno nell'oceano, genti sulle spiagge (qui è periodo di ferie), sole che cerca di contaminare la nostra pelle rosacea di un inverno assente in Italia. In una rada più tranquilla stanno i bambini, ma due si avventurano sulla nostra riva e le onde se li giocano trascinandoli avanti e indietro in una risacca potentissima. Dall'Europa all'America Latina, Dall'America Latina all'Europa. un ragazzo gira, tra gli altri, e vende non gelati non bevande. Vende aquiloni, piccoli e con una lunghissima coda.

Partiamo dopo un pranzo al self service locale e ci dirigiamo nel Bairro da paz, per incontrare le suore che ci hanno accolto stanotte. Oggi visiteremo le opere di Irma Dulce e la chiesa santuario frequentatissima di Nosso Senhor do Bonfim. Dalle auto le nostre prime timide foto. Anche Google qua ci guida ed insiste, vuole andare spessissimo "leggermente a destra". Svolta mondiale! Speriamo di no, perchè ci proviamo a ridere sopra.

L'ospedale di Irma Dulce e lei stessa sono una enciclopedia di carità che non riassumo qui. Da pochi mesi è stata dichiarata santa (ma la gente non aveva bisogno del bollino ufficiale per amare questa madre Teresa brasiliana, con quella di Calcutta si sono anche incontrate). Da suora della congragazione doveva fare insegnante. Poi l'errore fatale: iniziare ad insegnare ai poveri, frequentarli, specie i bambini. La sua congegazione la allontana, ma lei non lascia mai il velo. Alcune la seguono, ma lei non fondò nulla. Crea un ospedale che si sostiene con offerte e con la mutua statale. Unica regola dell'ospedale: l'obbligo di accogliere tutti. "se arrivano qua questa è per loro l'ultima porta e non possono trovarla chiusa". Due milioni di persone curate ogni anno, in uno stato, quello di Bahia che è 5 volte l'Italia. Morì nel 1992. Si è sempre messa in prima fila per chiedere per i poveri. Ad un riccone locale tese la mano, lui gli sputò dentro. "questo è per me, adesso mi dia qualcosa per i poveri!".
Non abbiamo bisogno di tutto per poter amare. Le offrirono un pollaio come spazio di accoglienza quando le dissero che non si potevano accogliere tutti quei poveri in convento. Qaulche tempo dopo una suora della casa buona le chiese come andasse il pollaio e le galline. "Venga! Sono tutte qua, nella pancia dei poveri!". I primi ambienti da lei frequentati erano i quartieri Allagados, dove su un pantano si viveva dentro palafitte. Non poteva durare così!

Il tempio che festeggia i 275 anni di Nostro Signore del Buon Fine tanto è barocco nella sua realizzazione quanto nell'esplosione di colori di quanti appendono un drappo, una fettuccia, per esprimere una intenzione che possa avere un buon esito. E tra i volti dei turisti che si selfeggiano davanti al ricco altare, gli ex voto di piedi mani teste salvate pendono nella sala laterale, insieme ai volti, altri volti di chi ha trovato un buon fine. E altri sperano ancora.

Poco alla volta ci dirigiamo indietro, come mandare a ritroso il nastro del giorno. Alcune chiacchierate con le suore iniziano ad apririci un varco di idee, ma ne parlerò più avanti. Alle 21,30 praticamente siamo a letto, quando in Italia sono l'una e mezza di notte.

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