Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

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giovedì 30 gennaio 2020

BRASILE 2020 - cosa pensi quando senti un'onda

mercoledì 29 gennaio

Dall'alba dei tempi, ai tempi del traffico di schiavi, fino ad oggi, alcuni suoni non dovrebbero essere cambiati. Immagino così il rumore che sale dalla spiaggia non lontana. Il nostro alloggio è un centro religioso utilizzato per ritiri e convegni. Si trova appena più a nord del nostro precedente soggiorno a Salvador. Fu costruita anche una piccola depandance all'epoca del primo viaggio di Giovanni Paolo II per la sua visita in Brasile. Targa: qui è passato GPII! Il suono delle onde è così ancestrale, che attinge direttamente al dizionario più antico che ci portiamo dentro di noi. Il nostro ostello è più isolato, è un po meno popolare, ma ha la bellezza timida ed imbronciata dell'oceano. Dell'oceano quando imprime suoni legati per sempre a eventi, fatti, ricordi. Il primo piede sulla luna, forse, non ha avuto altrettanta fortuna, se non che, magari, possibilmente, in un certo senso, potrebbe essere che: qualcuno ha assistito all'allunaggio dalla sua casa vicino alla spiaggia!



Con padre Jiorge possiamo tranquillamente visitare la costa "La mia testa è un buon GPS". Spostandoci impariamo a guardare alle nuove strade, arterie di sangue nobile che vanno a sostituire i sistemi venosi periferici di case abusive, che ostacolano le comunicazioni tra costa e zone più interne di Salvador. Non è solo modernità, è rendere sempre più visibilmente "accettabile" la visione della città. "quanti sono i bairros?". Risposta: "la maggioranza degli abitanti abita nei bairros!". I Bairros non sono luoghi misurabili chilometricamente, ma sono persone che vengono lasciate accumulare in bacini momentaneamente trascurabili, ma sempre passibili di rimozione. Il flusso intenso di traffico sulle due linee di percorrenza, è sezionato da un fosse secante che contiene il resto di quei fiumiciattoli misto fogna che si forma a valle di ogni bairros. Le case abusive sono state tolte in cambio di un po' di rimborso, piccole somme di danaro. Cresce un canneto e vegetazione adesso, non si accumula più la spazzatura che dall'alto via via scivola fino in fondo. Oggetti frammentati, come foto strappate di cui si coglie a malapena l'anatomia. Adesso è verde, con anche operai per la manutenzione. Di sfuggita colgo un airone che vi si è fermato, solitario, sotto il ciglio della strada che percorriamo, immune apparentemente alle nostre storie umane.

La laguna di Abaeté è un piccolo specchio d'acqua dolce a ridosso delle spiagge. Le dune bianche che la separavano dal mare sono ormai trasformate in case, case , case. La tradizione popolare narra di una donna che viene abbandonata dall'uomo che amava. Oppure viene rifiutata. Le sue lacrime crearono la laguana, li suo velo si trasformò in sabbia, e lei si nascose per sempre nei recessi della laguna stessa, pronta a catturare prendendo per i piedi, quegli uomini che vi si volessero bagnare. Un bagno rinfrescante nelle lacrime altrui non è segno di misericordia! Forse la nostra rapidità di conoscenza attraverso la rete, non ci fa comprendere quanto spesso ci immergiamo nelle storie e vite altrui senza un reale coinvolgimento, ma solo per una bella rinfrescata di disgrazie altrui! Abaeté: vieni a tirarci un po i piedi!

Raggiungiamo l'isola dove si trova la chiesa di Nostra Signora delle Nevi. Non chiedete se per caso sia mai nevicato qui: è una devozione che si sono portati dietro i portoghesi! Il varo della nostra barca parte dalla spiaggia affollata, a sud di Salvador. Parcheggio e bagnanti sono il 15 agosto di una qualsiasi meta marina sull'adriatico romagnolo. Negozi con i beni di prima necessità balneare, persone a bagnomaria fuori o dentro l'acqua, ombrelloni fittissimi. Ma come noi, qualcuno si avventura sull'isola di fronte. Si attraversa in linea d'aria, la residenza dei presidenti brasiliani qui a Salvador (ma Bolsonaro è stato contestato per la sua presenza e costretto a "riposarsi" da qualche altra parte). Le boe gialle segnano il limite militare da non superare. Oltre un verde promontorio, in lontananza, enorme, si scorge nella sua perfetta linea industriale, un voluminoso complesso dedicato forse alla raffineria del petrolio. Stona notevolmente con la costa, che prima e dopo ricorda i giorni della creazione. Forse si pensa che un edificio del genere sia una goccia nel mare, che l'inquinamento prodotto sia ugualmente una goccia nel mare. Ma ormai temo si siano invertite le polarità, per cui adesso è sempre più il mare ad essere una goccia nell'inquinamento!

Sull'isola ci prendiamo un bagno. Un gruppo di ragazzi gioca per oltre due ore sotto un sole che noi cerchiamo di confinare fuori dall'area dei nostri ombrelloni, stringendoci e spostandoci via via che il circuito terrestre procede nel suo orario. Come altri, mangiamo sulla spiaggia e veniamo attorniati, ma con stile bonario anche se insistente, da cani randagi in cerca di cibo. Probabilmente hanno tra loro anche un maschio alfa. Si capisce che sono abituati a venire scacciati, ma per lo più si siedono vicino e aspettano l'occasione. Se l'umano si arrabbia, provano a cambiare ristorante.
L'acqua è chiara, qualche nuvola brevemente rende cupe le limpide acque. Il fondo sabbioso è compatto e questo dà una sensazione come di camminare su una moquette bagnata. Bello stare a mollo. Padre Jiorge dice che è fredda, ma batte tutti in durata. Veste una maglia termica adatta all'acqua, per evitare di scottarsi con il sole. Pranziamo con qualche pesce e verdure che ci viene preparato da uno dei chioschi/case a ridosso della spiaggia. Decido di imprimere una spinta perchè il ricordo di questo giorno di riposo vissuto tra noi 8 con il padre brasiliano vada alla radice della mia memoria, nella biblioteca, sezione libri preziosi. Stiamo bene!

Dopo pranzo abbiamo il tempo per una visita alla chiesa di Nostra Signora delle nevi, circa un km da dove siamo atterrati. Lungo la strada, che è poi il muro che separa le case dall'acqua marina, ci accorgiamo che molte barche sono in secca. Ma la marea che sta salendo velocemente, ce le farà trovare di lì a poco, già con lo scafo ormai a bagno.
La chiesa è forse ritinteggiata, bianca sulla collina che sale dalla spiaggia, silenziosa mentre i bagnanti furoreggiano a 100 metri da lei. Una lapide in chiesa mi fa pensare che risalga almeno alla prima metà dell'800, ma potrebbe essere anche più antica. Al suo esterno la parte più interessante è il campanile a vela, che segue la facciata semplice (un fronte di casa, come siamo abituati a disegnarne da bambini, che si prolunga su due muri più bassi e squadrati). Con frammenti colorati di maioliche azzurre e bianche viene impreziosito il piccolo campanino che sta al centro. Al di sotto un disegno a mosaico di una fioriera. L'interno ha, diviso da un arco, la zona assembleare dove si nota il cornicione in alto ancora nella sua antica decorazione ed il pulpito cui si accede dalla stanza attigua. L'altare, addobbato con fasce e drappi, riporta quelle tipiche urne sovrapposte, enormi, che fanno da fondale al santo di cui si venera l'immagine, o da piedistallo per la statua. Tre colonne per ogni lato chiudono questa specie di coreografia sacra, sovrastata da un motivo a conchiglia bianca azzurro che sovrasta tutto il presbiterio. Davvero un gioiellino!

Come tutte le cose belle, per essere belle devono essere vissute e quindi trascorrere. Arriviamo dunque al riposo serale.






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