Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

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domenica 26 agosto 2018

«Tu solo hai parole autentiche che danno vita autentica all'uomo, vita totale». (Ernesto Balducci - Commento alla XXI Domenica del Tempo Ordinario )

26 Agosto 2018 – 21^ DOMENICA TEMPO ORDINARIO – Anno B

Nel linguaggio biblico la vita eterna vuol dire la vita nella pienezza: «Tu solo hai parole autentiche che danno vita autentica all'uomo, vita totale».

PRIMA LETTURA:Gs 24.1-SALMO:33 - SECONDA LETTURA: Ef 5,21.32-VANGELO: Gv 6,60.69


…L’amore tra l'uomo e la donna implica un reciproco, totale abbandono perché quando è amore è così. Ma quando è amore? L'amore è una possibilità, non una realtà, se non rarissima; ma l'amore nella sua pienezza è un totale abbandono. Non è una ricerca di sé, da tutelare di fronte all'altro, ma una totale abdicazione a sé, che è stoltezza se non ci si colloca a questo livello, senza la preoccupazione di sapere che cosa mi darà quell'altro. L'amore è un «sacramento di Dio» in questo senso, perché la verità ultima, quando voi avete tolto il cumulo delle verità parziali e siete arrivati in fondo e vedete splendere questo grammo d'oro, è l'abbandono totale in nome dell'amore. Questo è il polo della fede che dunque non ha niente a che fare con le compattezze sociali, con la religione sociologica, col «Dio con noi», «il nostro Dio è più grande del vostro», «Roma o Mosca». Queste sono tutte stoltezze carnali. 

Noi ci collochiamo al livello del mistero di Dio e del mistero dell'uomo quando scendiamo qui, dove è il baricentro. E se devo consigliare una via della verità dell'esistere è questa l'indicazione che do: il senso ultimo dell' esistere è in questa capacità di abbandonarsi ma non con una specie di autoannichilimento,ma con la certezza che questo abbandono rientra nell'onda dell'ultima verità di tutte le cose che è, per un verso, un annientamento e per l'altro un altro modo di essere: la nuova creazione, quella dell'amore. Tenete presenti questi due poli. Intanto gettiamo anche una luce sulla famiglia. La famiglia è una istituzione terrena, carnale quant'altre mai, però può ospitare in sé questa straordinaria esperienza che a livello umano è quella che più significa il senso ultimo della vita. Questo è importante per ritrovare la verità anche di questa pagina di Paolo che per altri versi suscita piuttosto rigetto. La verità qui affermata è questa: «Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!». 

Detto questo riprendo un momento lo sviluppo del mio tema affermando che se caliamo gli occhi nella nostra realtà umana ci accorgiamo, se prendiamo questa misura del polo assoluto, che l'espressione di Pietro - parole di vita eterna - non si riferisce all'aldilà. Nel linguaggio biblico la vita eterna vuol dire la vita nella pienezza: «Tu solo hai parole autentiche che danno vita autentica all'uomo, vita totale». Se io credo in Gesù è perché Egli ha detto parole di vita eterna. Poi io amo tante altre parole - Platone, i grandi filosofi ... - però esse sono tutte riferibili a queste parole di vita eterna perché nessun'altra parola è adatta al momento in cui si spegne l'esistere. Il momento in cui si chiude la parabola dell'esistere annienta tutte le parole fuori che questa se è parola di vita eterna, che dà la possibilità di scendere nel non essere entrando nell'essere. 

Questa è la parola di vita eterna, ogni altra parola si spegne; le luci della nostra abitazione si spengono - è la nostra terribile esperienza, ma non questa parola che è misurata proprio per quella situazione: «A Te abbandono, o Dio, il mio spirito». Abbandonarsi da ambedue le parti; che Dio si abbandoni a noi non si vede. O lo sappiamo o non lo si racconta. Come si fa? Ma la fede è - per ripetere le parole di Simone Weil - un abbandono dalle due parti. La nostra vita pubblica è appesantita dalla carnalità. Se io, con questa luce, guardo le persone, so chi crede. Crede chi si abbandona, chi non cerca se stesso, chi per l'amore dell'altro è capace di annientarsi, chi segue questa spinta al dono. Questa è la verità delle cose, il resto è sovrastruttura. Chi è cristiano? Chi non lo è? Che ne sappiamo noi? Si fa il segno di croce? Ci si battezza? Anche Stalin era battezzato e il fondatore del KGB era un ex seminarista! I battezzati han fatto la rovina del mondo! Che significa essere battezzati? Il vero battesimo di Gesù è l'amore. Questa radicalità non mi porta a distruggere tutto il resto, ma a relativizzare il resto, come Gesù mi ha insegnato quando ha voluto indicare come modello d'uomo non un pio ebreo, ma un Samaritano, cioè uno scomunicato eretico. Questa è la verità contro cui abbiamo costruito, per evitarne il pungolo, innumerevoli dottrine e questa è la misura assoluta.

Ernesto Balducci – da: “Gli ultimi tempi” – vol. 2

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