Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

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mercoledì 8 agosto 2018

Chi si sveglia per primo? Viaggio in Tanzania. 7 agosto 2018

L'alba a Migoli è fatta di suoni animali: il più gradevole canto del gallo, la cartavetrata del raglio dell'asino, talvolta voci umane, abbaiare, mezzi a motore, il pianto di un bimbo nell'attiguo orfanotrofio. In qualche modo ci si sveglia perché prima si è già svegliato qualcuno. Quando arriva il sole ormai la vita si è alzata da un bel po'.

Ancora efficaci in noi i volti del giorno precedente (una signora al lago per ultima ci aveva disarmato "vedete che sono brava donna, mi potete offrire un lavoro? Anche di pulizia!"), le energie di tutti saranno oggi per l'incontro con le giovanissime e giovani generazioni nelle scuole: il Tanzania ha un'età media calcolata nel 2015 di circa 18 anni!

Gli oltre 300 bimbi dell'asilo si abbeverano con avidità alle forze dei miei studenti: cantano, saltano, giocano, corrono, afferrano le mani, ti chiedono di abbassare la testa mentre ti impongono le mani salutando Shikamoo, la risposta Maharaba indica che accetti il riconoscimento di quella dignità conferita, e quindi sei pronto a servire il più piccolo. Le magliette sono piene di impronte di mani color terra e un altro bucato entra in programma.

A fine mattinata raggiungiamo il locale ospedale di Changarawe. Ha come bacino di utenza 13000 persone, la possibilità di fare piccole diagnosi ed un centro dedicato ai portatori di HIV, che il programma USAid sostiene con i medicinali: in questo centro i pazienti seguiti sono circa 1000. Come in tutti questi centri di salute un'attenzione particolare è per le donne partorienti, le giovani mamme ed i neonati. Le malattie infettive e le ferite dei pescatori (morsi di ippopotami non sono rari e se raggiungono l'osso, assai rischiosi) completano il quadro clinica non facilmente sostenibile con il solo sostegno governativo.

Dopo pranzo faccio un breve incontro con il gruppo dentro una cappellina che riporta sulla parete dell'abside dietro l'altare una grande immagine del continente africano, al centro un crocifisso e dai confini della terra una sorta di raggiera geometrica con tutti i toni del giallo. Infonde un senso di speranza, ci interroga: qual è il futuro dei popoli africani nella storia dell'umanità? Forse il loro sarà un apporto fondamentale che ancora non siamo in grado di comprendere, come il giovane Pinocchio che nel ventre della balena convince e porta fuori l'anziano babbo Geppetto, che nelle sue sicurezze si era condannato a vivere in un neanche tanto dorato carcere.
Leggo poi la parabola del Samaritano, sostituisco ai nomi categorie più attuali, riflettiamo sulla differenza tra fare qualcosa per il prossimo, e invece farsi prossimo come suggerisce Gesù.

Il resto del pomeriggio è alla scuola superiore Julius Nyerere. Anche qui i numeri ci schiacciano un poco: più di 1200 studenti! È in corso una partita di calcio oggi: Form one (prima superiore) contro gli insegnanti. I questi stanno vincendo 6 ad 1. Ma il tifo più colorato e rumoroso è per i giovanissimi, da parte delle ragazze. Prima sembrano coinvolgere i nostri, ma la distanza di età e di origine non viene superata: le relazioni subito festose faticano sempre a trovare la strada di approcci meno superficiali o interessati. Non è facile in un viaggio del genere, troppo frettolosi noi, molto, forse troppo in attesa gli altri. Una distanza che va sempre prevista per non rischiare delusioni di pancia! E per cercare realisticamente quali scambi possano maturare anche così.

La sera ci trova fisicamente stanchi, visitiamo per un saluto il parroco, ci accompagna la sempre vivace e sorridente suor Agnese, tanzaniana, con un umorismo ed un sorriso fin troppo coinvolgente!
Qualche pensiero della Laudato Si chiude il nostro giorno sperando che non ci sembri una favola della buonanotte: "Bisogna rafforzare la consapevolezza che siamo una sola famiglia umana. Non ci sono frontiere e barriere politiche o sociali che ci permettano di isolarci, e per ciò stesso non c’è nemmeno spazio per la globalizzazione dell’indifferenza...perché non c’è un’unica via di soluzione. Questo lascerebbe spazio a una varietà di apporti che potrebbero entrare in dialogo in vista di risposte integrali." (LS nn.52.60).
Ancora qualche raglio, qualche bimbo che fatica ad addormentarsi, ma nessun gallo all'orizzonte.

d onde

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