In Medio Oriente il problema non è l’islam, ma il fallimento della politica
Periodicamente, nel corso degli anni, sembra che le analisi sul Medio Oriente e la politica globale attraversino una fase in cui una domanda cruciale cattura l’attenzione dei mezzi d’informazione e delle riflessioni in tutto il mondo: l’islamismo è una tendenza pericolosa che caratterizzerà le future società a maggioranza musulmana o è solo una fase passeggera? Sono sorpreso da quanto spesso l’argomento ricorra nelle chiacchiere con gli amici e tra i colleghi di tutto il mondo, mentre nelle mie conversazioni quotidiane con gli arabi e i musulmani di tutto il Medio Oriente è molto meno frequente.
Ci sono varie spiegazioni possibili per questa differenza: a) l’occidente è giustamente ossessionato dalla minaccia concreta di una militanza islamista prolungata, b) l’occidente ha sposato le tesi degli autocrati arabi, direttamente minacciati dalle rivolte o dalle forze di opposizione islamiste, c) gli arabi e i musulmani del Medio Oriente che vivono queste problematiche ogni giorno sanno che l’islamismo e le sue manifestazioni come i Fratelli musulmani o il gruppo Stato islamico (Is) sono soltanto sintomi superficiali di questioni più profonde che non riguardano la religione, ma la politica, la natura umana e l’abuso di potere che colpiscono centinaia di milioni di persone a cui non rimane che affidarsi alla religione.
Pongo questa domanda perché è importante che davanti al ritorno di questo dibattito ci concentriamo sulle questioni reali invece di farci distrarre dalla cortina fumogena e dalla propaganda disseminata nelle campagne di pubbliche relazioni a livello globale alimentate dai paesi arabi più ricchi, preoccupati dal persistere di movimenti islamisti in tutta la regione. La politica islamista è un sintomo di un malessere diffuso tra cittadini politicamente emarginati.
il resto dell'articolo lo potete leggere su UNIMONDO
Commenti
Posta un commento