Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

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martedì 7 agosto 2018

Fino alla via lattea. Viaggio in Tanzania. 6 agosto 2018

Lasciate alle spalle le enormi rocce tondeggianti incastonate nei paesaggi di Dodoma, percorriamo i 130 km verso Migoli ed il suo lago, leggendo buona parte del primo capitolo di Laudato Si. Non si tratta di occupare il tempo ma di prepararsi a vedere con occhi critici quello che sta accadendo alla nostra casa comune, la terra, umanità compresa.



Mi piace pensare che le parole che leggiamo e ciò che vediamo intorno viaggiando, possano divenire inscindibili e tenaci anelli di un medesimo nuovo stile di ragionamento non fatto solo di conclusioni logiche, calcoli o reazioni epidermiche. "L’obiettivo non è di raccogliere informazioni o saziare la nostra curiosità, ma di prendere dolorosa coscienza, osare trasformare in sofferenza personale quello che accade al mondo, e così riconoscere qual è il contributo che ciascuno può portare." (LS n.19).

Si sale poco a poco alla diga di Mtera, per poi discendere gli ultimi km fino a destinazione. 1980. La diga ha formato il lago. Il bacino d'acqua serve per la produzione di energia idroelettrica. Il lago che si è formato superò le previste proporzioni andando ad inondare la valle per più di 10 km. Migoli è divenuto centro di passaggio e di attrazione per persone da tutto il paese che cercavano lavoro e fortuna. Il pesce è un ottimo alimento, ma alterno è il guadagno che se ne ricava per come è soggetto alla siccità dei fiumi e di conseguenza del lago, e all'uso del denaro in modi socialmente devastanti (alcool, violenze). Dagli anni '80 vite non facili e alta incidenza di AIDS, oltre alle malattie d'ambiente come malaria e infezioni varie.

Benché l'altopiano ci faccia salire di altitudine, il sole colpisce e scalda il nostro pulmino che ci difende con un po di aria forzata più che condizionata. Ma è sufficiente! Sui bordi della recente strada asfaltata piccoli crocicchi di persone alzano la mano pensando di fermare uno dei Daladala che va a Iringa. Il nostro autista con un cenno di mano come tesa ad afferrare una boccia, gli fa segno che non presta quel tipo di servizio. Le cime spuntate e tondeggianti intorno a noi non raggiungono livelli considerevoli, sembrano piuttosto delle teste anziane con incipiente calvizie.
Una mamma segue da vicino il figlio che cammina appena sul ciglio della strada quando attraversiamo uno dei numerosi villaggi. È attenta che non corra d'improvviso in strada in una corsa avventata. E poi il carbone venduto a sacchi, i pozzi scavati sui torrenti asciutti per trovare acqua residua bloccata da strati impermeabili di roccia e abbeverare i capi di bestiame che tra capre e mucche costituiscono forse la ricchezza maggiore in queste zone.
"l’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone, e per questo è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani. Questo mondo ha un grave debito sociale verso i poveri che non hanno accesso all’acqua potabile, perché ciò significa negare ad essi il diritto alla vita radicato nella loro inalienabile dignità."(LS n.30).

Arrivati a Migoli l'accoglienza delle suore gratifica ampiamente la nostra debole e comoda fatica del viaggio: in fondo abbiamo tutti posti a sedere e dentro un sicuro pulmino! Ristorati e lavati corpo e abiti, prima di scendere al lago per il "tramonto della verità", con alcuni celebriamo la messa della Trasfigurazione, parlando di storia e profezia, di una speranza sempre possibile di cambiare (anche se la madre terra prima o poi sarà incapace di sostenere e compensare i nostri smodati ed ingiusti sfruttamenti!).
Alla sera leggeremo insieme una poesia di Dolci: ciascuno cresce solo se sognato. Ed una della Szymborska, Ogni Cosa. Descrivono bene il bisogno e la necessità per l'essere umano di continuare a sperare nella bellezza luminosa che è ogni persona: "nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche!". Insieme raccontano anche di un sentimento che si fa sempre più largo nel gruppo: sospendere il giudizio e lasciare che quanto viviamo quotidianamente, le relazioni, le contraddizioni stesse, alberghino in noi senza cercare consolanti ed immediate risposte. Ce le porteremo a casa! All'incontro qualcuno dice: "Noi giochiamo con questi bambini, ma riusciamo a sognarli in una vita diversa? È necessario che qualcuno li sogni".

Il tramonto al lago non sarà stato allora la fine della verità. Ci sono il paesaggio da National Geographic, foto passibili del premio Pulitzer, una natura che rivela qualcosa in più di ciò che si vede. Ed insieme, lì di fronte ai nostri occhi, ci sono le piccole e fragili barche, una famiglia che sul lago vive di pesca, orto e miseria (eppure il papà sorride e gioca coi figli, notano i ragazzi); c è la plastica che il vento soffia qui quasi la raccogliesse dai 4 angoli della terra per portarla alle rive del lago. "Questi problemi sono intimamente legati alla cultura dello scarto, che colpisce tanto gli esseri umani esclusi quanto le cose che si trasformano velocemente in spazzatura." (LS n.22).

Un conto è sapere queste cose che nella nostra italiana quotidianità si nascondono dietro lo stiracchiato paravento dei servizi pubblici: paghiamo per non vedere dove finiscono i nostri scarti. Ci lamentiamo perché paghiamo troppo. Ci lamentiamo perché il nostro stile di vita sarebbe minacciato da fastidiosi flussi di persone che ci invidiano e poverini vogliono vivere come noi. Ma poi non ci lamentiamo delle contraddizioni in cui viviamo. Mi viene in mente la canzone LO SCRUTATORE NON VOTANTE di Samuele Bersani!
"I cambiamenti climatici sono un problema globale con gravi implicazioni ambientali, sociali, economiche, distributive e politiche, e costituiscono una delle principali sfide attuali per l’umanità. Gli impatti più pesanti probabilmente ricadranno nei prossimi decenni sui Paesi in via di sviluppo...E’ tragico l’aumento dei migranti che fuggono la miseria aggravata dal degrado ambientale, i quali non sono riconosciuti come rifugiati nelle convenzioni internazionali e portano il peso della propria vita abbandonata senza alcuna tutela normativa. Purtroppo c’è una generale indifferenza di fronte a queste tragedie, che accadono tuttora in diverse parti del mondo. La mancanza di reazioni di fronte a questi drammi dei nostri fratelli e sorelle è un segno della perdita di quel senso di responsabilità per i nostri simili su cui si fonda ogni società civile." (LS n.25).

Il tramonto ha coinvolto ben oltre lo spettacolo dei colori universali, le foto segneranno tutto il carico di bellezza minacciata ed umana responsabilità. Alla sera all'incontro qualcuno dei ragazzi dirà: "il lago è potente perché cosi bello e così tragico!". Essere qui serve anche a risvegliare la coscienza ed iniziare a prendere decisioni.
"Oggi non possiamo fare a meno di riconoscere che un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri." (LS n.49).

Ci prendiamo del tempo anche per guardare le stelle. La luce artificiale disturba, non abbastanza per non vedere una Via Lattea per noi inedita, nella sua collocazione, nella sua gratuita offerta di silenzio e contemplazione.

d onde

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