Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

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mercoledì 12 settembre 2018

In preghiera con il popolo perché scelti: ritratto del vescovo secondo Bergoglio

È vero, ci sono vescovi «peccatori». «Tutti lo siamo». Ma in questi tempi sembra proprio «che il Grande Accusatore si sia sciolto e ce l’abbia con i vescovi», «cerca di svelare i peccati, che si vedano, per scandalizzare il popolo». È la riflessione a cui arriva Papa Francesco nella messa a Santa Marta di oggi, in un momento storico in cui imperversano, implacabili, le polemiche sui casi di abusi nella Chiesa. 


Nella sua omelia, riportata come sempre da Vatican News, Francesco torna a parlare della figura del vescovo dal momento che, alla funzione mattutina, sono presenti diversi presuli partecipanti ad uno dei tre corsi che si stanno svolgendo in questi giorni a Roma: uno di aggiornamento per coloro che hanno compiuto dieci anni di episcopato, uno per i 74 pastori dei Territori di missione promosso da Propaganda Fide, ed uno con 130-140 presuli della Congregazione dei Vescovi.
In particolare Bergoglio si sofferma sulle tre caratteristiche fondamentali che caratterizzano il ministero episcopale: essere un «uomo di preghiera», sentirsi «scelto da Dio», stare «vicino al popolo». Tre aspetti che Gesù incarna nel Vangelo di Luca di oggi che offre lo spunto al Pontefice per la sua riflessione. Il racconto evangelico riferisce che Cristo passò la notte pregando, poi scelse i Dodici Apostoli, i «primi vescovi», quindi scese in pianura per stare in mezzo al popolo venuto ad ascoltarlo e a farsi guarire.
Preghiera, elezione, popolo, dunque, rimarca il Papa.La preghiera che è «la consolazione che un vescovo ha nei momenti brutti» di sapere che «Gesù prega per me e per tutti i vescovi». In questa consapevolezza il vescovo trae la forza che lo porta a sua volta a pregare per se stesso e per il popolo di Dio.«Questo è il suo primo compito», dice il Papa. «E che il vescovo sia un uomo di preghiera lo conferma anche San Pietro quando dice: “A noi, la preghiera e l’annuncio della Parola”. Non dice: “A noi, l’organizzazione dei piani pastorali…”». 
Il secondo aspetto è l’elezione, l’essere scelti da Gesù. «Il vescovo che ama Gesù - sottolinea Papa Francesco - non è un arrampicatore che va avanti con la sua vocazione come fosse una funzione, forse guardando a un’altra possibilità di andare avanti e di andare su: no. Il vescovo si sente scelto. E ha proprio la certezza di essere stato scelto. E questo lo porta al dialogo con il Signore: “Tu hai scelto me, che sono poca cosa, che sono peccatore …”: ha l’umiltà. Perché lui, quando si sente scelto, sente lo sguardo di Gesù sulla propria esistenza e questo gli dà la forza», afferma il Pontefice.
Che, ancora una volta, raccomanda ai presuli di «non rimanere distanti dal popolo». Il vescovo, ribadisce, «non usa atteggiamenti che lo portano a essere distante dal popolo; il vescovo tocca il popolo e si lascia toccare dal popolo. Non va a cercare rifugio dai potenti, dalle élite. No!Saranno le élite a criticare il vescovo; il popolo ha questo atteggiamento di amore verso il vescovo, e ha questa – come fosse – questa unzione speciale: conferma il vescovo nella vocazione». 
Tutto questo - essere «uomo di preghiera», «uomo che si sente scelto da Dio», «uomo in mezzo al popolo» - sono uno scudo per il vescovo alle accuse del maligno.«Questo fa bene ricordarlo, in questi tempi in cui sembra che il Grande Accusatore si sia sciolto e ce l’abbia con i vescovi -sottolinea Papa Francesco - È vero, ci sono, tutti siamo peccatori, noi vescovi. Cerca di svelare i peccati, che si vedano, per scandalizzare il popolo.Il Grande Accusatore che, come lui stesso dice a Dio nel primo capitolo del Libro di Giobbe, “gira per il mondo cercando come accusare”. La forza del vescovo contro il Grande Accusatore è la preghiera, quella di Gesù su di lui e quella propria; e l’umiltà di sentirsi scelto e rimanere vicino al popolo di Dio, senza andare verso una vita aristocratica che gli toglie questa unzione». 
Allora «preghiamo, oggi, per i nostri vescovi», conclude Francesco, «per me, per questi che sono qui davanti e per tutti i vescovi del mondo». 

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