Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

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sabato 8 settembre 2018

Intervista a Papa Francesco: «L'Europa ha bisogno di speranza e di futuro.»

Vuol dire che siamo in un contesto valoriale nemico della persona?

Abbiamo un'etica non amica della persona quando, quasi con indifferenza, non siamo capaci di porgere l'orecchio e di provare compassione dinanzi al grido di dolore degli altri, non versiamo lacrime di fronte ai drammi che consumano la vita dei nostri fratelli né ci prendiamo cura di loro, come se non fosse anche responsabilità nostra, fuori dalle nostre competenze.
Un'etica amica della persona diventa un forte stimolo per la conversione. Abbiamo bisogno di conversione. Manca la coscienza di un'origine comune, di una appartenenza a una radice comune di umanità e di un futuro da costruire insieme. Questa consapevolezza di base permetterebbe lo sviluppo di nuove convinzioni, nuovi atteggiamenti e stili di vita. Un'etica amica della persona tende al superamento della distinzione rigida tra realtà votate al guadagno e quelle improntate non all'esclusivo meccanismo dei profitti, lasciando un ampio spazio ad attività che costituiscono e ampliano il cosiddetto terzo settore. Esse, senza nulla togliere all'importanza e all'utilità economica e sociale delle forme storiche e consolidate di impresa, fanno evolvere il sistema verso una più chiara e compiuta assunzione delle responsabilità da parte dei soggetti economici. Infatti, è la stessa diversità delle forme istituzionali di impresa a generare un mercato più civile e al tempo stesso più competitivo.

Il mondo globalizzato si è fatto in qualche modo piccolo, ormai abbiamo raggiunto i limiti di quella che Lei chiama la nostra casa comune, cioè il pianeta Terra, tanto che si progetta di colonizzare nuovi pianeti. L'ecologia e un mondo sostenibile sono una Sua grande preoccupazione e gli stessi grandi player internazionali dell'energia, a partire dell'italiano Eni, hanno annunciato le loro svolte “verdi”. Ritiene che su questo punto si stia facendo abbastanza?

C'è ancora molto da fare per ridurre comportamenti e scelte che non rispettano l'ambiente e la terra. Stiamo pagando il prezzo di uno sfruttamento della terra che dura da molti anni. Anche oggi, purtroppo, in tante situazioni, l'uomo non è il custode della terra ma un tiranno sfruttatore. Ci sono però segnali di nuove attenzioni verso l'ambiente; è una mentalità che gradatamente viene condivisa da un numero sempre maggiore di Paesi. E' un percorso che ha bisogno di una cura particolare perché è necessario passare da una descrizione dei sintomi, al riconoscimento della radice umana della crisi ecologica, dall'attenzione all'ambiente ad una ecologia integrale, da un'idea di onnipotenza alla consapevolezza della limitatezza delle risorse. Il punto nodale è che parlare di ambiente significa sempre anche parlare dell'uomo: degrado ambientale e degrado umano vanno di pari passi. Anzi le conseguenze della violazione del creato sono spesso fatte pagare solo ai poveri. Lo sviluppo della dimensione ecologica ha bisogno della convergenza di più azioni: politica, culturale, sociale, produttiva. In particolare la formazione di una nuova coscienza ecologica ha bisogno di nuovi stili di vita per costruire un futuro armonico, promuovere uno sviluppo integrale, ridurre le disuguaglianze, scoprire il legame tra le creature, abbandonare il consumismo.


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