Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

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mercoledì 18 marzo 2020

18 marzo 2020 TAGLIO (commento a Mt 5,17-19)

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. 
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».


Le iota ed i trattini, linguisticamente parlando, non fanno parte del nostro campo di attenzione quando leggiamo una pagina in italiano. Dovremmo magari riferirci alla punteggiatura per tentare un paragone, che sarebbe comunque improprio, perché in ebraico o greco quei tratti cui si riferisce Gesù vanno a pesare sul significato e sul senso della parola in sé stessa. Tuttavia pensare che Gesù sia un raffinato cultore della filologia e della linguistica ci porterebbe fuori strada. 
A volte di fronte ad alcune pagine bibliche ci sentiamo in dovere di tagliare via con la scusa che ne abbiamo trovato il modo (un tantino forse molto autoreferenziale!?!) di interpretarla nella nostra vita.  Normalmente un fondamentalista è uno che interrompe il flusso di parole e del loro significato. Esiste un solo modo di amare? L’amore è uno, questo si potrebbe dire, ma dare compimento all’amore si potrebbe bloccare sul gesto di un singolo o di una sola generazione? Una delle difficoltà che allora possiamo incontrare quando accadono fatti inediti come questa pandemia che coinvolge l’umanità nel suo insieme e la nostra personale umanità, è che non riusciamo a venire fuori dai nostri schemi non tanto per comprenderla (cosa in cui si peritano tanti), semmai interrogandoci: qui e ora come posso continuare ad amare e a vivere il più grande comandamento?
La tentazione c’è nel nostro timido e scarso frequentarLa, di bloccarci, di tagliare via, di sclerotizzare forma e oggetto della Parola di Dio, ma non rischieremmo anche di bloccarci nel percorrere gli infinitamente ricchi sentieri dell’amore? Non finiremmo per tagliare via persone o popoli che non rientrano nel nostro schema di lettura? Non rischieremmo di rendere come pietra una parola che è di carne come quella che dovremmo trasmettere alle nuove generazioni? “Chi li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli”.

Buona ricerca, cari pellegrini come me!

Donde

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