Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

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giovedì 5 luglio 2018

UTOPIA E VANGELO - Le parole di Mons. Zuppi, degli invitati e dei testimoni padre Zanotelli e padre Valletti

da destra a sinistra: Davide Conte, Rosa Maria Amorevole, p.Alex Zanotelli, Mons. Matteo Zuppi, Elena Trombini, Angelo Stefanini. Modera d.Francesco Ondedei
È un'occasione non frequente poter trovare insieme i rappresentanti di ambiti differenti della vita cittadina, è avvenuto per la presentazione del progetto di riqualificazione del giardino San Leonardo che verrà dedicato a don Tullio Contiero, prete della diocesi di Bologna che per oltre 40 anni ha servito il Vangelo e la Chiesa con le sue proposte scomode ma efficaci e permettere agli universitari di non rinchiudersi nello schema di vita che finalizza lo studio soltanto per conseguirne il maggior tornaconto personale piuttosto che per metterlo a servizio del bene comune. Come ha ricordato il medico Angelo Stefanini, che ha parlato a nome del Centro Studi Donati, il linguaggio di don Tullio era diretto, capace di denunciare i peccati più gravi, quelli di omissione, degli studenti come pure dei docenti e lo faceva con la forza di una vita coerente e sempre spesa all'ascolto dei poveri di ogni latitudine, fossero i senza dimora invisibili delle strade di bologna, anziani e malati nelle corsie di ospedale, i popoli resi miseri dalle politiche finanziare di ieri e di oggi, nell'Africa che tanto ha amato e dove ha accompagnato generazioni di studenti durante i viaggi universitari.


l'incontro nel parco già San Leonardo e in futuro don Tullio Contiero
A presentare la dedicazione del giardino si sono quindi succeduti l'Assessore al bilancio Davide Conte, che ha rimarcato la necessità per Bologna di essere intelligentemente inclusiva verso gli stranieri, pena lo svuotamento della città entro qualche decennio. Ha proseguito Rosa Maria Amorevole, presidente del Quartiere Santo Stefano, che ha presentato il progetto di riqualificazione del giardino a favore dei residenti e della popolazione studentesca.

La prorettrice Elena Trombini, rappresentante dell'Ateneo, le ha fatto eco, parlando di come un giardino sia non luogo di transito ma di sosta, per l'incontro di persone ed idee, e parlando di gratitudine per il prete Contiero, un pò ruvido e scomodo ma capace di coniugare carità e vangelo, e arricchire sempre la conoscenza accademica di una coscienza che ha maturato l'umanità di quanti lo frequentavano. Ha concluso l'Arcivescovo Matteo Zuppi, che non ha conosciuto don Tullio ma ha raccolte testimonianze che lo descrivono come prete certamente scomodo, un agente di contrasto, necessario però contro tiepidezza ed indifferenza, mascherate di tranquillità e quieto vivere. Un prete misericordioso non filantropo, mai moralista, che stimolava l'impegno politico contro religiosità stiracchiate, e che sempre cercava di mettere al centro tutte le persone con cui entrava in relazione. Ha chiuso narrando un aneddoto di chi invitando amici ad incontra questo prete, così li esortava: Vai da lui, non si capisce molto come parla, ma ti dice quello che ti serve.

La celebrazione eucaristica a San Sigismondo: con la casula presiede padre Fabrizio Valletti
La giornata è stata completata dalla testimonianza di due amici di don Tullio: Alex Zanotelli, che al giardino ha presentato un limpido commento al capitolo 13 di Apocalisse, un testo che esorta i cristiani di ieri come di oggi, a non tacere anche a costo di pagare di persona nel tenere al centro colui che è stato crocifisso e denunciare così chi condanna l'uomo alla fame alla violenza alla fuga alla morte, per poter ottenere un benessere privilegiato ed esclusivo, rappresentativo di un potere solo umano e destinato a passare.


Il gesuita padre Valletti ha presieduto infine l'eucaristia partendo dalla figura dell'apostolo Tommaso, tanto cara a don Tullio per essere quel discepolo così dubbioso da aprire la strada a tutti coloro che desiderano credere e non vogliono cessare di sperare.

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